Recensione: III – Candles & Beginnings

Di Valeria Campagnale - 30 Ottobre 2025 - 13:11
III – Candles & Beginnings
Band: Auri
Etichetta: Nuclear Blast
Genere: Symphonic 
Anno: 2025
Nazione:
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70

Il trio finnico-britannico AURI, formato da Tuomas Holopainen, Johanna Kurkela e Troy Donockley, ha rilasciato il suo terzo album in studio, “III – Candles & Beginnings”, il 15 agosto 2025, attraverso Nuclear Blast Records. Il full-lenght si colloca come un’esplorazione matura della loro peculiare “musica rifugio”, caratterizzata da elementi folk, progressive e sinfonici. Il disco, pubblicato in un periodo di pausa prolungata per i Nightwish (band madre di Holopainen e Donockley), ha catalizzato un’attenzione critica significativa, in parte amplificata dal loro debutto in tournée.
L’album si distingue per l’audace giustapposizione di atmosfere. Sebbene il progetto sia concepito per garantire la libertà artistica da vincoli di genere, la produzione riflette una meticolosa cura per il dettaglio e l’orchestrazione.
“The Invisible Gossamer Bridge” è un’ apertura eterea e coesiva. Il brano, ricco di texture sonore stratificate e l’uso distintivo delle cornamuse, stabilisce un tono intimo e quasi celtico, ricordando sonorità New Age. La performance vocale di Kurkela è fondamentale per creare un’immediata immersione emotiva.
Il tono vira drasticamente con “The Apparition Speaks introducendo riff chitarristici heavy e consistenti, conferendo una dinamica rock progressiva con accenti metal. L’uso di vocalizzi eterei su basi strumentali aggressive crea un misterioso dualismo sonoro, suggerendo una complessità narrativa che allude a tensioni latenti.
“I Will Have Language” rappresenta l’apice della sperimentazione progressiva. Iniziando con un paesaggio sonoro astratto e frammenti vocali che simulano un canto sacro, il brano si evolve gradualmente. La sua struttura non lineare, con l’introduzione ritardata del testo cantato (intorno al quarto minuto), sottolinea la tematica della genesi e del processo di creazione, sia esso biologico o linguistico.
L’album mantiene un equilibrio tra momenti di grande profondità tematica e intermezzi di leggerezza folk come “Blakey Ridge” si erge come l’anomalia più vivace: un brano folk ballabile, che inietta un’energia giocosa nel contesto generalmente contemplativo dell’album. “Helios” introduce elementi di Dark Folk e fusion, dove l’uso magistrale delle cornamuse di Donockley si intreccia con una chitarra che evoca un rock contemporaneo e sfumato. “Museum of Childhood” sfrutta un’orchestrazione imponente, che ne amplifica il senso di nostalgia e meraviglia cinematografica. La costruzione del brano è in linea con le composizioni più epiche del repertorio di Holopainen, pur mantenendo un focus sulla purezza emotiva.
“III – Candles & Beginnings” culmina con l’epopea di undici minuti “A Boy Travelling With His Mother”. Questo finale, strutturalmente complesso e altamente atmosferico, è una traccia dominata da melodie ampie e sinuose che ne amplificano il carattere cinematografico. L’interpretazione di Johanna Kurkela, qui utilizzata più come narratrice che come cantante principale, conferisce un peso drammatico a ogni frase, trasformando l’ascolto in un’esperienza visiva.
“III – Candles & Beginnings” è un lavoro maturo e stratificato. Il progetto AURI continua a rivendicare il suo spazio artistico distinto, offrendo un’esperienza d’ascolto non immediata ma estremamente gratificante. La forza del disco risiede nella sua libertà stilistica, abbracciando senza riserve sia la leggerezza del folk sia la complessità del prog, stabilendo AURI come un’entità musicale unica nel panorama contemporaneo.

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