Progressive

Live Report: Dream Theater @ Marostica Summer Festival Volksbank, Marostica (Vi), 30/06/2025

Di Marco Donè - 3 Luglio 2025 - 11:00
Live Report: Dream Theater @ Marostica Summer Festival Volksbank, Marostica (Vi), 30/06/2025

Live Report: Dream Theater @ Marostica Summer Festival Volksbank, Marostica (Vi), 30/06/2025

Marostica, 30 giugno 2025: l’attesa è terminata. I Dream Theater, in tour per celebrare i propri quarant’anni di carriera (contando anche il periodo a nome Majesty, n.d.a.), toccano finalmente l’Italia. Quattro sono gli appuntamenti estivi: Marostica, Lucca, Pompei e Taormina. Quattro eventi speciali, che si terranno in location magiche, che possono essere considerate dei musei a cielo aperto. E se pensiamo alle qualità dei Dream Theater, la loro storia, l’impatto avuto nel mondo della musica possiamo dire che assisteremo a degli show in cui l’arte (storica, n.d.a) fa da cornice all’arte (musicale, n.d.a). Noi di Truemetal.it non potevamo certo mancare a un evento di tal rilevanza e ci siamo quindi diretti a Marostica, in Piazza Castello – meglio nota come Piazza degli Scacchi – per assistere a uno degli appuntamenti più iconici di quest’estate metallica.

 

 

Live report a cura di Marco Donè

 

Arriviamo a Marostica verso le 18:30. Trovato parcheggio (una vera impresa, vista la ressa di gente, n.d.a.), ci dirigiamo all’ingresso del Marostica Summer Festival Volksbank. Ritirati i biglietti rimaniamo in attesa dell’apertura cancelli, pronti a prendere posto. Con il Marostica Summer Festival Volksbank la Piazza degli Scacchi è stata completamente trasformata: in un lato della piazza troviamo il palco, dalla parte opposta una tribuna e, tra i due, una serie di settori con soli posti a sedere. Un modo atipico per assistere a un concerto metal ma che a una certa età presenta anche dei pregi, suvvia. Durante l’attesa incontriamo alcuni colleghi di altre testate e la conversazione verte subito sullo show dei Dream Theater, in particolare sulle aspettative per la serata. Poco dopo si uniscono a noi alcuni fan della band americana e la discussione si concentra su due punti chiave: l’eccitazione di riascoltare i brani con il tocco e il tiro di Portnoy – un musicista che fa sempre la differenza – e i timori sulla tenuta vocale di LaBrie. Presi dai discorsi ci defiliamo un attimo, un’azione che si rivelerà provvidenziale per il prosieguo della nostra serata. Sì, perché l’ingresso al Marostica Summer Festival Volksbank è situato sotto una delle torri della città, dove alcuni colombi hanno preso dimora. Beh, vista la folla in attesa, qualche “amorevole” bestiolina ha deciso che fosse giunto il momento di attaccare i fan, sganciando alcune “bombe” e colpendo più di qualche ignaro metalhead. Non ce ne vogliano i malcapitati ma ogni “centro” realizzato dai colombi è stato accolto da fragorose risate. L’attesa – e l’attacco dei colombi – termina alle 19:40 quando i cancelli vengono ufficialmente aperti: l’adrenalina scorre a mille, l’inizio dello show è sempre più vicino.

DREAM THEATER

La Piazza degli Scacchi si riempie rapidamente, evidenziando un’affluenza davvero notevole. Siamo colpiti dalla grande varietà di generazioni presenti: giovanissimi metalhead accanto a veterani del genere con qualche primavera sulle spalle. Un segno inequivocabile di come i Dream Theater continuino, anno dopo anno, a conquistare nuovi fan e a mantenere quelli storici. Le vendite dell’ultimo “Parasomnia” non possono che confermare quanto appena evidenziato.

