Industrial

Live Report: Fear Factory + SKW @ Legend Club (MI) – 22/07/2025

Di Jennifer Carminati - 24 Luglio 2025 - 9:00
Live Report: Fear Factory + SKW @ Legend Club (MI) – 22/07/2025

Live Report: Fear Factory + SKW @ Legend Club (MI) – 22/07/2025
a cura di Jennifer Carminati

I Fear Factory di Dino Cazares tornano in Italia per un unico appuntamento estivo.
La band ora guidata dalla voce di Milo Silvestro sarà in concerto al Legend Club di Milano il 22 luglio, come comunicato da MC² Live la scorsa primavera.
Celebreranno il trentesimo anniversario del loro secondo album, “Demanufacture“, eseguendo l’LP nella sua interezza nella maggior parte delle date previste quest’estate in giro per l’Europa, e anche in questa tappa milanese non sarà diverso.
Un album innovativo con cui questa band si è mostrata all’attenzione del grande pubblico mondiale nel lontano 1995; uno dei migliori dischi metal degli anni Novanta, e certamente uno dei capisaldi invecchiati meglio, imprescindibile per ogni metallaro degno di tale nome.
Sono da poco passate le 19 quando, finita la giornata lavorativa, mi appresto a vivere la serata, pur sempre lavorativa, ma certamente molto più divertente. “Prima il dovere e dopo il piacere” si dice, ed è spesso così ahimè.
Armata di Autan e tanto voglia di vedere un live, affronto con coraggio questo caldo martedì di metà luglio, con le temperature rese ancora più insopportabili dal microclima venutosi presto a creare tra le mura del locale di viale Enrico Fermi, mentre fuori ci sono zanzare assetate di sangue pronte ad azzannarci.
Un contesto ben diverso dai grandi palchi a cui i Fear Factory sono abituati, molto più piccolo e al chiuso, essendo il Legend Club di Milano una location non predisposta per concerti all’aperto e non propriamente adatta a contenere l’energia e la potenza live scatenata dai protagonisti della serata.
Ma, io ed il mio compagno Luca siamo sopravvissuti al concerto di una settimana fa dei Soulfly e ce le faremo anche oggi. Per il metal e per la buona musica si fa questo ed altro, vero?
Sono arrivata al locale poco dopo l’apertura porte, sapendo già che questa sarebbe stata anche l’occasione di vivere un concerto insieme ad altri amici, avvezzi come la sottoscritta ai live, Luca B. e Claudio su tutti.
Giusto il tempo di una birra al volo, l’Autan come inseparabile amico di queste serate estive, ed entro per prendermi un posto questa volta non in transenna, ma nella parte in fondo leggermente rialzata, così da non perdere la visuale sul palco e risparmiarmi qualche livido nel macello inevitabile che si verrà a creare nel pit.
E nella vana speranza di sudare un poco meno…speranza ben presto disattesa, andate avanti a leggere questo Live Report e vi sarà chiaro il motivo.
Solo un paio di giorni prima dell’evento scopro che in apertura suoneranno gli SKW e vediamo po’ come è andata questa prima sonora raffica di mazzate tutta made in Italy.

SKW

La band SKW non è un nome nuovo nel panorama musicale italiano ma personalmente non li avevo mai sentiti nominare, lo ammetto. Questo energico e grintoso gruppo fa pogare dal lontano 1989, quando si sono formati a Milano con il monicker Skywalker.
La formazione attuale, stabile dal 1996, comprende: Marco Laratro alla voce, Simone Anaclerio alla chitarra, Mirko Voltan al Basso e Giancarlo Piras dietro la batteria.
Con cinque album all’attivo, l’ultimo dei quali “Humans” uscito lo scorso anno e da cui attingono a piene mani per la scaletta di oggi, propongono un mix di sonorità metal anni ’90, influenzate anche dagli headliner della serata.
Una grande occasione per loro quindi aprire per il gruppo di Dino Cazares, e i ragazzi l’hanno sfruttata alla grande, non risparmiandosi un attimo nei trenta minuti a loro disposizione.
La voce di Marco Laratro è abrasiva, assolutamente a proprio agio tanto nel growl quanto nella melodia della voce pulita. Convincenti anche il lavoro di Simone Anaclerio alla chitarra come pure della sezione ritmica, robusta ma piuttosto lineare.
Con “Mindset“ e “Infinite Game”, dall’ultima uscita discografica dei nostri, appare evidente la loro immediatezza diretta e senza fronzoli, perfetti per una resa dal vivo di sicuro impatto.
Tra le 6 canzoni in scaletta questa sera, segnalo “Humans“ titletrack dell’ultima uscita, per la maggiore riuscita, incisiva ed efficace in sede live ancora più che su disco.
Al netto di una proposta non particolarmente innovativa ma molto ben presentata, va detto che gli SKW si divertono sul palco ancora a distanza di oltre tre decenni insieme e riescono ad intrattenere come si conviene un pubblico non certo lì per loro.
Gusti personali a parte, che, come dico spesso, non sono discutibili, gli SKW sono promossi a pieni voti e sono stati un buon modo per accendere i motori in attesa che inizi il secondo turno alla “fabbrica della paura”.
E ora, tutti al banco del merchandise, a supportare come si deve il metal italiano.

