Rock

Intervista The Speaker Wars (Stan Lynch)

Di Fabio Vellata - 11 Luglio 2025 - 9:00
Intervista The Speaker Wars (Stan Lynch)

Il curriculm di Stan Lynch non ammette repliche. Siamo ai confini della leggenda.
Dopo aver collaborato e scritto canzoni per alcuni dei più grandi artisti della storia americana, è tornato a suonare il suo strumento preferito. La batteria, con cui ha stabilito una solida carriera assieme ad un mito enorme del rock come Tom Petty, negli Heartbreakers.
E con la quale è tornato a fare ottima musica in un progetto tutto nuovo, debitore dei suoi trascorsi musicali: i The Speaker Wars.

Abbiamo avuto la fortuna di incontrarlo per saperne un po’ di più…

 

Intervista a cura di Fabio Vellata

Ciao, sono Fabio Vellata di www.Truemetal.it. Benvenuto sulle nostre pagine, è un vero onore intervistarti.

Piacere di conoscerti, Fabio!

Partiamo dall’inizio. Raccontaci come è nato il progetto Speaker Wars e come sei entrato in contatto con Frontiers Music.

Gli Speaker Wars sono il risultato di un incontro fortuito con il mio collaboratore/coautore e ora compagno di band, Jon Christopher Davis. Jon aveva un contratto discografico con una major per pubblicare un album solista e a me fu chiesto di produrre il progetto. L’etichetta voleva imporre canzoni scritte da altri che non erano nemmeno lontanamente interessanti o “buone” come il materiale che io e JCD avevamo scritto. Dopo un incontro non proprio cordiale con i “potenti”, finimmo per farci licenziare entrambi! Stavo cercando di evitare JCD nel parcheggio, pensando che si sarebbe arrabbiato molto perché ero riuscito a farci cacciare. Invece, mi ringraziò! Ho pensato: “Questo ragazzo è davvero speciale”. Da lì, la nostra amicizia si è sviluppata. Abbiamo collaborato, scrivendo molte nuove canzoni. Durante la registrazione del nuovo materiale, il gruppo di Jon continuava a spingermi a suonare di nuovo la batteria. Ci piaceva il suono allegro che producevamo, così abbiamo messo insieme una band dal vivo: sono entusiasta di aver ripreso il mio vecchio lavoro!
Poi il nostro iconico manager, Larry Mazer, è entrato in scena ed ha fatto sentire le nostre canzoni a Frontiers Music. Beh una settimana dopo, avevamo un contratto discografico!

Qual è la storia dietro il nome della band?

Non sono un tipo violento o qualcosa del genere, ma sono appassionato di musica e sono disposto a dare il massimo per farla bene… è l’unica guerra che combatterò. Combatterò con tutte le mie forze per quello che esce dagli altoparlanti. Voglio sempre sentire il meglio che possiamo fare. Da qui, “The Speaker Wars“.

Il vostro stile predilige atmosfere roots con molte influenze country, un po’ di rock e qualcosa di rockabilly. Il marchio Heartbreakers è intenzionalmente evidente o è nato tutto spontaneamente e senza alcun desiderio di rendere omaggio al grande Tom Petty?

Niente nella mia vita è pianificato. Questo disco è nato quasi per caso, mentre io e JCD stavamo scrivendo e provando canzoni. Dopo un po’, abbiamo cercato e scoperto di avere abbastanza materiale per pubblicare un disco divertente.
Quindi, che lo si chiami spontaneo o no, quando mi siedo a scrivere una canzone o a suonare uno strumento, faccio semplicemente ciò che mi viene naturale. Il mio sound è semplicemente quello che so fare.
Nasce da un luogo onesto e dal cuore!

Sicuramente il genere che proponete è adatto a un pubblico di ascoltatori esperti. Vi crea qualche grattacapo aver realizzato un album che, quasi certamente, non verrà preso in considerazione dagli utenti più giovani?

Anche se resta da vedere se il disco verrà accolto da un pubblico ampio e diverso, di recente abbiamo suonato dal vivo e il pubblico aveva un’età compresa tra i giovani adolescenti e gli ottant’anni! Sono stati molto gentili e disponibili, sono rimasti ad ascoltare e si sono scatenati per 90 minuti su canzoni che non avevano mai sentito prima. Il bis è stato bellissimo!
Stiamo facendo buona musica, onesta, piena di sentimento e di qualità. Tutti dovrebbero ascoltarla. Gran parte della musica contemporanea di oggi mi suona vuota. Quindi resterò fedele alla mia posizione. Al mio stile. Mi ha servito bene in tutti questi anni e ne sono soddisfatto.

Come sono nate le canzoni di questo debutto? Non ho potuto fare a meno di notare una netta divisione dell’album. Una prima parte più elettrica e una seconda decisamente country e rilassata. Immagino che siano state scritte in momenti diversi…

I brani del disco sono stati selezionati dal nostro produttore esecutivo, Mike Pisterzi, per portare l’ascoltatore in un viaggio di piacere con noi. Dal selvaggio, al satirico, al sincero, speriamo che faccia provare qualcosa di buono. Io e JCD scriviamo ciò che sentiamo e ciò che sappiamo. Scriviamo continuamente e non ci imponiamo alcun limite a vicenda. Entrambi crediamo che ci siano solo due tipi di musica… buona e cattiva.

