AOR

Intervista Creye (Andreas Gullstrand)

Di Fabio Vellata - 21 Febbraio 2023 - 0:01
Intervista Creye (Andreas Gullstrand)

Schietto e per nulla banale Andreas Gullstrand, leader e chitarrista degli scandinavi Creye. Nelle sue parole, l’orgoglio di essere leader di una band che non si nasconde e non nega il desiderio di ambire a qualcosa di più di un ruolo di culto nella scena del rock melodico continentale.
La possibile carta vincente, il nuovo album “III Weightless“, uscito giusto da un paio di giorni.

Intervista a cura di Fabio Vellata con la collaborazione di Francesco Maraglino

Ciao, sono Fabio di www.Truemetal.it, benvenuto sulle nostre pagine!
Prima di tutto, congratulazioni per il vostro terzo album. Ci è piaciuto molto come i precedenti.

Grazie! Felice di sapere che vi è piaciuto!

Raccontaci come è nato il full-lenght e se ci sono novità stilistiche rispetto ai precedenti…

Come tutti i precedenti, è iniziato con alcuni brani che hanno stabilito la direzione verso cui ci stavamo dirigendo. In questo caso volevamo dare al nuovo album un tocco più orientato alla band, fortemente radicato nel genere hard rock melodico (con un tocco fresco orientato al pop). Molte delle canzoni di “CREYE III: Weightless” sono state scritte solo da noi che ci siamo concentrati sulle idee per delineare le canzoni e poi produrle. Un’altra cosa che lo rende diverso è che non stiamo lavorando con scrittori esterni, il che in un certo senso lo rende più nostro che mai.

Questo è anche un album che ha una qualità compositiva altissima, che fa un po’ la differenza rispetto ad altre realtà contemporanee, che puntano tanto sul groove e sull’energia (che, tra l’altro, non vi mancano).

Come ho detto, molte dei pezzi erano solo idee approssimative su cui abbiamo suonato finché non abbiamo avuto qualcosa che potesse assomigliare a una canzone. Tutte idee e piccoli abbozzi in una versione molto approssimativa. Nessuna voce o qualcosa del genere. Penso che questo abbia sicuramente reso il groove un processo naturale. C’è anche molta professionalità per quanto riguarda la teoria musicale e l’arrangiamento poiché la maggior parte dei membri ha studiato musica a livello universitario. Questo, in combinazione con un bel po’ di tempo speso nelle fasi di pre-produzione e l’aver riflettuto davvero sulle cose, ci ha restituito il risultato che senti sull’album. Alla fine, tutto si riduce a se quello che stiamo facendo è qualcosa in cui crediamo e che possiamo sostenere. In caso contrario, dobbiamo apportare alcune modifiche finché non lo diventa.

Tra le nuove canzoni, ce n’è qualcuna a cui ti senti più vicino?

Dal momento che scrivo la melodia e il testo di tutte, incorporo parti di me stesso in ognuna di loro. Ma devo dire che “Stay” è probabilmente la cosa più personale che abbia mai osato scrivere in una canzone. Quando lasci veramente che le emozioni di un singolo momento e il tuo cuore guidino la tua musica (non importa dove ti porti) di solito ne esce qualcosa di molto radicato e vicino. Perciò “Stay” sarà sempre molto speciale per me, un po’ come una fotografia di un momento nel tempo.

Come hai suggerito, nella vostra proposta artistica è talvolta evidente – accanto all’amore per l’AOR americano e lo Scandi Aor – un occhio (sempre misurato ed elegante) verso il pop-rock contemporaneo.
Volete rivolgervi anche al mercato mainstream? Molte delle vostre canzoni hanno il potenziale per andare oltre i confini dell’hard rock…

Ovviamente cerchiamo sempre di raggiungere un pubblico il più ampio possibile. E se mai dovesse presentarsi l’opportunità per un posto per noi in quel mercato, lo accoglieremo sicuramente!

Stavamo parlando di Adult Oriented Rock. Quali sono i nomi che ami di più?

Si tratta di una discussione in bilico su cosa sia e cosa non sia il rock “per adulti”. Non sono sicuro che questa domanda sia diretta solo a quella scena in particolare, ma i Survivor saranno sempre la mia base per tutto ciò che arriva dalla scena americana. Ma band come Boston, Go west e Mihael Bolton ci stanno molto a cuore. Se parliamo in generale di ciò che ascolto, direi che H.E.A.T, H.E.R.O, Smash into pieces, Mitchell Tenpenny, The Midnight, The 1975 mi piacciono molto.
Ma ho un gusto davvero ampio per quanto riguarda la musica.

La scena melodic hard rock/AOR scandinava è sempre molto fertile: attualmente ci sono molte band nel genere. Per quale motivo, secondo te, questo genere nato negli States, si è radicato così bene nel Nord Europa?

Non ne ho idea ad essere onesto. Qualcosa nell’acqua?

