Recensione: Throne of Control

Di Andrea Bacigalupo - 25 Gennaio 2021 - 8:30
Throne of Control
Band: Bloodkill
Etichetta: Autoprodotto
Genere: Heavy  Thrash 
Anno: 2021
Nazione:
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68

In un mondo pieno di odio, violenza e ingiustizia, cosa faresti se non ce la fai più? Ignoreresti e ti ci abitueresti? O prenderesti in mano le cose?”. Si sono presentati con queste parole, schiette e dirette, gli indiani Bloodkill quando, ad ottobre del 2017, hanno debuttano con ‘3B’, il loro primo singolo.

Altrettanto schietto e diretto è il loro primo album, ‘Throne of Control’, uscito dopo tre anni di attività, qualche cambio di formazione ed altri due singoli.

Il loro è un sound che incrocia l’Heavy Metal ‘tradizionale’ ed il Thrash, presentando andature sostenute, assalti marziali, lampi di furia, melodie taglienti ed una voce graffiante ed incazzata.

In altre parole possiamo dire che è un Haevy Metal più aggressivo, oppure un Thrash non troppo estremo, con molti richiami alla vecchia scuola.

I brani più rappresentativi, tra gli otto, più intro, che compongono il platter, corrispondono ai tre singoli già pubblicati, che individuano il percorso compositivo affrontato dai musicisti.

3B’, uscito nel 2017, è un brano grezzo, che si sviluppa attraverso un tempo medio nero e deciso che, calpestando qualunque cosa incontri, accompagna una voce urlata e furiosa.

Horrorscope’, uscita per la prima volta nel 2018 e che parla dell’uomo che diventa vittima delle proprie creazioni, sembra procedere sulla stessa linea, ma poi si trasforma: accelera e prende dinamica, si evolve con buona articolazione tra strofe e refrain ed un coinvolgente interludio cadenzato che porta ad un assolo dall’ estro più che discreto.

For I am the Messiah’, del 2020, che ha come tema i narcisisti che, proclamandosi dei e salvatori, manipolano le masse più vulnerabili, è un furioso Thrash al passo con i tempi, duro ed al contempo orecchiabile, con buone linee melodiche ed un refrain che si ricorda. Nulla di nuovo, ma un buon pezzo, con le linee di basso che ne addensano la stuttura ed una fase centrale in tempo medio che trascina. A parere di chi scrive è la traccia migliore del disco ed è quella che meglio inquadra il carattere dei Bloodkill. Si spera che il sentiero intrapreso prosegua lungo questa linea.

Per il resto, anche gli altri cinque brani hanno un valore più che discreto, in particolare ‘Unite and Conquer’, un Heavy Metal dove gli insegnamenti di Judas Priest e Saxon vengono uniti a strofe Thrash cariche di rabbia e la title-track conclusiva, un veloce Thrash nudo e crudo tirato in faccia senza pietà.

Throne of Control’ è stato registrato presso gli Illusion Studios e prodotto da Keshav Dhar (Skyharbor, White Moth Black Butterfly) ed è disponibile dal 19 gennaio 2021.

Concludendo, un buon debutto, senza pericolosi scivoloni e sufficientemente coinvolgente per risultare interessante. Qualcosa qua e là si può migliorare, un po’ più di personalità nel sound non ci starebbe male, visto che i presupposti ci sono, ed i Bloodkill sono pronti per il secondo album. Attendiamo con viva curiosità.

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