Recensione: Brace for Impact

Di Fabio Vellata - 21 Ottobre 2022 - 8:00
Brace for Impact
Band: Perfect Plan
Etichetta: Frontiers Music
Genere: AOR  Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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85

Prosegue con puntualità e costanza l’ascesa di Kent Hilli e dei suoi Perfect Plan.
Un gruppo nato quasi per caso, sulla base di una cover band fondata per puro passatempo, che è riuscito nell’arco di soli tre album ad affermarsi tra le cose migliori proposte dal rock melodico di radice nord europea.
Avvisaglie sperimentate con il buon disco d’esordio “All Rise” (2018), ampliate con il successivo Time for a Miracle (2020) ed ora giunte ad una sorta di punto di svolta con “Brace for Impact”. Il cd che secondo le intenzioni, dovrebbe confermare definitivamente lo status “superiore” del quintetto svedese.

In fondo, non serviva moltissimo per poterne decretare la caratura.
La voce di Hilli è ormai una sicurezza, tanto da essere diventata sempre più ricercata all’interno della scena proprio come confermano le recenti, prestigiose, collaborazioni. Giant e Restless Spirit su tutti.
Il nucleo di musicisti è rodato da tempo immemore: poche o nulle variazioni sin dall’epoca della loro esistenza “amatoriale”. Una garanzia di affiatamento e resa.
Il songwriting è attagliato alla perfezione sull’immaginario del rock melodico di alta classe. Una miscela di orecchiabilità, prestanza strumentale e hookline che dopo un paio di ascolti, iniziano a ronzare perennemente in testa per giorni.
Il tutto racchiuso all’interno di un’aura da predestinati che, un po’ per merito della label pronta a spingerli sin da subito ed un po’ per valore effettivo, rotea sulle teste dei Perfect Plan sin dagli esordi.

Insomma, bastava rimanere allineati su quanto di buono già fatto intravedere in precedenza, per andare a punto senza troppi problemi.
Detto fatto: “Brace for Impact” è davvero un gran bell’album.
Pieno, compatto, suonato con la forza della consapevolezza di chi ha padronanza di mezzi e sa dove vuole arrivare. E soprattutto, non esagera nelle dimostrazioni di abilità con eccessi ed arroganza.
Va dritto al punto, in modo asciutto, quasi semplice.

Brani tutti molto “ascoltabili”, con un flavour anni ottanta che chiama alla memoria grandi band del passato a cui il buon Hilli non fa alcun mistero d’ispirarsi.
Gotta Slow Me Down”, ma pure “I Surrender“, “Stop the Bleed” ed “Emelie”: pezzi presi nel mucchio che contemplano il fascino della vecchia scuola attualizzato e reso accattivante da una produzione moderna e contemporanea.
Risultato: ci si può abbandonare ad un ascolto ripetuto e duraturo.

Brace for Impact” è l’album migliore dei Perfect Plan sino a qui: la selezione di brani al suo interno rafforza l’idea di una band destinata a grandi cose. Presenti e future.
Tra cui accompagnare i fan di rock melodico con parecchie buone idee ed una ottima formula di hard rock che inevitabilmente finirà per piacere a moltissimi.

Uno dei top album dell’anno?
Affermativo.
Insieme ad H.e.a.t e Treat, dei quali la band di Kent Hilli potrebbe quasi rappresentare una sintesi.

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