Grindcore

Intervista Abbinormal (Eric)

Di Andrea Bacigalupo - 29 Maggio 2023 - 14:47
Intervista Abbinormal (Eric)

TrueMetal.it ha fatto quattro passi per i sentieri underground del grindcore italiano. Durante l’escursione ci siamo fermati a parlare con i lombardi Abbinormal. Di seguito il risultato dell’interessante chiacchierata con Eric, il loro cantante.

Intervista a cura di Antonio Miele

Ciao Eric, benvenuto sulle pagine di TrueMetal.it. Per chi non conosce gli Abbinormal, vuoi tracciare la loro storia?

Ciao a tutti! Innanzitutto grazie per lo spazio che ci state concedendo. Gli Abbinormal nacquero  nel lontano 1996, per mano del chitarrista Max Maestrelli. La prima formazione registrò un demo in cui furono inserite tutte le tracce allora create, ma poco dopo si sciolse. Quasi vent’anni dopo Max mi fece ascoltare quel demo, che negli anni a venire fu caricato su YouTube e mi colpì sin da subito la particolarità di quel sound, che univa l’attitudine Death/Thrash della vecchia scuola a sonorità più moderne e sperimentali. Considerando che si trattava di musica creata negli anni ‘90, era sicuramente già allora un bel passo avanti. La particolarità di sonorità atmosferiche in un contesto grezzo e estremo, o addirittura parti glam in un brano thrash metal, colpirono sin da subito la mia attenzione. Chiesi quindi subito a Max di riesumare il progetto, coinvolgendo due nuovi membri: Marco al basso e Luca alla batteria. Iniziammo a ri-arrangiare i vecchi pezzi e a crearne di nuovi, sempre con l’obiettivo di fare musica estrema il più personale possibile.

Come è nata l’idea di chiamarvi proprio Abbinormal? Qual è il significato del vostro monicker?

Il nome della band è ovviamente un tributo al film Frankenstein Junior e a una delle sue più celebri citazioni. Penso che descriva perfettamente la particolarità del sound della band, ed è un monicker assolutamente originale e inusuale per una band estrema. Ai tempi penso sia nato un po’per scherzo, per gioco, ma oggi invece assume un ruolo davvero importante all’interno del concept e dell’immaginario della band.
C’è chi dice che il Grind deriva dal Metal, chi dall’Hardcore, c’è chi pensa che è un’ulteriore estremizzazione del Death Metal e chissà cos’altro ancora.  Voi come definite quello che suonate, anche in considerazione delle le varie contaminazioni che si sentono nei vostri pezzi?

Siamo sempre stati contro ogni tipo di etichetta, perchè minimizzare l’arte e paragonarla ad un prodotto del supermercato è davvero riduttivo e controproducente. Ma capiamo benissimo le esigenze del mercato, che per forza di cose ha bisogno di catalogare la musica. Abbiamo quindi creato il termine Hellcore, proprio per frullare al suo interno tutte quelle che sono le sonorità principali della nostra musica, dal Grindcore all’Hardcore, dal Thrash al Death, passando appunto per quella frangia sperimentale che ci permette di dare un tocco di personalità alla nostra musica. All’interno della band abbiamo davvero le influenze più disparate, dalla musica classica al Black Metal, e penso che questa nostra apertura mentale influisca sul risultato finale, senza mai ovviamente dimenticarci quali siano le basi della nostra musica e le aree entro cui ci muoviamo.

Davide Scianca ha curato l’artwork di entrambi i vostri album. Com’è nata la collaborazione con questo incredibile artista? Come riesce a trasformare le vostre visioni sonore in immagini?

Davide è un artista incredibile, vi invito ad andare sulle sue pagine social e vedere tutte le sue opere. Lo consideriamo a tutti gli effetti il quinto membro della band, perchè grazie a lui la band ha davvero trovato un tocco distintivo capace di differenziarla da tutte le altre. Quando crea le nostre grafiche parte da un concept che noi gli proponiamo, ovviamente in attinenza coi nostri testi, ma ha poi totalmente carta bianca sul risultato finale. E’ un’artista visionario, in grado di dare forme e volti ai nostri pensieri. Per noi la parte grafica è importante tanto quella musicale e Davide riesce perfettamente a far immergere l’ascoltatore in un mondo totalmente folle e colmo di creatività.