Qual è la tua opinione su band storiche del genere come Europe e Treat? Pensi che siano ancora attuali o pensi che le band di oggi siano migliori?

Attuali, no. Datate, sì. Penso che H.E.A.T, Art nation, Seventh Chrystal ed Eclipse siano band che fanno molto di più per spingere il genere nel presente piuttosto che qualcosa che ormai appartiene a 30 anni fa.

Come ti sei appassionato a questo genere musicale (oggi considerato “underground”), e perché l’hai scelto invece di qualcosa di più mainstream?

Penso davvero di essere molto interessato alla musica mainstream, quindi non mi limiterei a questo genere. Sono interessato alla musica in generale e le mie radici sono principalmente nell’hard rock. Ero un ragazzino negli anni ’90 e quel tipo di musica è stata una parte importante dei film e della televisione, quindi è sempre stata presente nella mia vita in modo piuttosto naturale.

Parlando delle band AOR scandinave, esiste una vera e propria “scena” in questo senso? Voglio dire, ci sono luoghi di riferimento, festival, ci si incontra per suonare, ci sono scambi di esperienze e amicizie tra le band?

Una domanda difficile a cui rispondere. Penso che la “scena AOR” in generale sia uno stile molto underground che, per definizione, non ha davvero le basi per avere festival o luoghi specifici a suo nome. Il ritorno è solitamente piuttosto basso e la maggior parte di questi festival sono sostenibili solo come eventi una tantum. La maggior parte degli altri festival o luoghi tende ad avere pochissimo interesse per le “band AOR” poiché il pubblico in generale è semplicemente troppo piccolo e specifico. Ma a mio parere i Creye non sono una band AOR e non abbiamo gravitato verso quel genere sin dal primo album: anche quell’album non può in alcun modo essere etichettato come un “album AOR”. Ci sono sicuramente un sacco di band là fuori che ci piace incontrare quando suoniamo ai festival e così via. Ma la mia esperienza generale è che la maggior parte delle band che operano nel nostro stesso genere (rock melodico degli anni ’20) stanno lottando per gli scarti, anche solo per poter suonare uno spettacolo gratuitamente, per un pubblico di circa 50 persone. Penso che di per sé crei davvero una certa tensione tra le band. È semplicemente un ambiente MOLTO competitivo: la maggior parte delle band sente di meritare un posto sul palco (cosa che sicuramente è vera nella maggior parte dei casi). Per capire davvero cosa c’è in gioco, qui stiamo parlando di 4-6 persone per band che hanno investito tutta la loro vita e i loro risparmi nella loro musica, praticato per una grande quantità di ore al giorno per anni e anni (a volte decenni). E molte di queste persone hanno davvero talento a livello mondiale di cui potrebbero essere consapevoli in una certa misura.
Voglio dire, è davvero molto difficile fare amicizia con i tuoi concorrenti in quelle condizioni.
Detto questo, mi sono imbattuto solo in uno o due che sono stati dei veri idioti. Per il resto, tutti sono troppo concentrati sulle proprie lotte e battaglie da superare per affermare il proprio gruppo.

Ma tu cosa speri di ottenere con Creye? Hai qualche obiettivo particolare o ti basta fare musica e portare avanti la tua band senza puntare a niente di particolare?

Speriamo davvero di riuscire a fare un vero tour e possibilmente fare un po’ di soldi cammin facendo. Ma almeno fare un paio di spettacoli di promozione all’album sarebbe una vittoria, arrivati a questo punto.

A proposito, ascolti molta altra musica?
Cosa ti ha stimolato di più nell’ultimo anno?

Direi che ascoltiamo un bel po’ di stili musicali diversi, cosa che sicuramente si vede nella nostra musica. Io personalmente ho ascoltato parecchio “The midnight”, “The 1975”, “Mitchell Tenpenny” “John Mayer” e “H.E.A.T” solo per citarne alcuni.

Oltre alla musica, hai qualche altra passione particolare? Come trascorri il tuo tempo libero fuori dagli studi e lontano dai tuoi strumenti?

Tempo libero? Haha! La maggior parte di noi studia o svolge lavori giornalieri. Dopo è il momento di fare musica la sera e nei fine settimana. Ma personalmente, quando ho del tempo libero, faccio un sacco di riprese e fotografie (tutti i video musicali di questo album sono prodotti e girati da me), ho un grande interesse per la Formula 1 e spendo parecchio tempo in palestra.

Se non fossi stato musicista, cosa avresti voluto fare?

Probabilmente lo chef.

È stato un piacere. Ti lascio spazio per un tuo personale saluto!

Anche per me! Per tutti i fan là fuori, speriamo di vedervi on the road molto presto! Grazie per tutto il supporto!

Buona fortuna per tutto e davvero grandi complimenti.
La vostra musica è sempre fantastica…

Grazie mille!

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