Report: 18/11 Domine+Vision Divine
Domine+Vision Divine Rolling Stone Milano Giovedì 18 Novembre 2004.
Sarà stato per il fatto dell’ingresso gratuito all’interno della rassegna Rock Tv Night ma al Rolling Stone Giovedì sera c’era veramente tanta gente, segno che la voglia di metallo di qualità targato Italia non sembra mancare e questo, se permettete, mi sembra un dato altamente positivo.
All’interno di queste rassegne però esiste anche il lato opposto della medaglia che riguarda il tempo concesso alle due band per l’esibizione: mezz’ora a testa che, per due acts navigati come Domine e Vision Divine è veramente poco. In ogni caso alla fine il pubblico si è divertito ed è la cosa più importante. Il locale apre verso le ventuno e quaranta ed i toscani Domine iniziano il concerto intorno alle ventidue e trenta. Penso non sia il caso di presentare la band di Enrico Paoli e Morby a nessuno, essi, dopo una lunghissima gavetta in questi ultimi anni stanno raccogliendo il giusto successo, a mio avviso più che meritato. Dopo l’intro di rito Morby attacca alla grande con “Battle Gods” e nel pit è subito putiferio assoluto, la forza ancestrale sprigionata da questo gruppo nelle rappresentazioni dal vivo è qualcosa di palpabile ed il pubblico lo sa bene. I suoni all’inizio sono così così ma le cose migliorano decisamente con il secondo pezzo in scaletta: “Thunderstorm”. Il feeling fra il gruppo e il pubblico è, come da copione, alle stelle, i cori non vengono lesinati e tra il tripudio Morby dà il via ad “Aquilonia Suite”, uno degli episodi migliori del loro ultimo album, e il Rolling Stone sembra echeggiare antiche odi di barbarica memoria. Non manca poi il pezzo irrinunciabile per ogni fan dei Domine, la devastante “Defender”, dove nell’acuto finale Morby tocca picchi inauditi come sempre. Si chiude con “Dragonlord” altro cavallo di battaglia dei toscani che tra gli epici cori del pubblico terminano la loro performance. La band è affiatata e si vede, il tappeto di tastiere del virtuoso Riccardo Iacono si innesta alla perfezione nella macchina da guerra creata dalla chitarra e dal basso dei fratelli Paoli. Su Morby non si discute ed il batterista Stefano Bonini, pur non essendo spettacolarissimo pesta come un fabbro che poi alla fine è la cosa che la gente vuole. Per la cronaca i Domine, per la mancanza di tempo a loro disposizione, hanno dovuto tagliare dalla scaletta “The Ride Of The Valkyries”, “Prince In The Scarlet Robe”, “True Believer” e “The Hurricane Master”. Purtroppo ho seguito in maniera altalenante l’esibizione dei Vision Divine causa problemi di parcheggio della mia vettura in un notte di pulizia strade quindi più di tanto non posso dire e mi dispiace. La band di Olaf Thorsen e compagni, pur essendo infarcita di validissimi musicisti, dal vivo non possiede l’impatto del gruppo che l’ha preceduta quindi il loro concerto ha visto una partecipazione del pubblico del Rolling Stone minore rispetto ai Domine. La professionalità di tutti i componenti ha comunque ristabilito i valori in campo fornendo una prestazione degna di nota. Il cantante è stato protagonista di un acuto da brividi che ha sollevato gli applausi della platea. Tra i pezzi più riusciti sicuramente “Send Me An Angel”, in generale comunque un’ulteriore conferma del valore dei Vision Divine, dimostratisi poi, come i loro compari Domine, persone alla mano che non si atteggiano da rockstar, disponibili a foto, chiacchierate e strette di mano con i metallari convenuti. La forza del metallo a mio modo di vedere risiede proprio in questo, il legame fra le band ed il pubblico, se in futuro dovesse mancare, sarebbe la fine della musica da noi più amata.
Stefano “Steven Rich” Ricetti