Ed ancora: quali pericoli si annidano nell’albergo del Grind?

Il titolo ‘GRIND HOTEL’ nasce per scherzo, un gioco di parole che inizialmente ci ha fatto sorridere ma su cui abbiamo basato tutto il concept dell’album. Sono sempre stato incredibilmente attratto dagli Hotel e da tutto ciò che accade al loro interno. Ho sempre pensato a mura piene di occhi capaci di vedere cosa accadde all’interno delle stanze. Quante storie ne verrebbero fuori e chissà quanti misteri resteranno per sempre imprigionati all’interno di quelle mura, all’insaputa di tutti. E’ un concept per me incredibilmente affascinante, visionario ed estremo, che si è per l’appunto adattato perfettamente all’impatto della nostra musica.

Voi siete voi, indubbiamente, ma ci sono gruppi ai quali vi ispirate? Cosa ascoltano gli Abbinormal?

Come già ho detto, ognuno di noi ha le influenze più disparate, ma sicuramente ci sono alcune band che sono un po’più rappresentative di altre per il nostro sound, sicuramente in fase di composizione e potrei citarti alcune formazioni fondamentali come Napalm Death, Slayer, Cannibal Corpse, Sepultura e Terrorizer, a cui noi poi aggiungiamo quel tocco di groove e atmosfera che getta appunto le basi per il suono degli Abbinormal.

Nei vostri progetti c’è un tour che, magari, si espanda oltre i confini italici?

Come tutti ben sanno, non è certo il momento migliore per affrontare un tour. Già era difficile negli anni passati, figuriamoci adesso. Dopo l’accoppiata malefica pandemia/guerra la situazione è diventata quasi insostenibile, con prezzi al di fuori della portata di qualsiasi band underground. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo sempre e comunque di calcare i palchi, magari di supporto a realtà più grandi della nostra o all’interno di festival o eventi che riteniamo interessanti e meritevoli. Noi diamo il 110% di noi stessi dal vivo e quando abbiamo la possibilità di trasmettere al pubblico la nostra stessa energia lo facciamo sempre ben più che volentieri. Ovviamente vi invitiamo a venire ad assistere ad un nostro show, tenete d’occhio le nostre pagine social che son sempre ben aggiornate su tutti i nostri passi presenti e futuri.

Come consideri la scena metal italiana? In particolare, secondo te, il mondo underground ha il giusto fermento?

No, almeno finchè non cambierà la mentalità generale della gente. Di qualità musicale ne abbiamo tantissima, ma c’è proprio un indole innata tra noi italiani a sminuire il lavoro degli altri e a non supportare le realtà circostanti, ma anzi a denigrarle. Soprattutto in un momento come questo la musica underground ha bisogno di collaborazione e non di leoni da tastiera pronti a scaricare il proprio odio nei confronti di chi passo dopo passo riesce a realizzare qualcosa di notevole. Qualcosa molto lentamente sta cambiando, vedo piccole realtà in grado di realizzare eventi davvero a supporto della scena, ma la strada da fare è ancora lunga. Qui non avremo mai festival nati dal nulla come Brutal Assault, Summer Breeze , Wacken o Hellfest, che nel giro di qualche anno son passati da underground a popolarissimi proprio grazie al supporto del pubblico: qui non accadrà MAI, perchè siamo proprio noi stessi i primi a non aiutare le piccole realtà a crescere e ad affermarsi nel mondo.

Parliamo di ‘Gli Esclusi’’, unica traccia da ‘Grind Hotel’ cantata in italiano: è un’eccezione, diciamo un esperimento, oppure pensate di scrivere più pezzi in madre lingua in futuro?

Amo la lingua italiana, che può risultare affascinante nel suo lato più poetico tanto quanto d’impatto nel suo aspetto più aggressivo. Per ora è stato un esperimento, in futuro si vedrà. L’inglese resterà sempre la lingua principale, per la sua capacità di elaborare in maniera semplice e coincisa, con poche parole, un concetto ben più grande,  mentre l’italiano resterà per sempre la meravigliosa lingua del cantautorato, a volte poco adatta ad un genere come il nostro. Questo brano è solamente una sorta di tributo alla scena punk/grind/crust italiana e a bands come Cripple Bastards e Negazione, ma anche a tutto il creativo e irripetibile rock/alternative  italiano degli anni ‘90.

