Recensione: Evil’s Message e Ride To Hell

Di Stefano Ricetti - 8 Luglio 2021 - 13:53
Evil’s Message e Ride To Hell
Band: Evil
Etichetta: Mighty Music
Genere: Heavy 
Anno: 2021
Nazione:
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75

La storia del Metallo ha lanciato molte superstar ma ha anche provocato numerosissime vittime. Gente con i controcolleoni che se la poteva giocare, in quel lasso di tempo, ad armi pari con quelli che sarebbero poi divenuti i big del settore ma che, per sfighe varie, mancanza di agganci, di soldi, cambi di line-up o semplicemente perché nel posto sbagliato nel momento sbagliato, ha sputato sangue per nulla. O quasi. Tanto per citarne solamente tre, band italiane escluse: gli inglesi Mythra, i canadesi Sword e, appunto, i danesi Evil.

L’occasione, ghiottissima, di ributtarsi “a pesce” sul combo autore del mitico Ep Evil’s Message del 1984 la forniscono le due ristampe operate dall’etichetta danese Mighty Music che, in un colpo solo, ha licenziato sul mercato in versione remaster Lp e Cd sia il sopraccitato Ep che Ride To Hell, una raccolta contenente il primo demo della band, risalente al 1983 e cinque brani dal vivo eseguiti presso il Grondal Bio di Copenhagen nel 1985. La recensione fa riferimento alle uscite su dischetto ottico, che si presentano accompagnate da due booklet di quattro pagine ciascuna piuttosto spartane, ma fottutamente odoranti di anni Ottanta: riproposizione degli artwork originali, foto della band, nessuno spazio ai testi dei vari brani e note tecniche al minimo.

Un po’ di storia sul gruppo: provenienti da Copenaghen, i danesi Evil si presentarono nei circuiti metal nel 1982, inizialmente con il nome di Never Mind e una line-up a cinque elementi. Contestualmente al cambio di moniker, il gruppo diventò un quartetto formato da Kim Xmas, un eccellente compositore e chitarrista dallo squisito gusto melodico, Pete “Popcorn” Hurricane (Peter Larsen) e Freddie Wolf (Freddie Pedersen, qui sua intervista), sezione ritmica precisa e implacabile, Tommy Strauss (chitarra) e Pearl Angel (Per Hansen), ottimo vocalist. Per un certo periodo si è vociferato che dietro il nome del chitarrista Kim Xmas si celasse il mitico King Diamond… forse una leggenda creata ad arte per dare maggiore visibilità alla band? O il frutto di una serie di congetture basate su elementi quali la stessa città di provenienza, l’omonimia nel nome di battesimo e il fatto di essere accasati presso la Rave-On Records? Chissà. Sta però di fatto che Kim Xmas era solo lo pseudonimo di Kim Jul, prematuramente scomparso nel 2018 a soli cinquantasette anni.

Dopo due demo, il primo nel 1983 e Evil agli inizi del 1984, il chitarrista Tommy Strauss venne cacciato in seguito ad alcuni dissapori con gli altri musicisti, che non trovando un sostituto decisero di proseguire l’avventura musicale come quartetto. La formazione si dimostrò subito solida e abile in sede live, tanto che una loro performance nel famoso rock club Dynamo di Eindhoven entusiasmò i presenti nonostante il gruppo non avesse ancora pubblicato nulla di ufficiale. Anche la rivista Aardschock si era accorta degli Evil, proclamandoli la migliore metal band danese senza contratto, che però verrà firmato di lì a breve, appunto con la storica etichetta olandese Rave-On Records.

Debuttarono su vinile con un mini album dalla copertina degna dei Witchfinder General: nella fotografia, la modella Jacqueline Niessen interpreta una strega condannata all’impiccagione dai membri della band, qui presenti nelle vesti di inquisitori e boia. Le cinque canzoni che compongono l’EP sono state registrate in una decina di giorni nel settembre del 1984 presso gli studi Stonesound di Roosendaal, in Olanda, e prodotte dal proprietario Jacques Hustinx. Hanno a modello gli Iron Maiden meno “progressive”, i Motorhead, la scuola speed metal degli anni Ottanta e i compaesani Mercyful Fate, anche se, nonostante il nome e l’immagine, gli Evil non erano una band satanica come questi ultimi. I temi affrontati nelle canzoni elaborano il concetto di “male” in senso ampio, senza ricadere nel satanismo e nell’occultismo tout court, e i testi trattano anche argomenti come il sesso, le donne e i classici stereotipi rock’n’roll.

