Recensione: Re-Revolution (Reissue)

Di Fabio Vellata - 29 Maggio 2025 - 8:30
Re-Revolution (Reissue)
Band: Art Nation
Etichetta: Frontiers Music Srl
Genere: AOR  Hard Rock 
Anno: 2025
Nazione:
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82

C’era proprio bisogno della ristampa di “Revolution”, primo capitolo inciso nel 2015 dagli Art Nation?
Beh, probabilmente sì. Disco molto difficile da trovare se non a prezzi folli, complice la scarsa distribuzione dell’epoca e le poche copie pubblicate. Soprattutto, ottima la qualità del materiale inciso ed ora riproposto.
Utilissima quindi questa nuova edizione ribattezzata “Re-Revolution”, al fine di riscoprire un album davvero brillante, intriso di quell’hard rock tipicamente nordeuropeo da cui la band di Strandell si sarebbe poi progressivamente distaccata, sino a raggiungere gli attuali connotati più affini al metal melodico e levigato.

Al momento dell’uscita furono molti, in effetti, i paragoni che spuntarono con gli allora già affermati astri nascenti H.E.A.T.
Tutto assolutamente veritiero e comprovato: “Revolution” era un cd che poteva tranquillamente gareggiare con la primigenia eccellenza del gruppo di Jona Tee in una ipotetica rivalità, destinata però a durare meno di quanto sperato.

La “farcitura” di ottime canzoni era ed è evidente sin dalle prime battute. “Need to Understand” è un pezzo che dichiara immediatamente i valori in campo. Ottimo songwriting, tecnica sopraffina ed una voce, quella di Strandell, tra le migliori (ancora oggi) udibili nel circondario musicale.
Incedere accattivante e ritornelli di facile presa, tutto condito da uno stile che come da copione, chiama in causa trasversalmente Europe e Treat. Con esiti di gran fascino.
3000 Beats” e “I Want Out” sono pezzi che onorano il melodic rock con spunti di facile assimilazione. Radici decisamente eighties che in qualche frangente vanno a cogliere pure qualche spunto oltreoceano. “All The Way” ad esempio, potrebbe essere uscita da un disco dei primi Giant.
Uno per l’altro, i brani sono comunque per la gran parte molto godibili, pieni, rotondi e corposi. “Don’t Wait for Salvation” e “Start a fire” riservano alcune delle sorprese migliori del cd, offrendo un gran gioco di chitarre e delle melodie che rimangono impresse al primo ascolto.
“Moving on” è un pezzo urgente dalla freschezza immediata, mentre “Here I Am” si gioca la palma di brano migliore dell’album con l’iniziale “Need to Understand”.

Immancabile lentone, “Look to the Sky” è un momento buono per dar sfogo all’ugola magica di Strandell prima delle conclusive “Wage War Against the World” e “All In”. Episodi utili ad amplificare ulteriormente la bontà di un disco che, per il nostro gusto personale, è stato quanto di meglio prodotto dagli Art Nation nella loro carriera.
In coda, in questa ottima e gradita reissue, una serie di bonus tra cui versioni demo ed un ottimo inedito (“Leave it all Behind”).

Insomma, sì, “Re-Revolution” era, in effetti, assolutamente necessario. Un peccato non poter fruire di un album delizioso ad oggi reperibile da qualche collezionista solo per qualche centinaio di euro.
Bello, scintillante e pieno di belle canzoni.
Pur non disprezzandone le attuali sembianze, riascoltarne i brani accresce un po’ il rammarico per non aver potuto assistere ad una evoluzione degli Art Nation lungo la strada del melodic rock “puro” in scia agli H.E.A.T..
I presupposti erano spettacolari.
Purtroppo (o per fortuna, dipende dai gusti), le scelte di Strandell e Borg sono state differenti…

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