Recensione: Wake Me Up When The Sun Goes Down

Di Francesco Maraglino - 25 Luglio 2025 - 7:00
Wake Me Up When The Sun Goes Down
Etichetta: Frontiers Music Srl
Genere: AOR 
Anno: 2025
Nazione:
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80

Già un nuovo album degli Honeymoon Suite? Questo è stato il primo pensiero del vostro recensore alla proposta del Capo Redattore di recensire questo nuovo “Wake Me Up When The Sun Goes Down” della AOR band canadese.
In effetti, poco più di un anno è passato dall’ottimo “Alive” dei rockers dell’Ontario i quali, negli anni Ottanta del secolo scorso, sono assurti al ruolo di cult band dell’hard rock melodico ed adulto e dintorni grazie ad album venerati dai fans del genere come “The Great Prize” e “Racing After Midnight”.
Dopo così poco tempo, e da una band dalla carriera durata tanti decenni, ci si aspetta talora un album come al solito impeccabile ma routinario, con tanto mestiere e pochi picchi di creatività. E invece, il nuovo full-length è proprio un lavoro alquanto ispirato, multiforme quanto basta, solido ed energico.

Un’energia hard, naturalmente, misurata e patinata come si conviene per il genere cui gli HMS sono dediti, e come dimostrato da brani come I Fly (traccia carica di riff solidi, svisate  e orecchiabilità a profusione), Way of the World (col suo hard rock grintoso contrassegnato da vibranti  chitarre e chorus, e Stay This Time (AOR vigoroso che offre in ugual misura spunti di elettriche sei-corse e di elettronica accattivante).

Patinate – tra AOR e pop-rock –  ma emotive le canzoni lente come Live On e Way Too Fast, mentre, ad interrompere il flusso persistente di tracce dall’indubbio carattere melodic rock, arriva la bluesy e stracolma di spunti roots Unpredictable.

Il versante più spumeggiante dell’Adult Oriented Rock, ancora, è qui ben rappresentato dalla frizzante e guizzante Ever Leave You Lonely e dall’ ancor più scoppiettante Every Minute.

“Wake Me Up When The Sun Goes Down” – lavoro in cui gli HMS esibiscono, ancora una volta, a dispetto degli anni e dei decenni che sono passati dagli esordi della band, la formazione originale (con in più ai tasti d’avorio, come nel precedente, quel  Michael Krompass già con Steven Tyler, e Theory of a Dead Man) – può rappresentare, dunque, una colonna sonora adeguata per l’estate dei die-hard fans dell’AOR più classico, da ascoltare in viaggi in auto o in mare oppure  su spiagge assolate.

Francesco Maraglino

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