Recensione: Chapter IV

Di Stefano Burini - 24 Dicembre 2015 - 0:01
Chapter IV
Band: Graal
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2015
Nazione:
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80

All’alba del 2016, è ancora possibile fare del buon vecchio hard rock di ispirazione classica senza per questo risultare banali? La risposta è sì e i Graal, con il nuovo album “Chapter IV”, ce ne danno una prova assolutamente inconfutabile.

La band tricolore capitanata dal tuttofare Andrea Ciccomartino (voce e chitarra, ma anche scrittore e speaker radiofonico) propone un ben bilanciato mix di hard settantiano e tendenze progressive nelle cui pieghe fanno, in più d’un occasione, capolino una serie di curatissimi inserti di matrice folk affidati talora alle chitarre di Francesco Zagarese e dello stesso Ciccomartino e talora alle tastiere di Danilo Petrelli, degnissimo epigono di mostri sacri quali Jon Lord e Rick Wakeman.

Nomi per nulla casuali, giacché nelle dodici tracce che compongono “Chapter IV” l’influenza di band come Deep Purple, Yes, Uriah Heep, Rainbow e U.F.O. è forte e per nulla nascosta, seppur arricchita da distorsioni dal taglio decisamente metal e da passaggi chitarristici dal groove nient’affatto nostalgico.

A brani leggiadri e fuori dal tempo come la superba intro “Llttle Song” succedono così pezzi dall’incedere più ruvido, quali “Shadowplay” o l’esaltante “Revenge”, animati da riff pesanti e azzeccate melodie vocali, completate in bellezza da spettacolari fughe di tastiera dal sapore barocco. Con “The Day That Never Ended” incocciamo la seconda strumentale del lotto, progressiva e sfavillante, cui seguono la più cadenzata “Stronger” e l’interlocutoria “Guardian Devil”, perfetto viatico prima di riprendere a correre con l’energica “Lesser Man”. “Last Hold” è di nuovo progressiva e a suo modo anche psichedelica ma con essa è il groove che torna a farla da padrone; questione di istanti, ad ogni modo, e la scena è presto occupata dalla ballad “Goodbye”, otto minuti di melodie malinconiche e reminiscenze Pink Floyd-iane in attesa del gran finale riservato ad “A Poetry For A Silent Man” e alla conclusiva “Northern Cliff”.

Graal, “Chapter IV”: un bell’album di rock classico dal forte impatto sonoro ed emotivo, ricercato nei suoni e nelle soluzioni pur senza mai dimenticare il “tiro”, suonato con passione e con la giusta devozione che si conviene a sonorità che hanno ormai travalicato i confini del genere, diventanto semplicemente e puramente arte. Serve forse altro?

Stefano Burini

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