Recensione: The Limit of Thrash

Di Andrea Bacigalupo - 11 Aprile 2022 - 8:30
The Limit of Thrash
Band: Sacrifix
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Thrash 
Anno: 2022
Nazione:
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65

Mi sono imbattuto nei brasiliani Sacrifix leggendo una recensione del loro album di debutto, ‘World Decay 19’ del 2021. Accidenti, per quanto mi posso ricordare, penso che neanche ‘Kill ‘em All’ abbia avuto un giudizio così positivo all’epoca.

Ho quindi calzato un elmetto, mi sono accertato che il gas fosse chiuso, per via delle scintille che potevano innescarsi, e sono andato a cercare questo album dalla copertina rigorosamente anni ’80, con l’umanità doverosamente ridotta in zombie ribelli. Si capisce però che tutto accade ai giorni nostri da alcuni particolari: un morto vivente che usa WhatsApp, la presenza, sullo sfondo, di Jacob Chansley, lo ‘sciamano’ simbolo dell’assalto al Campidoglio degli Stati Uniti del 6 gennaio 2021, e per via del titolo, che richiama il caos durante la pandemia.

Rispettando il giudizio del recensore, che avrà trascritto il suo pensiero basandosi sui propri incontestabili gusti, diciamo che l’album non è male, un onesto Speed – Thrash vecchio stile, come mamma l’ha fatto, parecchio energico e tirato, ma non oltre la norma delle decine e decine di produzioni ispirate alla Old School che escono mensilmente (di cui tante provenienti proprio dal movimento sudamericano).

Buono ma, diciamo, disperso nella rete. Però l’interesse per questa nuova band, nata nel 2019 dall’incontro tra musicisti che sono in giro già da circa due decadi,  Frank Gasparotto (voce e chitarra) ed i suoi amici Kexo (basso) e Gustavo Piza (batteria), mi è rimasto, soprattutto per le genuinità e la passione che emana il suo lavoro.

Sono, conseguentemente, passato all’ascolto del nuovo EP, ‘The Limit of Thrash’, disponibile dal 7 marzo 2022 ed apripista del futuro secondo album, previsto per la metà di quest’anno.

Diciamo che lo si definisce un EP, e non un singolo, solo perché ha un titolo estraneo ai nomi dei pezzi. Questi sono tre, di cui un solo inedito (‘Thrash Again’), una cover degli Anthares, band brasiliana attiva dal 1984 di cui Gasparotto ha fatto parte per un certo periodo (‘No Limite da Força’) e la versione demo della Title-track del debut album.

La parte del leone la fa ‘Thrash Again’, dinamica  veloce e orecchiabile ha tutte le caratteristiche del classico e dimostra quanto i Sacrifix stiano lavorando sodo (… la voce deve migliorare, però …) ma anche l’energica e feroce ‘No Limite da Força’ ha il suo perché.

Invece, la versione demo di ‘World Decay 19’ abbassa la qualità dell’EP: non ho giudicato buona la versione sul Full-Length e questa mi piace ancora meno … questione di gusti!

Diciamo, dunque, che i primi due pezzi rappresentano la crescita della band, che si sta sforzando di uscire dalla massa rispettando, al contempo, le origine dello stile suonato.

Violenza, crudezza, intensità, la totale mancanza di fronzoli e la cura negli arrangiamenti fanno pensare bene per il futuro. Peccato che solo una canzone inedita è troppo poco per valutare il songwriting, ma diciamo che ci sono i presupposti per fidarci. Aspettiamo il nuovo album per esprimere un giudizio definitivo.

The Limit Of Thrash’ è stato prodotto da Frank Gasparotto, con il missaggio e il mastering di Marco Nunes ai Tori Studios, a San Paolo/Brasile. Anche il concept della copertina è opera di Frank.

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