Sludge Stoner

Live Report: Dopethrone + Sacri Suoni @ Legend Club (MI) – 28/07/2025

Di Jennifer Carminati - 29 Luglio 2025 - 10:16
Live Report: Dopethrone + Sacri Suoni @ Legend Club (MI) – 28/07/2025

Live Report: Dopethrone + Sacri Suoni @ Legend Club (MI) – 28/07/2025

In questa estate 2025 ricca di eventi in tutta la Penisola, tornano a farci visita direttamente dai vicoli fumosi di Montréal, i maestri dello sludge-doom Dopethrone, per quattro imperdibili date italiane, tra cui quella di lunedì 28 luglio al Legend Club di Milano.
Grazie ad HardStaff Booking potremo affrontare nuovamente un viaggio nelle profondità più cupe del doom, nello sludge più pesante e senza compromessi, tra riff sabbiosi, distorsioni assassine e vibrazioni che ti entrano nelle ossa.
Dal Quebec, stonati e predestinati, il gruppo sludge-doom-stoner che non ti aspetti, viene a spettinarci in una serata ad alto volume, con tutta la sua carica di fuzz, fango e distruzione sonora.
Sei pronto a uscire sordo in una sola notte? Noi di TrueMetal si, e ora vi raccontiamo com’è andata la terza data di questo minitour italiano organizzato da Corrado e la sua HardStaff Booking.
È sempre una buona idea ricordarsi di portare con sé i tappi per le orecchie ad un concerto, e molti si saranno pentiti di non averlo fatto in questa serata irrinunciabile per chiunque voglia viaggiare, almeno con la mente, lontano dall’arsura afosa tipica delle estati sotto la Madonnina, in compagnia di artisti internazionali raramente rintracciabili da queste parti.
Vediamo com’è andata questa tappa milanese che vede in apertura gli italiani Sacri Suoni, che finalmente riesco a vedere dal vivo dopo un paio di occasioni sfumate.

Sacri Suoni

Dalle ceneri del progetto stoner-sludge-doom noto come Stoned Monkey, nel 2022 nascono i Sacri Suoni: una band molto interessante che, prendendo ispirazione da diversi generi e sonorità, risulta essere molto apprezzabile per via delle influenze psichedeliche che danno un tocco di qualità e di originalità a sonorità cupe, ipnotiche e distorte.
La particolarità maggiore di questa band è il fatto che la loro proposta sia interamente strumentale: eccellente e decisamente ispirato il lavoro della sezione ritmica di Alessio e Mattia che permette alle chitarre di Gianmarco e Giacomo di dare vita a dei veri e propri trip allucinati.
Brani lenti e sabbathiani si alternano ad altri caratterizzati da un fortissimo delay, che crea un tappeto di suoni ripetuti al limite del disturbante.
Pesanti goove sludge e stoner che diventano poi un qualcosa di simile al cosiddetto post-stoner rock e ambient metal; rock psichedelico che incontra a tratti anche il progr e sonorità tipiche degli anni ’70 , in una resa finale dal sicuro impatto emotivo sugli astanti.
Questa sera ci regalano ben 45 minuti di grande intensità: complessi e non certo di facile ascolto, i Sacri Suoni ci ricordano che anche in casa nostra abbiano realtà molto interessanti che meriterebbero maggiore visibilità all’interno della scena underground da cui si fa sempre più fatica ad emergere.
I Sacri Suoni in questa occasione hanno saputo esprime appieno il loro concetto fondamentale: “No words, only tons of watt”, attraverso un live set pressoché perfetto.
Incisivi ed efficaci, sono stati un ottimo preludio per quello che verrà tra poco.
E ora, tutti al banco del merchandise, a supportare come si deve il metal italiano.

Lineup
  • Mattia Carabelli – basso/sint/sample
  • Gianmarco De Santis – chitarra solista/sint
  • Giacomo Tagni – chitarra ritmica
  • Alessio Gavioli – batteria
Setlist
  1. Doom Pespection of the Astral Frequencies
  2. Six Scalps for Six Sounds
  3. Senza titolo (nuova canzone dal nuovo album)
  4. Plutomb, Engraved in Reality

 

Dopethrone

E sono le 22, quando, dopo una più che apprezzabile introduzione country-blues salgono sul palco i Dopethrone, gli headliner di stasera. I canadesi iniziano con “Planet Meth” ed è subito chiaro come il loro suono sia fortemente debitore agli Electric Wizard, a cui devono anche il nome; questo è innegabile.
Come lo è anche il fatto che i Dopethrone, per quanto mi riguarda “adorabilmente marci”, sappiano abilmente trascinarci nei loro riff fangosi e sabbathiani senza soluzione di continuità alcuna. Allucinati e violenti allo stesso tempo, con un atteggiamento sul palco da “fattoni impertinenti e inopportuni” che ben si addice alla loro proposta.
Il dubbio che abbiano fatto abuso di ben altro che dell’ascolto a ripetizione degli album della band di Justin Oborn, viene a chiunque si approcci a questo trio del tutto singolare; basta ascoltare  “Chameleon Witch” e “Shot Down” riproposte in sede live con quel loro modo tipico di fare per capire cosa intendo.