 

 

EVIL’S MESSAGE

Aprire un disco con una strumentale è, ed era, già di per sé una scelta bizzarra. Basti pensare che i Saxon misero come traccia 1 del lato 1 la formidabile “Motorcycle Man” su Wheels Of Steel, i MotorheadAce Of Spades” su Ace Of Spades e i Judas PriestRapid Fire” in apertura di British Steel. Poi, ovviamente, dipende da che tipo di strumentale si parla. Nel caso di “Evil’s Message”, da parte degli Evil,  trattasi di pezzo che poteva benissimo essere piazzato più avanti, nonostante sia collegato con il primo brano vero del lotto, “Evil”, un attacco heavy metal in piena regola sorretto dalla voce sofferta di Pearl Angel. Da segnalare i chorus infernali di sottofondo e il gran riffing operato delle due asce. I danesi mantengono il piede sull’acceleratore anche per quanto afferente la successiva “The Devil Wants Me” e si arriva al pezzo straclassico, grondante profumo Nwobhm da tutti i pori: “Son of the Bitch” è magia pura, grazie a un coro sussurrato che si insinua nella capoccia e non se ne esce più per giorni! Si chiude baracca e burattini ancora all’insegna dell’ortodossia, fra gragnuole di chitarre e una sezione ritmica tellurica contenute nei sei minuti scarsi di “Take Good Care of Your Balls!”,un titolo che è tutto un programma sempre all’insegna del Metallo tout court.

 

RIDE TO HELL

Ride To Hell si apre con la versioni primigenie di “Evil” e di “Son of the Bitch”, entrambi brani poi contenuti nell’Ep del 1984 sopra descritto. La carica animale degli Evil, nonostante dei suoni primitivi (ma fottutamente accattivanti), straborda, che è poi quello che conta. La riproposizione deI demo tape 1/1983 si chiude con la title track, un episodio di marca British posto fra Iron Maiden e Jaguar, nettamente inferiore alle tracce che l’hanno preceduto. La seconda parte del Cd mostra gli Evil dal vivo nel 1985 alle prese con cinque canzoni inedite. La carica metallica messa a terra è quella giusta, spiccano la violenta e velocissima “Always Be Behind” e l’inno “Kill Your Woman in Bed” a suggellare una prestazione solida.

 

Nel 1985, a un anno di distanza da Evil’s Message, gli Evil pubblicarono la VHS Live on Stage. Dopo di ciò, di loro non si saprà più nulla fino al 2009, quando riappariranno con un demo di sole tre canzoni intitolato Ain’t Dead Yet, distribuito su CDr tramite vendita online. Un album del 2015, Shoot the Messenger, è il loro ultimo lavoro in studio prima che la morte di Kim Xmas decretasse la momentanea fine della band che da qualche tempo si è ricostituita e ha in cantiere un nuovo album per la primavera del 2022.

Nell’attesa, val la pena dare più e più passate sia a Evil’s Message che a Ride To Hell griffate Mighty Music: la carica benefica di energia anni Ottanta che sanno emanare (umidità e olezzo di muffa ricompreso) non può che far bene all’anima e al cuore di chi ama, da sempre certe sonorità classiche, che permarranno immortali. Per chiudere, come scritto all’interno del booklet di Ride To Hell: enjoy the  stuff and take care of your balls!      😉

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

*** Le righe afferenti la storia degli Evil sono state ricavate dall’excursus operato da Antonio Zuccaro (che ringrazio per la collaborazione) all’interno del suo entusiasmante libro I 100 Inossidabili Ep Metal (qui recensione) uscito nel 2020 per Tsunami Edizioni.    

 

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