Lineup
  • Marco Laratro – voce
  • Simone Anaclerio – chitarra
  • Mirko Voltan – basso
  • Giancarlo Piras – batteria
Setlist
  1. Mindset
  2. The Final Destination
  3. Light
  4. Infinite Game
  5. Signs
  6. Humans

 

Fear Factory

Finalmente, anche se sono solo le 21, ma l’attesa era spasmodica ve lo posso garantire, è il momento dei Fear Factory, una band con cui molti dei qui presenti è cresciuto ed ha avuto i primi approcci al metal.
Originariamente formata nel 1989 a Los Angeles, e con Dino Cazares come unico membro rimasto, questa è la terza occasione per me di vedere il nostro Milo Silvestro in azione. Presto ce ne sarà una quarta, ma questo ve lo racconterò più tardi.
Intanto leggete come è andata questa serata all’insegna della celebrazione di uno degli album seminali e più significativi dell’industrial metal. Con la sua copertina da spina dorsale umana come codice a barre, era un album che mirava alla sintesi perfetta tra uomo e macchina.
L’ex cantante Burton C. Bell ha lasciato la band nel 2020, e purtroppo non ho mai avuto occasione di vederlo in sede live, ma è stato fantastico questa sera rivedere Milo esibirsi in una performance così forte. Ha fatta sua l’intera discografia dei Fear Factory e la interpreta in una maniera del tutto personale, con uno stile proprio, senza voler scimmiottare chi quelle canzoni le ha create e rese indimenticabili.
Con Dino che guida i riff, Milo prende il controllo del palco, con carisma e presenza scenica degni dei grandi frontmen. Ad ogni esibizione live acquisisce sempre più sicurezza in sé stesso e la trasmette al suo pubblico, italiano e non solo, che lo ha certamente caricato di responsabilità inizialmente, con moltissime aspettative a riguardo, del tutto soddisfatte poi, bisogna ammetterlo.
Grandi sorrisi e un continuo contatto con il pubblico e, soprattutto, il grande orgoglio ostentato più volte in maniera umile, di far parte di un gruppo che è storia. Questo basta e avanza per amare questo giovane frontman con tanta strada davanti a sé ancora da percorrere e un peso sulle spalle non indifferente da portarsi appresso.
A mio parere sembra quasi che in questo recente passato la band sia rinata e stia affrontando una “nuova era”. Per completare il tutto mancherebbe solo del materiale inedito registrato con Milo alla voce, e sarebbe credo per lui la definitiva coronazione di un sogno diventato realtà nel 2023.
Pete Webber è il primo a salire, e si accomoda sul proprio sgabello dietro un drumkit piuttosto imponente, poi l’altro italiano presente sul palco, il bassista Ricky Bonazza, e infine gli acclamatissimi Dino Cazares e, che ve lo dico a fare, Milo Silvestro, chiamato a gran voce già da qualche minuto.
Era solo il 1995 quando “Demanufacture” venne alla luce, un disco classico che ha resistito alla prova del tempo, ispirando generazioni di musicisti a venire. Una pietra miliare nella carriera della band, costellata da grandi successi ma anche grossi scivoloni, ed è stato certamente un disco rivoluzionario, seminale nel genere dell’industrial metal.
Risentirlo in sede live, anche se con una voce e un’attitudine certamente diversa e non paragonabile, è stato comunque molto emozionante e credo che questo mio pensiero sia condiviso dalle centinaia di persone presenti, di tutte le età e provenienze musicali, uniti da un’unica grande passione.
In sottofondo rumori metallici, meccanici, artificiali, e capiamo tutti che la devastazione sta per avere inizio con “Demanufacture”, primo brano del disco e anche opener della loro performance. La voce di Milo inizia pulita, ma dopo la prima strofa esplode in un growl micidiale e distruttivo, che porta al famoso ritornello urlato da tutti a gran voce:
I’ ve got no more goddamn regrets / Iì ve got no more goddamn respect”.
Seguono le spietate e disumane, con la doppia cassa martellante e assolutamente precisa e chirurgica nell’andare appresso alla chitarra di Cazares, “Self Bias Resistor” e “Zero Signal”, ed è chiaro a tutti che i nostri seguiranno paro-paro la sequenza dei brani su disco, togliendoci completamente l’effetto sorpresa, ma va bene così.
Nessun set dei Fear Factory sarebbe completo senza “Replica”, l’inno della band che non ha bisogno di presentazioni. Basta un “HA!” e la stanza letteralmente esplode. Il pavimento ha iniziato a rimbalzare e Milo alla voce ha dimostrato ancora una volta di essere totalmente in grado di portare questo iconico brano in giro per i palchi di tutto il mondo.
Forse questa canzone è l’occasione giusta per dire come Burton C. Bell sia stato spesso imitato, ma mai replicato, e concedetemi il gioco di parole, ci ho pensato un sacco prima di scriverlo, ma credo renda bene l’idea di quello che voglio intendere, o almeno spero vi sia arrivato il concetto sottinteso.
