Recensione: We Belong To The Stars

Di Carlo Passa - 17 Settembre 2022 - 10:10
We Belong To The Stars
Band: Ginevra
Etichetta: Frontiers Music
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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72

I Ginevra sono l’ennesima creazione in laboratorio della Frontiers. Dato il risultato, che, lo diciamo subito, è molto buono, non abbiamo di che lamentarcene. D’altra parte, gli ingredienti immessi in provetta dall’irrefrenabile Serafino Perugino sono, anche a questo giro, di ottima qualità. Tutto nasce intorno alla figura di Kristian Fyhr, voce dei Seventh Crystal, al quale la Frontiers affianca una serie di musicisti perfetti per supportare quanto esce dalla penna dello svedese: alla chitarra Magnus Karlsson (The Ferrymen, Primal Fear), al basso Jimmy Jay (H.E.A.T.) e alla batteria Magnus Ulfstedt (ex-Eclipse, Nordic Union). Insomma, davanti a nomi come H.E.A.T. ed Eclipse dovreste già ben sapere cosa attendervi: classico hard rock svedese del nuovo millennio, forse questa volta un po’ più hard del consueto.
Assodato che il genere in questione è sì riuscito nel difficile compito di distinguersi nella marmellata di quanto è rimasto dell’hard rock dei tempi d’oro, ma non può certo aspirare ad avere nell’originalità il proprio valore aggiunto, ecco che i Ginevra si accodano al molto già sentito, pur tuttavia lasciando nel rocker all’ascolto il piacere di schiacciare nuovamente il tasto play una volta che We Belong To The Stars finisce. Tanta è, infatti, la maestria compositiva ed esecutiva degli svedesi, da riuscire a suonare freschi e scongiurare quel rischio di preconfezionato che, appunto, ogni progetto creato a tavolino porta con sé.
In We Belong To The Stars troverete brani tirati e tipicamente svedesi, come Siren’s Calling, Unbreakable, o la notevole Apologize. Ma ovviamente non mancano le ballad; su tutte la discreta Masquerade, arricchita dalla voce di Chez Kane (Kane’d).
Se Break The Silence suona un po’ come un (ottimo) outtake degli Eclipse, Brokenhearted è lì tra gli H.E.A.T. e gli W.E.T. E così via, lungo gli undici pezzi di We Belong To The Stars, tra i quali sono meritevoli di menzione l’anthemica Falling To Pieces e quella My Rock’n’roll che ha convinto Perugino a dare un seguito alla proposta di Kristian Fyhr. Forse il pezzo del lotto più ancorato negli anni Ottanta, My Rock’n’roll è uno riuscito ballatone lentissimo e cadenzato che regala una gran prestazione di Fyhr, colma di pathos e piena di dinamismo.
Nel complesso, We Belong To The Stars offre bei momenti di hard rock svedese. Pur essendo un progetto costruito ad hoc, i Ginevra sanno suonare come una band coesa, soprattutto in virtù di un songwriting di buona fattura e arrangiamenti di qualità, frutto della sapienza dei musicisti coinvolti. Certo, manca un po’ la puzza di sala prove e la freschezza che, quasi paradossalmente, essa comporta. Ma My Rock’n’roll è splendida: può bastare.

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