Recensione libro: Punk Rock, The Manges Photo Archive

PUNK ROCK
THE MANGES PHOTO ARCHIVE
348 pagine full color
Formato: 16×23
ISBN: 978-88-94859-AL-4
29 €
Anche fra gli appassionati di musica dura vi è chi non ha mai sentito nominare i (The) Manges. Figurarsi poi fra gli ascoltatori “generalisti”…
Ed è giusto, anzi sacrosanto che sia così. Perché i Manges, punk rocker d’altri tempi nati nel 1993 in quel di La Spezia, o meglio Las Pezia, per utilizzare il loro gergo, se ne strafottono del successo, vero o presunto che sia, sin dagli inizi.
Il loro è un percorso integralista da sempre, nel momento in cui persero la testa per i Ramones e iniziarono a suonare nei vari club della loro regione per poi raggiungere quel minimo sindacale di consapevolezza che gli ha permesso di esibirsi in tutto il mondo.
A oggi la discografia assomma a sei album ufficiali in studio più tre live e una notevole quantità di singoli in vinile. Ma quello che per loro conta per davvero è essere sé stessi sempre, tanto di fronte a quattro ubriaconi in un pub di provincia quanto come headliner o quasi in un festival a tema negli Stati Uniti, con migliaia di presenze.
L’atteggiamento che li contraddistingue, oltranzista sui princìpi e senza dubbio demodé, risulta più o meno in linea con quello professato lungo una vita da Lemmy Kilmister dei Motörhead, fondamentalmente un punk prestato all’heavy metal, è quello che ha permesso agli spezzini di guadagnarsi la stima e il rispetto da parte della scena mondiale, stringendo legami con alcune delle band più importanti e di riferimento.
La loro continuità, poi, ha fatto il resto, consolidandone la reputazione. Basti notare che della formazione attuale ben tre quarti fanno parte della line-up degli albori: Andrea “Mange” Caredda (voce, chitarra, cori), Massimo “Mass Mange” Zannoni (basso, cori), Manuel “Mange” Cossu (batteria), con il solo Mayo Maggiore (chitarra) subentrato nel 2011.
A “inquadrare” definitivamente i Manges ci ha poi pensato Joe Queer, leader per l’appunto dei The Queers, punk rock band di New York, esistente dal 1981, così come riportato sul libro Punk Rock The Manges Photo Archive, l’oggetto della recensione, nelle pagine finali.
Ci sono solo due tipi di band al mondo: quelle che sanno che i Ramones sono stati il più grande gruppo punk di sempre, e quelle che non lo sanno. I Manges han sempre fatto parte della prima categoria e la nostra amicizia si è basata dall’inizio proprio su questa convinzione.
Amare i Ramones non significa solo apprezzare qualche canzone: è una vera e propria bussola morale che ti guida nel mare agitato della vita quotidiana. Se ami i Ramones non ti prendi troppo sul serio. Sai ridere di te stesso. Non ridi degli altri, ma ridi con loro. Non ti metti a pontificare di politica cercando di dire agli altri come votare o cosa pensare. E’ questo che ho sempre ammirato nei Ramones, ed è ciò che ammiro nei Manges.
Questi ragazzi, che considero con orgoglio miei amici, vedono il punk rock come un modo di approcciare la vita. Hanno fatto proprie le lezioni che ci hanno insegnato i Ramones e le mettono in pratica ogni giorno. Ho girato un po’ nel folle mondo del punk, e non sono molte le persone che ti guardano negli occhi, ti stringono la mano e mantengono la parola. Ma i miei amici Manges sono così. Prima si taglierebbero un braccio, piuttosto che parlare alle spalle o prendere qualcosa che non è loro.
Quando Ben Weasel stava organizzando un festival a Chicago, il Weaselfest, quasi tutte le band avevano dato forfait dopo la disastrosa faccenda degli Screeching Weasel al SXSW. Alla fine, suonarono solo due gruppi: i Queers e i Manges. I Manges volarono dall’Italia fino a Chicago per fare un set di 45 minuti, solo per sostenere Ben. Per quanto mi ricordi, nemmeno vennero pagati. Li chiamai e dissi che Ben avrebbe capito se avessero deciso di non venire per un solo concerto. Ma come un sol uomo, mi risposero con una mail chiara: «Vaffanculo, noi suoniamo».
Oggi la scena punk è invasa da band presuntuose che pensano di farci un favore a salire su un palco a suonare canzoni mediocri e vendere merchandising scadente a prezzi assurdi. I Manges non hanno mai giocato a quel gioco. Sono sempre rimasti con i piedi per terra, innamorati della musica per il semplice gusto di suonare. Amano conoscere gente nuova. La prima cosa che ti chiedono non è mai «quanto ci si guadagna?». E quando le cose si mettono male, loro ci sono sempre. Alla fine. non si può chiedere di più a una band.
L’ho già detto e lo ripeto: viva i Manges!
JOE QUEER
Tornando al libro griffato Tsunami Edizioni, che è poi il vero motivo di questo scritto sulle pagine di Truemetal, esso si compone di 348 pagine la cui pressoché totalità è dedicata a foto, lasciando a poche facciate scritte il compito di introdurre lo stesso lavoro. Scatti uno più bello dell’altro perché di qualità, sinceri, molti dei quali catturati in presa diretta senza preavviso alcuno e fottutamente “parlanti”, tanto che anche solo da quelli si può facilmente immaginare lo spirito che alberga nel mondo Manges, che è composto non solo dai quattro musicisti ma abbraccia tutta una fauna composta da amici, amiche, compagni di viaggio, fiancheggiatori, roadie, rockstar consumate divenute “di casa” come CJ Ramone, tecnici, fonici e fancazzisti vari e assortiti.
Nulla di preordinato, però, così come spiegato nell’incipit la composizione delle varie sequenze è stata realizzata “ad minchiam”, ci si può imbattere quindi in una foto del 1994 scattata a Sarzana seguita subito dopo da un’immagine immortalata in quel di San Francisco nel 2022.
Solo per citarne cinque fra le più suggestive: con Dee Dee Ramone a Biella nel 2001, all’El Paso di Torino nel 1998 e di fronte al CBGB di New York, nel 2001. Poi Boston 2014 e l’isola di Miyajima (Giappone), 2012.
Punk Rock The Manges Photo Archive è il libro che tutte le band, non importa se grandi o piccole, vorrebbero avere realizzato: un lavoro che restituisce appieno lo spirito che anima un gruppo di musica dura attraverso delle immagini.
Stefano “Steven Rich” Ricetti
Importante: il libro non si trova in libreria, è acquistabile solamente ai concerti dei Manges o sul sito di Tsunami Edizioni