Quali aspettative avete per questo progetto? Sperate di ottenere un ampio consenso o l’avete semplicemente messo in pista per pura passione e divertimento?

Entrambe, in realtà. L’album è uscito da alcune settimane e abbiamo ricevuto ottime recensioni da appassionati, musicisti, addetti ai lavori e critici. Il nostro obiettivo è far conoscere la nostra musica al mondo, partire in tour il prima possibile e suonarla: e voi godetevela!

Hai una grande esperienza e hai sicuramente ascoltato molte cose. C’è ancora qualcosa che ti entusiasma?

Trovo ancora entusiasmo ovunque e nelle esperienze quotidiane. Gioia, amore, creatività, salute, natura, formazione continua. Sono grato per la vita che la musica mi ha dato. Se mi chiedi di nuova musica, sono un fan di tutto ciò che è buono e ben fatto! E in questo senso il disco “Speaker Wars” mi entusiasma. È nuovo e la gente mi ha detto che lo trova ben fatto.

Ci sono album o canzoni in particolare che hanno cambiato il tuo modo di pensare alla musica?

Il primo album degli Allman Brothers. Quel disco aveva così tanti momenti “wow” senza sforzarsi troppo. È un ottimo esempio di scrittura sincera e sentita da parte di musicisti al top della loro arte.

Come si è evoluto il tuo processo creativo nel corso degli anni e quali sono stati i fattori trainanti di questa evoluzione?

Ora ne so di più. Ho inciso molti dischi e suonato molti concerti. L’esperienza è una maestra magistrale. Quando l’ispirazione arriva e le parole e la melodia fluiscono, il “processo” scorre in modo spontaneo. Riesco a esprimere le mie idee subito.

Ci sono musicisti o gruppi specifici con cui ti è piaciuto particolarmente collaborare?

Don Henley, Roger McGuinn, Bob Dylan, Tom Petty, Steve Lukather, Danny Kortchmar. Tutti questi artisti mi hanno lasciato un segno. Sono brillanti…

In che modo le collaborazioni hanno influenzato la tua musica e la tua crescita personale come artista?

Ho imparato ad avere una mente aperta, ad ascoltare sempre e a cercare sempre di aiutare. Soprattutto, non mi arrabbio mai con chi ha una buona idea…

Cosa ti motiva e ti appassiona a continuare a creare e suonare musica?

Non ho altro! È tutto ciò che ho sempre saputo fare. Ho grandi amici che sono collaboratori e musicisti. È il modo in cui comunichiamo tra di noi. Poi a volte anche il mondo intorno ascolta, il che rende la cosa interessante.

Se potessi tornare indietro e dare un consiglio a te stesso più giovane che ha appena iniziato a fare musica, quale sarebbe?

Ok, va tutto bene, rilassati…ce la farai!

Come percepisci lo stato attuale dell’industria musicale e quali tendenze ritieni più evidenti?

Quale industria? È in rovina, se lo si paragona a un’epoca in cui le persone potevano guadagnarsi da vivere scrivendo e registrando musica. La barriera all’ingresso era tale che le persone dovevano guadagnarsi un posto per registrare con talento, ambizione, ottime capacità di scrittura e di esecuzione. Quando un disco veniva prodotto, i fan dovevano cercarlo e pagarlo. Oggi, tutti possono suonare, si guadagna poco e ci si aspetta molto. I mezzi per registrare musica e mandarla in giro per il mondo sono nelle tasche della maggior parte delle persone: sono i loro telefoni.
Inoltre, i servizi di streaming vendono musica in blocco e la maggior parte degli artisti guadagna 3 o 4 dollari per migliaia di ascolti. Per quanto riguarda le tendenze, gran parte di ciò che esiste è derivativo, ma le tendenze spesso sono cicliche come la maggior parte delle cose nella vita. Gran parte della musica pop odierna si è evoluta dall’elettronica con l’aggiunta di linee vocali… Il country è più rock…
I The Speaker Wars, infatti, affondano le radici nella melodia, nel ritmo e nei testi evocativi, che stanno tornando di moda con il nuovo country e il rock melodico.

Chiudiamo con una domanda inevitabile…
Tom Petty se ne è andato ormai da otto anni. Che ricordi hai di lui? Che tipo di persona era? Hai qualche aneddoto che vorresti condividere con noi?

Volevo bene a Tommy. Eravamo amici prima ancora di essere compagni di band. Era uno spasso. Divertente, caustico, mutevole, creativo e di una passione abbagliante. Mi manca…non posso dire altro…

Grazie mille e congratulazioni per il tuo album. L’ho trovato molto caloroso e appassionato. In bocca al lupo per tutto!

Grazie per averlo preso in considerazione…l’ho apprezzato molto!

https://www.thespeakerwars.com
https://www.facebook.com/TheSpeakerWarsMusic

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