Recensione: Numinosum

Di Alberto Fittarelli - 3 Marzo 2008 - 0:00
Numinosum
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Anno: 2008
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85

Credo davvero che per un personaggio come Burton C. Bell non ci sia
bisogno d’introduzione. Cantante dei Fear Factory, co-responsabile, con
un timbro e una personalità fenomenali, del successo di un disco come Demanufacture
e di una parte dei suoi seguiti, è entrato nell’olimpo metal dagli anni ’90
come icona per quelle sonorità che cercavano la novità, a volte buttandosi
troppo sull’americanismo commerciale, ma spesso anche offrendo al pubblico vere
e proprie perle.

Ascension Of The Watchers non è altro che il suo personale progetto,
quello che sentiamo respirare in fondo in ogni album della sua band principale,
anche se sommerso dalla violenza sonora: l’anima introspettiva del cantante, una
vera e propria perla, come andremo a dire a breve. Iniziamo però con il
chiarire ogni dubbio: qui di metal tout-court ne troverete proprio poco, se non
nulla. Ma questo è un disco fatto, indubbiamente, anche e soprattutto per chi
il metal, quello moderno, oscuro e urbano, lo ama e se lo sente dentro; per chi
si sente coinvolgere a fondo da pezzi storici, e splendidi, come A Therapy for Pain
o, in misura minore, Resurrection, del suo gruppo principale.

Numinosum è infatti un’opera placida, un’onda tranquilla
capace di corrodere, che entra nelle ossa ad ogni ascolto fino a non uscirne
più. Chitarre acustiche, lievi tappeti di tastiera, percussioni accennate e
minimali, e su tutto un mood industriale, da Fear Factory dei tempi d’oro, che
arriva però a toccare l’universale nello spazio di poche tracce. Perché la
riedizione, rivista, arricchita e completata, dell’originale full-length
autoprodotto Iconoclast, pubblicato nel 2005 e venduto solo
tramite il loro sito web, aggiunge tantissimo all’originale; ma la bellezza di
un pezzo come Evading, che apriva l’uscita originaria, rimane invariata.
Epica, solenne, un grido di aiuto rivolto a Dio, che pare però non ascoltare.

E come lei, tantissime altre: dalla più “modernista” Like
falling snow
, alla lunga outro Quintessence, identica alla vecchia
versione; dalla cupissima Mars becoming, capace di aprirsi a un chorus in
ascesa continua, a un altro vero gioiello del disco, la commovente Canon for
my beloved
, quasi una ninna nanna nel suo incedere, vibrante e capace di far
vibrare, sin dagli ululati lontani che la introducono.

Va detto che non tutto riposa sulle spalle di Bell, ma che il tappeto
musicale è scritto in collaborazione col polistrumentista John Bechdel,
già in gruppetti come Front Line Assembly, Killing Joke e Prong: esperienze
lontane da questo sound, ma che hanno saputo forgiare evidentemente la capacità
di dare vita a tante sensazioni con l’uso di sole poche note.

“These are the sounds that resonate through my mind” , dice Burton
C. Bell
per spiegare la nascita di Numinosum: e
congratulazioni alla sua (spesso bistrattata) capacità artistica per aver
saputo metterle su disco, per aver inciso tracce leggere come queste; anche per
aver saputo reinterpretare, adattandone lo spirito nativo ai giorni nostri, un
classico lontanissimo dal metal ma, di nuovo, universale, come The sounds of
silence
di Simon And Garfunkel: brano scritto per esorcizzare
l’angoscia americana successiva all’assassinio di JFK, nel lontano 1963, ma che
dimostra come l’angoscia non abbia data, così come la voglia di sfuggirle.
Bisogna solo aspettare le giuste guide.

Se è vero insomma che la musica viene venduta come il cibo, ma a differenza
di questo sa portarci a un livello più alto, un disco come Numinosum
assolve davvero al suo compito come pochi altri fanno.

Alberto Fittarelli

Tracklist:

1. Ascendant 05:48 
2. Evading 07:50 
3. Residual Presence 05:51 [mp3]
4. Canon For My Beloved 08:22 
5. Moon Shine 05:32 
6. Becoming Mars 06:14 
7. On The River 04:40 
8. Violent Morning 02:53 
9. Like Falling Snow 04:21 
10. Sounds Of Silence 04:20 
11. Quintessence 16:28

 

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