L’inizio del concerto si sta ormai avvicinando. Ammiriamo il palco, davvero imponente, e iniziamo a prestare attenzione alla scenografia scelta da Petrucci e compagni. Notiamo un set di luci notevole, oltre a un grande schermo alle spalle della batteria di Portnoy, in cui verranno proiettati dei filmati ad hoc per ogni canzone. Ai lati del palco ci sono altri due grandi schermi, usati per proiettare le immagini dello show. Mancano pochi minuti alle 20:30 quando dalle casse del Marostica Summer Festival Volksbank parte l’intro orchestrale che sancisce l’ingresso in scena dei Dream Theater. Le musiche ripercorrono la storia di Petrucci e soci, con degli estratti da ogni album. Ad accompagnare l’intro, sul grande schermo alle spalle della batteria viene proiettato un video curatissimo, in cui fanno capolino le copertine dei singoli dischi. Il filmato ci trasporta prima nella sala comando di una navicella spaziale, per poi catapultarci in un mondo parallelo. In questo viaggio esplorativo, incontriamo in ordine cronologico tutte le copertine dei lavori dei Dream Theater, da “When Dream and Day Unite” fino a “Parasomnia”. Un inizio davvero emozionante!

La band si appresta intatto a salire sul palco e l’ingresso di Portnoy viene accolto con un vero e proprio boato dall’intera Piazza degli Scacchi: tutto il pubblico è in piedi. Per molti dei presenti questo è il primo show dei Dream Theater dopo il rientro in formazione del leggendario batterista. Ogni fan vuole manifestare a Portnoy l’affetto, l’emozione e l’eccitazione di poterlo rivedere in azione sul trono che gli spetta di diritto. La formazione americana parte subito con il botto, attaccando con l’aggressiva ‘Night Terror’. Dopo il clamore iniziale il pubblico prende posto nelle varie poltroncine, pronto a godersi lo spettacolo. I suoni risultano subito ben curati, con volumi educati, dando alla serata un taglio internazionale. I Dream Theater si rivelano in palla, regalando sin dalle prime battute una prestazione stratosferica. Petrucci e Myung sono le solite macchine da guerra e Rudess dà spettacolo con la sua classica “tastiera rotante”. LaBrie ha un buon inizio di serata, trovandosi a proprio agio nelle linee vocali più recenti. Gli occhi di tutti sono però puntati su Portnoy: il batterista è un autentico carro armato. Garantisce potenza e tiro, donando alle canzoni una marcia in più in sede live. Ma è la sua presenza scenica a fare la differenza: regala numeri su numeri con le bacchette, si alza in piedi negli stoppati, aizza il pubblico. Il suo, insomma, è uno show totale. I fan rispondono con enfasi, incitando i propri beniamini. E che la serata sia partita benissimo lo si capisce dal clamore a fine canzone. LaBrie è carico, saluta la platea, compreso chi non ha pagato il biglietto. Sì, perché sui terrazzi dei palazzi che si affacciano sulla piazza si sono materializzati tantissimi curiosi, pronti a godersi lo spettacolo da postazione privilegiata. Ad aumentare il valore dell’evento ci pensa poi la scaletta scelta dai Dream Theater. Dopo ‘Night Terror’, infatti, si susseguono una serie di classici intramontabili. Vengono proposte, in sequenza, ‘Strange Deja Vu’, cantata a squarciagola da un Marostica Summer Festival Volksbank in estasi, ‘Throug My Words’, ‘Fatal Tragedy’ e ‘Panic Attack’. La band è davvero in stato di grazia, con un Portnoy autentico mattatore: è lui ad aizzare il pubblico, è lui ad attirare le attenzioni con continui numeri dietro la batteria. Impressionanti i passaggi sui tom-tom a una mano, mentre con l’altra bacchetta indica il cielo di Marostica, come accade nel finale di ‘Fatal Tragedy’: pazzesco! Per non parlare del solito spettacolo caratterizzato dal doppio set di batteria, con il musicista americano pronto ad alternarsi sugli sgabelli per colpire i piatti e le pelli più efficaci per quella specifica parte. Bello vedere anche la ritrovata sintonia tra Petrucci e Portnoy, con il chitarrista che in più occasioni affianca il batterista nella parte alta del palco, in particolare nelle sezioni strumentali.

