Recensione: The Walls Are Crumbling Down
Il cantante argentino Santiago Ramonda è stato scovato qualche anno fa dalla Frontiers grazie a una serie di suoi video su YouTube che ne hanno rivelato l’indicusso talento. Nel 2023, la voce di Santiago ha debuttato sul bel disco omonimo dei Stormwarning, dove incrociava hard rock, heavy metal e AOR, in un impasto che risultava molto piacevole anche in virtù della sua varietà.
In questo eponimo The Walls Are Crumbling Down, Santiago Ramonda ci mette ancor di più la faccia (e, appunto, il nome), scommettendo su una proposta più centrata sull’hard rock (Under The Moonlight) e l’AOR meno laccato (Don’t Look For Love), perfettamente sostenuta dal notevole lavoro alla chitarra dell’indiano Suraz Sun (Girish And The Chronicles) e dalla sapienza compositiva ed esecutiva di Alessandro Del Vecchio.
La scrittura della musica di The Walls Are Crumbling Down mostra tutta l’esperienza dei suoi esecutori. Si ascolti, a modello, Fight Fire With Fire, la cui melodia poggia su un arrangiamento di grande eleganza, che la sa valorizzare al meglio. Nel complesso, si assapora un’aria vagamente anni Ottanta, come è piuttosto consueto quando si ha a che fare con proposte di questo genere; tuttavia, a questo giro si assiste non tanto all’ennesima clonazione, quanto piuttosto a una band che, se non è originale, è almeno personale. Certo, il contributo di Suraz Sun regala una marcia in più a The Walls Are Crumbling Down: a modo di esempio, si ascoltino i suoni (splendidi) e l’assolo (ispiratissimo) di Blue Heart Of Stone, o il lavorio di lima in World’s Gone Crazy. E anche l’energica High Voltage Hearts non è certo da meno.
Without Love ricorda moltissimo i Dokken del periodo d’oro, così come la magnifica Gone, che oggi il buon Don non saprebbe mai cantare.
Bad Girl è un pezzone hard AOR che dona all’ascoltatore un caleidoscopio di atmosfere, molto ben gestite dalla band, che forse qui si mostra al proprio meglio.
Insomma, i Ramonda mi piacciono non poco. Come tante altre volte mi trovo davanti a una band per niente originale, ma, come poche altre volte, davvero dotata di una solida personalità. Il genere proposto suonerà anche arcaico e polveroso alle orecchie dei fautori dell’innovazione, ma, in vero, The Walls Are Crumbling Down è l’ennesima dimostrazione della sua eternità, ormai incastonata nella storia della musica: anche grazie a band come i Ramonda, l’hard rock (quasi class rock, direi) non morirà.