Con “New Breed” le cose cambiano, un po’ troppo, tanto da far storcere il naso ai più conservatori del nostro amato genere; abbiamo infatti un brano dalla ritmica classica di tanti pezzi da discoteca, ma con potenti chitarra e voce, come piace a noi altri.
“Body Hammer” è il mio brano preferito di questo capolavoro celebrato in tutti i festival in giro per l’Europa in questa estate 2025 che non accenna a smorzare i toni. Il suono triggerato della doppia cassa è devastante come pure il riff e il ritornello. Non si può che fare un headbaning esagerato ascoltandolo, in sede live e con altre centinaia di persone che la pensano come te, ancora meglio.
La prima parte del concerto, come il disco, si conclude con la lunghissima “A Therapy For Pain”, dove viene riprodotto alla perfezione uno scenario di desolazione post apocalittica, successivo alla distruzione che solo una guerra può purtroppo creare. Ma non parliamo di cose brutte dai, siamo qui per divertirci e vogliamo continuare così fino alla fine. Almeno per qualche ora lasciamo “fuori” i problemi personali e del mondo che ci circonda e godiamoci solo il “qui e ora”.
La “fabbrica della paura” produce riff, precisi e micidiali allo stesso tempo, fino alla fine, con due altri grandi classici della band, le potenti e deflagranti “Linchpin” e “Archetype”. E non c’è limite alla devastazione, quando partono le prime note di quest’ultima, iniziano all’unisono anche i cori ripetuti ossessivamente di “Open your eyes!” urlati a squarciagola da tutto il Legend quasi colmo e tracotante gioia e coinvolgimento esasperati. In mezzo al pit ho visto abbracci e sorrisi compiaciuti di gente che magari neanche si conosce, ma che la musica come sempre contribuisce ad unire.
Tutti i brani proposti questa sera sono stati accolti nell’entusiasmo generale, a dimostrazione che il metallaro non dimentica, e la fede nella musica che amiamo è totale e non sente il tempo che scorre.
Gli irriducibili si precipitano davanti al palco per dare il cinque e battere i pugni a quelli che sono oggi i Fear Factory, un’ultima volta, almeno per questa sera. E poi, tutti per aspettarli nella speranza di fare una foto insieme, e avere un ulteriore ricordo indelebile della serata.
In conclusione, “Demanufacture” è stato un disco che ha fatto la storia contribuendo fortemente a diffondere un genere, celebrato egregiamente anche questa sera dai Fear Factory, che rimangono una solida realtà dal vivo, e un’esperienza da non perdere.
Il motivo per cui i Fear Factory non sono mai stati tra i miei ascolti frequenti è presto detto: album dopo album la componente orecchiabile e melodica delle loro canzoni è aumentata sempre di più, a discapito della violenta cattiveria e dal sound innovativo che li contraddistingueva all’inizio e che preferisco tutt’ora.
Visionari e sperimentali i Fear Factory sono stati la industrial metal band per eccellenza che oggi ha ripercorso insieme a noi una carriera ultratrentennale fatta di vicissitudini e avvicendamenti vari per quanto riguarda la formazione, mantenendo però un sound del tutto riconoscibile e che li contraddistinguerà sempre.
Siete curiosi di sapere quale sarà la quarta occasione in cui li vedrò? Anche se non lo siete ve lo dico lo stesso., tiè. Giovedì 7 agosto all’edizione #28 del Brutal Assault, festival in Repubblica Ceca che vi consiglio assolutamente e per convincervi, vi basterà leggere il mio Live Report sempre qui tra le pagine di TrueMetal.it.
Datemi giusto il tempo di andare, viverlo il più intensamente possibile, e poi cercherò di raccontarvelo al meglio che posso per invogliarvi a vivere in prima persona un festival metal estivo organizzato come si deve.

Ci si rivede prestissimo, sempre tra queste righe.
Stay tuned and Stay Metal.

Lineup
  • Milo Silvestro – voce
  • Dino Cazares – chitarra
  • Ricky Bonazza – basso
  • Pete Webber – batteria
Setlist
  1. Demanufacture
  2. Self Bias Resistor
  3. Zero Signal
  4. Replica
  5. New Breed
  6. Dog Day Sunrise (Head of David cover)
  7. Body Hammer
  8. Flashpoint
  9. H-K (Hunter-Killer)
  10. Pisschrist
  11. A Therapy for Pain
Encore
  1. Shock
  2. Edgecrusher
  3. Linchpin
  4. Archetype

Non ho voluto citare appositamente la notizia appresa durante il live che il Principe delle Tenebre ci aveva lasciato definitivamente poche ore prima, a distanza di quasi due settimane dal suo concerto d’addio, già divenuto leggendario. Non è questo il luogo né la sede, noi di TrueMetal abbiamo seguito in tempo reale e pubblicato prontamente le notizie e i messaggi di cordoglio arrivati da tutto il mondo.
Potete come sempre trovare tutto sulla nostra pagina principale.