Con il prosieguo dello show ci accorgiamo che i suoni, per quanto curati, tendono a penalizzare Myung. Un peccato veniale, ma che dobbiamo comunque segnalare. In questa parte di spettacolo LaBrie inizia a essere meno efficace rispetto alle battute iniziali, facendo temere per il prosieguo dello spettacolo. Il cantante appare comunque carico e sicuro di sé. A fine ‘Panic Attack’ esalta la vista del Castello e della Cinta Muraria di Marostica, per poi annunciare un classico immortale, accolto con un boato dall’intero Marostica Summer Festival Volksbank: ‘Under a Glass Moon’. Il pezzo fa letteralmente esplodere la piazza, con il pubblico pronto a cantarne ogni singola parola. Le corde vocali di LaBrie vengono messe a dura prova ma la traccia miete ugualmente vittime, grazie al tiro con cui viene suonata. Sottolineiamo il bellissimo gioco di immagini proiettato sui grandi schermi durante l’assolo di Petrucci, con il musicista leggermente sfumato su una Marostica ripresa dall’alto, con i droni. Il Sole è ormai tramontato e le luci del palco diventano più efficaci, aumentando l’impatto visivo dello show. Grandi emozioni arrivano poi da ‘Hollow Years’, cantata a gran voce dall’intera piazza, e dalla mazzata ‘The Dark Eternal Night’, la cui parte strumentale impressiona per intensità e tiro. Portnoy inizia intanto a lanciare le prime bacchette: dopo un’ora abbondante di duro pestaggio è inevitabile presentino segni di cedimento. Il primo atto del concerto si conclude qui. Giusto una pausa di quindici minuti e la serata potrà presto continuare. Approfittiamo di questo break per scambiare quattro chiacchiere con dei fan seduti vicino a noi. L’adrenalina è tanta. Il più citato è Portnoy: tutti sono esaltati dalla prova del batterista. Anche LaBrie viene nominato più volte, sottolineando come nonostante qualche sbavatura stia comunque portando a casa una prova dignitosa. C’è anche chi osa dire: «Se ci fosse Russell Allen…». Presi dai dialoghi i quindici minuti volano. La band ritorna in scena e attacca con un altro classico, accolto con enfasi dai fan: ‘As I Am’. Il pezzo fa il suo dovere, coinvolgendo il pubblico, che ne canta ogni singolo passaggio all’unisono con LaBrie. Il singer americano sembra aver recuperato energie dopo la pausa e la sua prova manifesta la qualità esibita nelle battute iniziali. In questo secondo atto il cantante sembra essere più a suo agio. Le canzoni proposte appartengono all’epoca recente della band. Arrivano infatti pezzi come la splendida ‘The Enemy Inside’ e ‘Midnight Messiah’, che dal vivo funziona dannatamente bene, con un ritornello cantato a gran voce dal pubblico. Seguono la splendida ‘A Rite Passage’ e un pezzo pescato dal passato: la bellissima ‘Peruvian Skies’. La canzone viene accompagnata da un video proiettato sul grande schermo, alle spalle di Portnoy, dal forte sapore Pink Floyd.

I Dream Theater continuano a regalare una prova superlativa, suonando da paura. In questo secondo atto LaBrie è più presente sul palco, più attivo, cerca maggiormente il contatto con la platea. Tutti elementi che alzano ulteriormente l’asticella della qualità. Portnoy, intanto, continua a essere la vera arma in più. Il batterista prosegue il proprio show: salta da uno sgabello all’altro, rotea le bacchette, si diverte a far ruotare sopra di sé l’asta del microfono a lui dedicato, suona in piedi alcuni passaggi, aizza il pubblico chiedendone a più riprese la partecipazione. La piazza risponde a ogni sua richiesta con boati e con ripetuti battiti di mani ritmati. Il batterista, insomma, si è preso la scena, è l’uomo del pubblico, del contatto con i fan. E l’affetto che tutti i presenti gli corrispondono fa capire quanto Portnoy sia amato. I Dream Theater appaiono davvero carichi e quando Rudess si presenta con la keytar, nel finale della già citata ‘Peruvian Skies’, l’intera Piazza degli Scacchi diventa una bolgia. Bellissimo quando Rudess e Petrucci raggiungono Myung, per dare vita al classico balletto ritmato. Ci stiamo ormai avvicinando alle battute conclusive dello show. L’attesa è per qualche classico immortale del passato ed ecco quindi arrivare una certa ‘Take the Time’… La reazione del pubblico è totale, con la platea pronta a cantare un pezzo che ha fatto la storia della musica. Impressionante vedere Portnoy suonare e cantare la prima strofa, lasciando il microfono a LaBrie dal ritornello in poi. Il cantante fatica nelle parti più alte ma sono dettagli: la piazza è in completa estasi. Petrucci regala un assolo monumentale e il finale di canzone è tutto dedicato al pubblico, che intona vocalizzi per accompagnare i lick melodici di Petrucci, per poi cantare a gran voce il ritornello. I Dream Theater vogliono godersi lo spettacolo, si fermano per qualche secondo e lasciano che sia il solo pubblico a cantare: brividi puri.

