Recensione: Set the World on Fire

Di Fabio Vellata - 13 Luglio 2018 - 0:01
Set The World on Fire
Etichetta:
Genere: AOR 
Anno: 2018
Nazione:
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82

Giacché siamo in tema di AOR, il trittico Frontiers del mese dedicato al genere si conclude con quello che, probabilmente, è l’episodio migliore. Opzionabile quale possibile partecipante alla lista dei top album nella categoria melodica di questo 2018.

Gioeli-Castronovo è un binomio di artisti dal curriculum formidabile, ritrovatosi per la release di un album a distanza di ben ventisei anni. Correva il 1992 quando gli Dei del melodic rock piazzavano sul mercato un disco che ne sarebbe poi diventato pietra miliare: lo straordinario debutto degli Hardline, intitolato “Double Eclipse”.
Di acqua sotto i ponti da allora ne è passata tantissima: Johnny Gioeli ha continuato, dopo un periodo di pausa, a guidare gli Hardline, prestando nel frattempo la propria caratteristica ugola ai dischi di Axel Rudi Pell, Crush 40 ed Accomplice, per affermarsi come uno dei migliori interpreti della scena.
Deen Castronovo si è invece imposto nella qualità di eccellente batterista, partendo dagli altrettanto imprescindibili Bad English per proseguire con una serie infinita di collaborazioni culminate con l’ingresso per quasi un decennio nei Journey e con la realizzazione dell’imponente progetto Revolution Saints, una sorta di terra promessa per i “melodic lovers” di tutto il mondo, messa in piedi assieme a Jack Blades (leader dei Night Ranger) e Doug Aldrich (Whitesnake, House of Lords, Dio, The Dead Daisies ed un mezzo migliaio di altri). Un side project quest’ultimo, mediante il quale mettere in mostra anche sconosciute ed inaspettate doti canore, invero molto vicine a quelle di uno Steve Perry solo un po’ più rauco ed “arrabbiato”.

Due talenti che, ritrovati nuovamente insieme, non potevano dare origine ad altro che ad un ottimo disco di quell’AOR profondamente americano che ha nella tradizione a stelle e strisce una radice dai connotati molto precisi ed inconfondibili.
Nemmeno a dirlo, sono proprio i Journey il termine di paragone principale che anima l’intero disco, evidentissimo in un sowngwriting che cerca di ricalcare il calore, la vitalità ed il lirismo tipici della grande band d’oltreoceano.
Riuscendo, peraltro brillantemente, a rinvendirne i connotati in più di una occasione.

Gioeli svolge la parte da prim’attore, mantenendo per se un ruolo da protagonista. Per nulla comprimario dimesso o sfuggente è tuttavia Castronovo, spesso presente anche al microfono oltre che alla batteria, con la solita sorprendente duttilità.
A completare la panoramica di collaborazione ed esecuzione, un nucleo di artisti tutti italiani in cui brillano i talenti del sempre affidabilissimo Ale Del Vecchio alle tastiere e cori (nonché produzione), Mario Percudani alla chitarra e Nik Mazzucconi al basso.

Scorrendo la tracklist agile e spedita dell’album, è facile imbattersi in piacevoli frammenti di AOR de-luxe, vicino ai sempiterni Journey, ma domiciliato pure nella memoria di The Storm, Bad English, Giant e degli stessi Hardline.
Un immaginario forse iper sfruttato ma comunque sempre efficace, si nutre di atmosfere talora notturne ed avvolgenti in cui vagheggiare di tiepide notti losangeline in cui troneggiano imponenti skyline metropolitani. Dopo l’inizio sventagliato dalla fiammegginate title track, un trio di canzoni come “Through” (molto bello il video), “Who I Am” e “Fall Like and Angel” ricorda davvero molto da vicino gli anni ottanta, esaltati però, da una produzione poderosa e moderna.
Le vampate di calore estivo di “Need You Now” e “Walk With Me” ammantano inoltre di fascino un disco che con “Run For Your Life” e “Remember Me” chiude il cerchio di “pesi massimi”, andando a richiamare alla memoria pure i Survivor. Tanto per non farsi mancare proprio nulla…

Stilosa, affascinante, dai contorni ricercati e scintillanti, la prima opera della coppia Gioeli-Castronovo si chiude passando per la acustica “Let Me Out“, brano che supponiamo ispirato da qualche difficile vicenda di vita reale in cui il proscenio è tutto per la voce di Gioeli, autore di un’interpretazione sentita ed intensa.

Come sempre accade in questi casi, quando qualche grande artista decide di dar vita ad un side project occasionale, non sappiamo se quello di Johnny Gioeli e Deen Castronovo sarà un sodalizio destinato a durare nel tempo con ulteriori uscite discografiche.
Non importa più di tanto: il prodotto è apprezzabilissimo, ed il calore, la passione, l’eleganza, la positività che ne definiscono i contorni dichiarano quanto ne sia valsa la pena.
Anche per un solo, singolo, episodio.

 

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