Recensione: Earth Infernal

Di Andrea Bacigalupo - 14 Agosto 2022 - 7:20
Earth Infernal
80

Se dovessimo stilare di getto un elenco delle band appartenenti alla “New Wave of British Heavy Metal” al primo posto metteremmo, senza indugio, gli Iron Maiden … facile … ne sono stati l’indiscusso vertice.

Seguirebbero, non per tutti nello stesso ordine, Saxon, Def Leppard, Samson, Angel Witch, Tygers of Pan Tang … e poi Tank, Demon, Raven, Praying Mantis e tanti altri. Anche solo perché citati dai Metallica come loro influenze non ci dimenticheremmo di Diamond Head e Blitzkrieg e qualcuno citerebbe i Venom, (personalmente, per quanto appartenenti allo stesso periodo storico, non riesco a considerare il diabolico trio come appartenente alla NWOBHM …).

I Satan, nati nel 1979 e compaesani dei già citati Venom, sono entrati con irruenza nella scena nel 1983, con l’album ‘Court in the Act’, dal tiro ombroso ma, soprattutto, veloce, tagliente ed aggressivo, un buon concentrato di quello che da lì a poco avrebbe preso il nome di Speed Metal, accumunato ad un classico cantato epico.

L’album è diventato un ‘pezzo da collezione’, tanto che è stato ristampato in varie edizioni, anche di recente.

La carriera dei suoi creatori, invece, è passata attraverso diverse traversie, a dimostrazione che non basta il talento per emergere.

Forse dovevano suonare per strada e farsi scattare delle foto in bianco e nero (oops! Mi è scappata … ce l’avevo lì da un po’)? Bah! Più probabilmente ha influito l’abbandono di una voce importante come quella di Brian Ross, rientrato nei ranghi dei Blitzkrieg, oppure il continuare a cambiar monicker per contrastare le accuse di satanismo, peraltro ingiuste, visto che i Satan trattavano tutt’altre tematiche (ma il momento era quello, bastava un niente, l’unica differenza dai tempi di Salem è che non c’erano i roghi).

Da Satan a Blind Fury, pubblicando, nel 1985, ‘Out Of Reach’, meno aggressivo e di minor impatto, poi di nuovo Satan con Michael Jackson alla voce (naturalmente un omonimo dell’icona pop) per l’EP ‘Into the Future’ del 1986 ed il successivo Full Length ‘Suspended Sentence’ del 1987, con un ritorno  a sonorità più prepotenti per poi sciogliersi nel 1989 con il nome di Pariah.

Arriva la crisi dell’Heavy Metal nel 1990 … passa la crisi dell’Heavy Metal nel nuovo millennio e molte vecchie band si rimettono in gioco, come i Diamond Head ad esempio.

I Satan sono tra queste: con la stessa formazione di ‘Court in the Act’ e lo stesso monicker (tanto, ormai, non frega più niente a nessuno) pubblicano, nel 2013, ‘Life Sentence’. Da lì, altri due solidi album (‘Atom by Atom’ del 2015 e ‘Cruel Magic’ del 2018) ed ora questo ‘Earth Infernal’, disponibile dal 1 aprile 2022 tramite Metal Blade Records.

Mai lasciare la strada certa per l’incerta (visto che, quando lo hanno fatto proprio bene non è andata)! Dal loro definitivo ritorno i Satan applicano la formula vincente del loro debutto e vanno avanti così.

Per cui brani essenzialmente veloci e ficcanti, voce enfatica (con il buon Brian che, alla soglia di 68 anni, non ha perso assolutamente lo smalto, dimostrando di essere una tra le migliori voci della NWOBHM e non solo), tanto pathos, un lavoro di chitarra corposo e sofisticato, con molti giochi ritmici, duelli, scambi di assoli e chi più ne ha più ne metta, secondo il loro stile inconfondibile e personale che, comunque, nel tempo cresce e migliora (no, non stiamo parlando del duo di riferimento Murray/Smith ma di Ramsey/Tippins, anche loro molto efficaci).

Il sound di ‘Earth Infernal’ è scuro, ma carico di elettricità e pieno di quell’Heavy Metal di un tempo, evocato, oltre che dal songwriting, anche da una produzione volutamente sporca per lasciare uscire dai solchi il calore umano dei musicisti, che la troppa pulizia dei suoni a volte, purtroppo, spegne.

Tutti gli album del nuovo corso, compreso quest’ultimo, derivano da ‘Court in the Act’ e sono posti lungo la stessa linea retta: i Satan sono, in un’unica parola, prevedibili. Come detto sopra, dal loro rientro, non lasciano la loro strada neanche sotto minaccia di morte, ma è questa la loro forza: prevedibilità non è sinonimo di monotonia ed i Satan di oggi sono tra quelli che meglio rappresentano l’Heavy Metal di ieri grazie, semplicemente, a delle belle canzoni, composte per dire qualcosa e non solo per voglia di celebrare loro stessi.

Infatti, ogni album, per quanto non presenti vere novità, è più maturo del suo predecessore e riesce a colpire nel segno.

Dall’intro ‘Ascendancy’, all’irruenta ‘Burning Portrait’, all’ipercinetico Speed Metal di ‘A Sorrow Unspent’ e di ‘From Second Sight’ fino alla classica ‘Poison Elegy’ ed all’esplosiva ‘The Blood Ran Deep’, le tracce di ‘Earth Infernal’ sono tutti adrenaliniche e coinvolgenti ed i quasi 48 minuti dell’album scorrono che è una favola. Non c’è altro da dire: imperdibile e da ascoltare a tutto volume

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Genere: Heavy 
Anno: 2018
88