La band saluta la piazza e lascia il palco. È chiaro a tutti che si tratti di una finta uscita. Il Marostica Summer Festival Volksbank inizia subito a rumoreggiare, chiamando a gran voce i propri beniamini. Il clamore è assordante e qualcuno inizia a reclamare ‘Metropolis’. I Dream Theater ritornano quindi in scena, sorridenti. Attaccano con ‘The Spirit Carries On’. La reazione del pubblico è da brividi: tutti si alzano in piedi, con i cellulari al cielo, con le torce accese, pronti a illuminare l’intera piazza. La canzone è intonata all’unisono da LaBrie e il pubblico. In alcuni momenti la band viene addirittura sovrastata: spettacolo puro. Forte di tanta passione, LaBrie punta il microfono verso la Piazza degli Scacchi, lasciando che sia il pubblico a cantare. Bellissimi i vocalizzi finali dei fan, che seguono le melodie di Petrucci alla chitarra. E poi… E poi arriva il momento apice della serata. I Dream Theater chiudono lo show con la seminale ‘Pull Me Under’. La reazione del Marostica Summer Festival Volksbank è indescrivibile, una partecipazione carica di passione, enfasi ed energia. È facile supporre che durante ‘Pull Me Under’ i sismografi della zona si siano attivati: il pubblico è letteralmente fuori di sé. Lo show finisce qui. Sono da poco passate le 23:00 quando dalle casse dell’impianto vengono lanciate le note di ‘Singin’ in the Rain’, l’outro scelto dai Dream Theater. Portnoy scende dalla batteria in accappatoio, si porta al limite del palco, ringrazia il pubblico e riceve un caloroso plauso. Poco dopo il batterista viene raggiunto dal resto della band e i Dream Theater, abbracciati, salutano un Marostica Summer Festival Volksbank in totale estasi. Serata monumentale.

Setlist:

Act I

Orchestral Overture (intro)

Night Terror
Act I: Scene Two: II. Strange Déjà Vu
Act I: Scene Three: I. Through My Words
Act I: Scene Three: II. Fatal Tragedy
Panic Attack
Under a Glass Moon
Hollow Years
The Dark Eternal Night

Act II

As I Am
The Enemy Inside
Midnight Messiah
A Rite of Passage
Peruvian Skies
Take the Time

Encore:

Act II: Scene Eight: The Spirit Carries On
Pull Me Under

Singin’ in the Rain (outro)

CONCLUSIONI

Quella vissuta al Marostica Summer Festival Volksbank si è rivelata un’esperienza da incorniciare e da tramandare ai posteri. La location è stata semplicemente magica, grazie a una piazza e una città tra le più belle d’Italia. L’organizzazione ha saputo gestire alla perfezione gli spazi, in particolare le zone ristoro, evitando il formarsi di spiacevoli code. Al resto ci hanno pensato i Dream Theater, regalando una prestazione al fulmicotone. Portnoy si è rivelato l’assoluto valore aggiunto, donando tiro e potenza ai pezzi. Il batterista ha inoltre saputo interagire alla perfezione con il pubblico, che gli ha tributato un affetto smisurato e incondizionato. Lo stesso LaBrie, pur faticando nelle partiture più alte e nei brani di “Images and Words”, ha messo a segno una prova dignitosa, in particolare nelle canzoni proposte dai dischi meno datati. E la scaletta? È stata semplicemente sensazionale! Una setlist davvero notevole, anche se qualcosa è stato lasciato per strada. Sorprende infatti la scelta di non aver inserito canzoni da “Awake” e da dischi del valore di “Distance over Time” e “A View from the Top of the World”. Alla fine, stasera, dell’era Mangini è stata proposta una sola traccia. Come interpretare questa decisione? Sappiamo che i Dream Theater modificano spesso la propria scaletta, vedremo come proseguirà il resto della tournée. Al di là di queste riflessioni, torniamo a casa con il sorriso stampato, consapevoli di aver vissuto un evento storico, che rimarrà impresso nella memoria per molto, moltissimo tempo. Lunga vita ai Dream Theater.

Marco Donè