Recensione: Bite the Bullet

Di Stefano Ricetti - 25 Novembre 2025 - 7:17
Bite The Bullet
Band: Midnite City
Etichetta: Pride & Joy Music
Genere: Hard Rock 
Anno: 2025
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
75

Leggermente memo impetuosi degli svedesi Crashdiet, gli inglesi Midnite City (qui intervista al cantante Rob Wylde) da qualche tempo a questa parte incarnano la miglior proposta disponibile in terra d’Albione in termini di hard rock anni Ottanta di stampo californiano, quello che più sommariamente si è sempre definito come Hair Metal piuttosto che Glam Rock del Sunset Strip.

All’interno dei Midnite City si annida una vecchia volpe del metallo melodico britannico, ossia il cantante e fondatore Rob Wylde, già nei gallesi Tigertailz nel periodo degli Ep (Knives, 2014 e Shoot To Kill 30 Years Reissue, 2016 ) e dei due album Lost Reelz del 2015 e Blast del 2016.

I Midnite City esistono dal 2017 e a oggi hanno realizzato un Ep (Open Invite, del 2019) e cinque album, Midnite City del 2017, There Goes The Neighbourhood del 2018, Itch You Can’t Scratch del 2021, In At The Deep End del 2023 e Bite The Bullet quest’anno, oggetto della recensione. La line-up 2025, in continuità con quella del disco precedente, schiera, oltre a Wylde alla voce e alla chitarra ritmica, Miles Meakin alla chitarra, Josh “Tabbie” Williams al basso, Shawn Charvette alle tastiere e Ryan Briggs alla batteria.

Il Cd, così come In At The Deep End è sempre licenziato sul mercato dall’etichetta tedesca Pride & Joy Music, missato dal vincitore di un Grammy (Chris Laney, già all’opera con Europe, Crashdiet, Crazy Lixx, Pretty Maids), si declina lungo undici tracce per poco più di tre quarti d’ora d’ascolto ed è accompagnato da un libretto di dodici pagine con tutti i testi stesi su di una base giallonera che fa molto Stryper richiamante i colori della copertina del disco, una foto della band nelle due centrali e un’altra nell’ultima facciata, oltre agli special thanks e alle note tecniche di prammatica.

Fedelissimi alla linea e orgogliosi di esserlo, i Midnite City, non cambiano di una virgola il loro approccio di sempre affondando spudoratamente le proprie radici nell’universo hard rock americano per poi distillarlo in chiave europea, forti di una produzione possente in grado di valorizzare ogni singolo passaggio.

Così come già scritto in occasione di In At The Deep End avere fra le proprie fila un talento come Rob Wylde fa la differenza. Uno che sa pennellare il giusto e tirare quando serve, senza macchie di sorta.

Bite the Bullet si risolve in un coacervo di Hair Metal purissimo carico di tastiere curato in ogni suo particolare e prodotto in maniera impeccabile. Un Cd dalla “botta” alle casse assicurata, forte, decisa e penetrante. Per tutti i cultori: la batteria suona anni Ottanta in maniera sublime. A partire da “Live Like Ya Mean It” sino ad arrivare a “When The Summer Ends” i Midnite City si mantengono sul pezzo senza sbagliare un colpo che sia uno passando dalla zuccherosa “Seeing Is Believing” alla toccante “It’s Going To Be Alright” e al rock arena di “Heaven In This Hell” e “Lethal Dose Of Love”. Così come per il predecessore, manca il brano che spicca sul resto, ma trattasi di peccato veniale, data la qualità media sostenuta per i tre quarti d’ora a disposizione.

Una garanzia.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti       

 

 

 

Ultimi album di Midnite City