Recensione: Darker Fates
Gli Hellbearer sono una Thrash band sorta nel 2022 a Manchester, Regno Unito.
Da allora hanno avuto una discreta attività live, partecipando, ad esempio, al Bloodstock ed al Thrashchester festival ed aprendo per gentaglia come 3 Inches Of Blood e Abaddon dei Venom.
Discograficamente hanno prodotto il Full-Length d’esordio ‘For Those About to Bear Hell’ nel 2023 ed ora questo ‘Darker Fates’, autoprodotto e reso disponibile dal 19 settembre 2025.
In linea con il primo album, ma ben più maturo, ‘Darker Fates’ espone un Thrash Metal vecchio stampo genuino, rovente e selvatico, esattamente così come deve essere. Metallica, Exodus, Slayer, Testament, questi sono i nomi che vengono in mente intanto che i solchi scorrono e le chitarre si abbattono come furie selvagge.
Un songwriting quasi integralmente derivativo, senza alcuna novità ma crudo e sincero, che riporta alla mente tante cose già successe (soprattutto già ascoltate) ma che ci sta tutto: violenza allo stato brado perpetrata attraverso una scaletta di brani ruvidi e affilati come rasoi, tirati in faccia senza mandarla a dire.

Attraverso ‘Pull The Card’, intro iper-classica dove gli infernali rumori della guerra vengono seguiti da una profonda armonia di chitarra e da una batteria che scandisce il tempo, gli Hellbearer ci aprono il sipario del loro mondo scuro e pericoloso per farcelo percorrere a velocità ipersonica.
La band riflette sulla nostra società politica dalla mentalità ristretta ed insana anche attraverso le immagini di futuri distopici sempre più vicini al presente. Lo fa con rabbia ed aggressività, con una voce minacciosa e sovversiva, orientata in più di un’occasione verso quella frangia del Thrash che tanti anni fa si staccava per evolversi nel cruento Death Metal.
Il lavoro di chitarre è corposo ma senza esagerazioni, la batteria è terremotante ed il basso viene fuori come una serie di fulminei pugni nella faccia, con una distorsione particolarmente incisiva che evidenzia, soprattutto nella conclusiva ‘Sands Of Time’, quanto sia stato importante il genio del mai troppo compianto Cliff Burton.
Dalla prima vera traccia ‘The Witch’, veloce e mortale, passando per brani come ‘Absolution’, lievemente più controllata, ‘The Mantra’, spasmodica e tagliente, ‘Sacred Future’ che risale dall’inferno, ‘Aflicted’, semiballad che si trasforma freneticamente fino alla già citata ‘Sands Of Time’, questo nuovo album degli Hellbearer è un concentrato di violenza sonora fatta di andature spaccaossa, estenuanti rallentamenti, incroci di assoli affilati e schiaccianti ed assalti ritmici marziali. Canzoni dinamiche ed efficaci, in parole più semplici, che, come detto sopra, pur non portando con sé nessuna novità, coinvolgono mantenendo accesa quella fiamma ribelle che è dentro ogni Thrasher.
Al dì là del songwriting e del sound, quello che premia questo disco è la sua produzione: tipicamente Old School, per cui priva di una pulizia dei suoni eccessiva, che emana un’atmosfera infernale e inquietante, evitando però l’effetto “caverna” per troppi riverberi e sottofondi cupi.
Strumenti e voce sono calibrati praticamente per dare lo stesso risultato che dai palchi, senza troppe stratificazioni, sovraincisioni, doppie voci od altri elementi magari riempitivi ma che rischiano di rendere un po’ tutto “di plastica”.
Il risultato fa emergere genuinità e onestà, ma anche solidità e determinazione, esattamente come il carattere di chi, circa 45 anni fa, ha dato vita al movimento forse inconsapevolmente, ma tenacemente, sbattendosene degli stereotipi del tempo.
Concludendo: bel passo in avanti quello degli Hellbearer, che con ‘Darker Fates’ si attestano tra le novità più interessanti del Regno Unito e non solo. Continuiamo a seguirli aspettando con viva curiosità il prossimo lavoro. Per ora … Molto bravi!
