Recensione: Inverno

Di Roberto Castellucci - 5 Ottobre 2025 - 10:00
Inverno
Band: Frostfall
Etichetta:
Genere: Gothic  Heavy 
Anno: 2025
Nazione:
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72

Tormente di neve e corvi gracchianti, suoni di battaglia alle porte, vecchie porte cigolanti, epiche note di tastiera e zoccoli di cavalli che risuonano. “Inverno”, il disco di debutto dei trentini Frostfall, inizia così, con il brano introduttivo “Prophecy of War” che lascia presagire un assalto degno della miglior ‘seconda ondata’ del Black Metal. Questa solenne introduzione, di concerto con la copertina decisamente ‘grim and frostbitten’, il titolo dell’album e il nome della band, richiama alla mente i giorni spensierati in cui inserivamo nei nostri impianti stereo i dischi di Immortal, Ulver e compagnia bella…sino all’avvio di “Bloodlands“, seconda traccia di “Inverno“. Mai come in questo caso l’abito non fa il monaco: i Frosfall ci consegnano infatti un’interessante declinazione di uno stile che, volendo necessariamente fare acrobazie linguistiche per scovare una definizione, si potrebbe etichettare come Blackened Gothic Metal…con riserva. Le canzoni della band ‘raccontano’ a modo loro il freddo delle montagne trentine, scivolando volentieri verso territori più o meno estremi battuti da molti musicisti negli anni ’90. Il gruppo, pur mantenendo una solida base Heavy/Gothic, inserisce in “Inverno” vocalità estreme e rapide parti in blast beat senza nemmeno disdegnare un certo groove: le lezioni impartite dal Metal anni ’90, insomma, sono state interiorizzate a dovere. I Frostfall pescano a piene mani dalle tradizioni Gothic, Death e Black Metal per infondere una linfa sempre diversa nelle loro composizioni. La formula messa a punto dal quartetto di Avio trova quindi la sua ragion d’essere non tanto nell’innovazione quanto nella varietà nell’esperienza di ascolto. Ogni brano viene costruito come un mélange di influenze differenti, con il vantaggio di non indulgere in quella vaga sensazione di ripetitività che talvolta affligge le produzioni che, nel corso degli ultimi trent’anni, si sono rifatte ai capisaldi del Gothic Metal.

I principali elementi che permettono a queste numerose ascendenze di coesistere sono sicuramente le trame intessute dalla chitarra di Maurizio Zaltron Fracchetti e la multiforme ugola del cantante Manuel Sicchirollo, capace di ricordare nel giro di pochi minuti di ascolto sia Dani dei Cradle of Filth che Mark Tornillo degli Accept. Il growl del cantante ‘suona’ particolarmente bene anche quando il testo di “Alpine Warfare“, penultima traccia del disco, prevede un paio di strofe scritte in lingua italiana. È molto raro trovare le parole ‘growl‘ e ‘lingua italiana‘ nella medesima frase: questo connubio, inutile ricordarlo, funziona alla grande, come ci insegnano gruppi come i nostrani Nerocapra e Distruzione. La soffusa presenza di sottofondi e melodie sintetiche contribuisce inoltre alla creazione di un’atmosfera non lontana dalle soluzioni suggerite dal Symphonic Black Metal di Dimmu Borgir et similia. Degna di nota anche la produzione musicale, pulita quanto basta per far nascere nell’ascoltatore una sensazione di freddo alpino già efficacemente evocata dall’artwork di “Inverno“. L’album si rivela una piacevole sorpresa e rappresenta un debutto positivo per i Frostfall, che spero vivamente vogliano continuare su questa strada perfezionando ulteriormente il loro eterogeneo approccio alla ‘nostra’ musica. Buon ascolto!

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