Ignoranti e marci nella migliore delle eccezioni, sono capaci di distinguersi dalla massa, con la loro versione di uni sludge immediato del tutto caratteristico, carico di voci tipiche del black metal.
Ad ogni sorso di alcol i discorsi di Houde diventano oggettivamente più incomprensibili; tuttavia, questo non ostacola in alcun modo la loro performance del tutto incisa e peculiare.
All’interno del Legend questa sera si respira un’aria da centro sociale, con tutta l’accezione positiva di questa mia affermazione: un’atmosfera semplice, genuina, divertita, di chi con una birra in mano vuole sentire della musica che piace in buona compagnia.
Menzione d’onore alla solida carriola piena di fango che va sotto il nome di “Wrong Sabbath” da “Transcanadian Anger” del 2018, apparentemente una presa in giro benevola di “Transylvanian Hunger” dei Darkthrone, e si continua con “Life Kills You” dal loro ultimo album, “Broke Sabbath” uscito lo scorso anno e pieno di riff alla Iommi.
Mentre Houde cerca di convincerci inutilmente che la prossima canzone “non parlerà di droga“, ci ricorda il loro umorismo del tutto squilibrato, carico di rabbia e cattiveria, con titoli come “Dry Hitter” e “Devil’s Dandruff” che parlano da soli.

Come prevedibile, “Scum Fuck Blues” fa esplodere ulteriormente il pit, con il suo livello di marciume e sonorità sporche che mi ricorda molto i miei amati Eyehategod (qui potete leggere il mio Live Report dell’ultima data milanese).
Il basso a 5 corde di Mike Riopel ci rivolta ininterrottamente le budella, mentre la voce, marcia e malata, di Vincent Houde, è perfetta per interpretare i lori testi sui riff spesso ossessivamente ripetuti e trascinati all’inverosimile.
Impossibile poi staccare gli occhi dal carismatico batterista Shawn: mille facce e mosse da “punkabbestia strafatto” che per quanto mi riguarda lo rendono protagonista indiscusso del palco.
Nulla di nuovo direte voi, ma va bene così dico io.
I Dopethrone hanno ora sei album e numerosi EP/split all’attivo e saper fare bene sempre la stessa cosa, senza annoiarsi ne annoiare mai, non è da tutti. Ci vuole arte&mestieri, e i Dopethrone ne l’hanno da vendere.
Interpreti di un insano disagio esistenziale, rabbioso, schizofrenico a cui il buon Vincent da aggressivamente voce con i suoi testi crudi, di vita vissuta in prima persona, che raccontano di depressione, degrado e dipendenze.
Oggettivamente impossibile non lasciarsi catturare dai Dopethrone, al di là che piaccia o meno la loro proposta, ma certamente, chi era qu questa sera, ha apprezzato alla grande il loro live molto sentito e ben riuscito, fatto con la passione di chi gira volentieri i palchi di tutto il mondo senza porsi il problema di quante persone si troveranno di fronte.
Un’ora secca travolti da questo continuo senso di fastidio e disagio, brano dopo brano il tempo in loro compagnia è andato via veloce, pure troppo per i miei gusti.
Il trio canadese è una delle realtà sludge più influenti degli ultimi vent’anni e lo ribadiscono a gran voce ad ogni occasione utile: distorti e lenti all’inverosimile, il muro sonoro che ereggono a sei mani ad ogni concerto è un inno al degrado, tra droghe, rabbia e stregonerie, e in questo lunedì di fine luglio al Legend non sono stati da meno.
I Dopethrone hanno ampiamente dimostrato di essere ancora degli instancabili portabandiera dello sludge in ogni sua declinazione, e noi gli vogliamo bene per questo.
Ci si rivede prestissimo, sempre tra queste righe.
Stay tuned and Stay Metal.

 

Lineup
  • Vincent Houde – voce, chitarra
  • Mike Riopel – basso
  • Shawn – batteria
Setlist
  1. Planet Meth
  2. Chameleon Witch
  3. Shot Down
  4. Dark Foil
  5. Wrong Sabbath
  6. Dry Hitter
  7. Devil’s Dandruff
  8. Scum Fuck Blues
  9. Life Kills You
  10. Killdozer