Heavy Fucking Metal Pillar: recensione Slayer (Hell Awaits)

Di seguito la recensione di Hell Awaits, il secondo album degli Slayer (qui loro intervista del 1986), così come uscita originariamente all’interno delle pagine di Rockerilla numero 57 del maggio 1985, a firma Adriano “So Dark” Bosone. Come si potrà notare, le definizioni e le declinazioni dei vari generi legati all’estremo all’epoca vivevano ancora una fase embrionale.
Buona lettura,
Steven Rich
SLAYER
Hell Awaits
Metal Blade Records
1985
Tremate, tremate… gli Slayer son tornati! È passato circa un anno dal pluridecorato “Show no Mercy” ed ora rieccoli, questi forsennati paladini dell’hard core Black Metal sprigionati dall’immondo connubio di Venom e Metallica, pronti a trascinarci nuovamente in paurosi abissi di follia devastatrice.
L’avevamo già puntualizzato nella recensione del loro primo album; ed ora lo ribadiamo: se è vero che spesso il genere in cui gli Slayer si muovono funge da paravento per mancanze strumentali e compositive, questo non è il caso dei quattro killers californiani. In effetti il terrificante impatto
sonoro prodotto non è che lo splendido sodalizio tra le due magnifiche chitarre di Hammeman e King lanciate a pericolose velocità stratosferiche, il drumming da cardiopalma di Dave Lombardo e la voce crudelmente agile di Tom Araya.
Anche se meno orecchiabile e più composito di “Show no Mercy”, in tutto l’album si respirano i venti infuocati di una scellerata fornace aperta da “Hell Awaits”, “Kill Again”, “Praise of Death”, brani dai consueti temi satanicamente violenti, e richiusa con la medesima frenesia devastatrice da titoli eloquenti come “Necrophiliac” e “Crypts of Eternity”.
La fine di “Hardening of the Arteries”, ultimo brano dell’album, permette di trarre finalmente un respiro dopo il mostruoso assedio sonoro perpetrato dei quattro black metal heroes americani che trova confronto solo con le cose più dure di Metallica, Exciter, Venom e Voivod.
Il positivo giudizio espresso in occasione di “Show no Mercy” viene qui riconfermato: Slayer rappresenta degnamente l’ala più estrema dell’hard core Black Metal e “Hell Awaits”, con la sua orrorifica copertina, è espressione convincente di come sia possibile trasporre in musica una… bolgia infernale.
ADRIANO “SO DARK” BOSONE
Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti
Elenco – con link incorporato – delle puntate precedenti di Heavy Fucking Metal Pillar:
CIRITH UNGOL (Frost & Fire)
DEATH SS (…In Death of Steve Sylvester)
HEAVY LOAD (Death Or Glory)
MANOWAR (Battle Hymns)
SAXON (Strong Arm Of The Law)
JUDAS PRIEST (Unleashed In The East)
IRON MAIDEN (Iron Maiden)
METALLICA (Ride The Lightning)
MOTORHEAD (Ace Of Spades)
MOTLEY CRUE (Too Fast For Love)
VIRGIN STEELE (Noble Savage)
RIOT (Fire Down Under)
RUNNING WILD (Gates To Purgatory)
WARLORD (Deliver Us)
SWORD (Metalized)
MERCYFUL FATE (Melissa)
SLAYER (Reign In Blood)
BATHORY (The Return……)
POSSESSED (Seven Churches)
MEGADETH (Peace Sells… But Who’s Buying?)