Di cosa si parla in ‘Grind Hotel’? C’è un filo conduttore che lega la scaletta oppure ogni pezzo è per se?

Tutti i testi son stati scritti in periodo pandemico. Non sono legati tra di loro da un unico tema, ma hanno come stato d’animo generale l’ansia, la paura, la difficoltà di rapportarsi al presente e a pensare in maniera positiva ad un futuro. Son tutti testi figli di quel determinato periodo della nostra storia e quindi molto aggressivi, negativi. Posso dire che è un concept sulla pandemia pur non essendolo affatto. Lo è a livello emotivo, tutto qui.

Con riferimento a ‘The Summer Is Tragic’, l’estate è tragica … sì, un po’ per tanti direi … ma immagino che voi non vi riferiate solo al caldo torrido ed alle code autostradali …

Esattamente come per ‘Grind Hotel’, o per brani come ‘Valzheimer’, i nostri titoli nascono spesso per scherzo. ‘The Summer is Tragic’ ne è un esempio ancora più lampante. Nulla a che vedere con il caldo, le zanzare o il traffico : sono solamente mie visioni, mie proiezioni mentali, che poi butto su un foglio di carta. Per me è molto più difficile spiegare un testo piuttosto che scriverlo, mi piace che le parole vengano interpretate in maniera diversa da persona a persona.

Chi ha paura del numero della bestia? Ed anche: quanto ci avete impiegata a scrivere un titolo del genere? Scherzo, naturalmente, a questa domanda puoi anche non rispondere.

Le fobie fanno parte della vita di tutti noi. Alcuni hanno paura ad ammetterle, altri si chiudono in casa per paura di entrare in contatto con esse. Volevo solamente trattare questo tema, in un contesto perlopiù oscuro, e quindi questa idea della paura del 666 era un qualcosa di incredibilmente Metal, senza chissà quale motivazione di base o ragione particolare. Il titolo lunghissimo, poi, rendeva ancora più anomalo il pezzo, che anche musicalmente risulta essere uno dei più vari della nostra discografia, passando da parti estreme a parti melodiche a tanto tanto groove.

Chi è il personaggio che vediamo nel video di ‘Discrimination’?

Marcin è ormai un membro della band, il fan più sfegatato che abbiamo. Noi tutti siamo contro ogni tipo di discriminazione (tema ovviamente portante del testo) e il suo personaggio rappresenta il volto di chiunque, almeno una volta nella vita, si sia sentito giudicato ed escluso. Il cosiddetto dito puntato addosso, dettato dall’ignoranza di un popolo che seleziona per razze, colori, religioni e scelte personali di vita. Un uomo arrabbiato, che si strappa il suo volto, pensando di essere in difetto pur non essendolo. E’ un video diretto, d’impatto, che ha nella semplicità il suo punto forte, ovverosia il messaggio di un mondo che da sempre ha riversato il proprio odio nei confronti delle minoranze e delle persone marginalizzate.

Concludiamo l’intervista ringraziando Eric per il tempo concesso e lasciando a lui i saluti ai lettori di TrueMetal.it. Grazie.

Grazie di cuore per l’intervista. Vi invitiamo a seguirci sulle nostre pagine social, a dare un ascolto al nostro nuovo lavoro ‘Grind Hotel’ e, appena ne avrete la possibilità, ad assistere ad un nostro infuocato concerto. Che l’Hellcore sia per sempre con voi!

 

Pagina Facebook :

https://www.facebook.com/abbinormalband

Per ascoltare GRIND HOTEL:

https://bfan.link/grind-hotel

Per ordinare la copia fisica di GRIND HOTEL:

https://adnoctemrecords.bigcartel.com/product/abbinormal-grind-hotel

Ultimi album di Abbinormal

Band: Abbinormal
Genere: Grindcore 
Anno: 2023
73