Recensione: Carraro-Cegalin-Tresca [EP]

Di Roberto Gelmi - 4 Febbraio 2024 - 12:00
Carraro-Cegalin-Tresca [EP]
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Il progetto Carraro-Cegalin-Tresca nasce dalla collaborazione che vede coinvolti tre musicisti vicentini attivi da anni in ambito prog-rock/metal. Paolo Carraro (chitarra), Federico Cegalin (basso) e Francesco Tresca (batteria) avevano già collaborato in passato nell’ambito della Paolo Carraro Band: l’idea di unire nuovamente le forze per un EP nasce nell’ottobre del 2023, grazie alla possibilità di collaborare con un Derek Sherinian (ex Dream Theater, Planet X, Black Country Communion, Sons of Apollo). Come apprendiamo, inoltre, dalla stessa band: «Il suo contributo non si ferma all’esecuzione di qualche assolo (seppur eccezionale), ma coinvolge l’intero arrangiamento dei pezzi, con suoni ed uno stile che sono il marchio di fabbrica del tastierista». Il risultato finale è un trittico di pezzi ben arrangiati, che trasudano amore per la musica e rendono la nostra giornata un po’ meno grigia del solito.

L’EP si apre con “Two”, brano subito ispirato e ricco di brio. Le sonorità sono vicine a quelle di certi Planet X, la presenza di Sherinian è consistente e s’inserisce alla perfezione nel resto della line-up. Più progressive che fusion, sia chiaro: il basso pulsante di Federico Cegalin dialoga con le finezze di Francesco Tresca alla batteria, così come con gli assoli di Fabio Carraro. Interessanti e gustosi anche gli unisoni e i cambi di tempo, non mancano insomma tutti gli ingredienti per una strumentale benfatta e con un suo quid. “The Boys Are back” è una traccia più rock-oriented, si sentono echi dei Rush. L’alchimia del trio si conferma su livelli ottimali, c’è spazio anche per alcune parti “giocose” che richiamano alla mente quelli che furono gli Attention Deficit. “Deep Dive” inizia con un riff che può essere accostato a quello di “The Looking Glass”, brano del 2013 targato Dream Theater. Nei cinque minuti lungo i quali si dipana il pezzo tutti i membri del trio riescono a inserire diverse trovate interessanti, lo stesso Derek regala uno dei suoi highlight scenografici che continuano a contraddistinguerlo (ancora dopo più di vent’anni dalla sua militanza con il gruppo di Petrucci). Il risultato finale è un altro divertissement che lascia felici alla fine dell’EP.

Ringraziamo il trio italiano per aver composto questi brani, colorati ed energizzanti come l’artwork a firma di Francesco Tresca che rilegge Mirò in chiave musicale.

 

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