Recensione: Osmium

Di Andrea Bacigalupo - 16 Luglio 2025 - 8:30
Osmium
Band: Caregah
Genere: Groove 
Anno: 2025
Nazione:
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75

I Caregah sono una band nata in Svezia nel 2019.

Dopo alcuni singoli, di cui i primi quattro poi racchiusi nell’EP ‘Forsaken’ del 2023, hanno pubblicato, nello stesso anno, il Full-Length d’esordio ‘Osmium’, da “osmio”, il metallo duro (ed anche costoso) appartenente al gruppo del platino, numero atomico 76.

Titolo importante, espresso con i chiari intenti di volersi far strada nella musica del metallo pesante, tanto è vero che, dopo l’uscita indipendente del 2023 è ora la ROAR/Rock of Angels ad occuparsi della sua distribuzione, in formato CD e vinile.

I Caregah suonano essenzialmente un Groove Metal, mischiato con sonorità sempre pesanti ma più rallentate e riflessive. I riferimenti principali sono i soliti Pantera, anche se privati di una parte della loro naturale ferocia, ed i Machine Head, ma anche gli Hellyeah ed i Black Label Society di Zakk Wilde ad esempio, oltre, andando indietro nella storia, agli onnipresenti Black Sabbath, che si possono indicare come fonte d’ispirazione di ogni gruppo Heavy Metal che tanto difficilmente si sbaglia.

La particolarità di questa band è un uso smodato della melodia all’interno di un genere dominato dai riff e dalla forza d’impatto. Sia che si lancino in un Groove Metal secco, come l’iniziale ‘Forever Merciless’, sia che si tratti di un blues estremizzato, pesante ed estenuante come ‘Floods of No Return’, la parte orecchiabile è molto presente, come se lo scopo dei Caregah fosse quello di far arrivare a tutti una musica relativamente di nicchia, anche a costo di smorzarne la furia.

D’altronde, si sa che i musicisti scandinavi riuscirebbero a trasformare in melodia il cozzare di due pietre, figuriamoci lo “sferragliare del metallo pesante”, un gioco da ragazzi.

In poche parole ‘Osmium’ è, semplicemente, un bel disco, carico e dal buon tiro, tanto ruvido quanto scuro, pieno di accordature ribassate e chitarre affilate, slanci improvvisi, breakdown, rallentamenti ed accelerazioni, con massicci assalti all’arma bianca che si alternano con momenti più riflessivi.

Giusto per fare un esempio sulla dinamica camaleontica del disco, si passa da una ‘Revenge’, soffocante e con un assolo dalla sfumatura allucinogena, alla semi-ballad ‘Tombstone’, con le sue chitarre acustiche ed il sottofondo orchestrale che emanano un inquietante senso di solitudine, per passare a ‘Terrorized’, dall’assalto disturbante ed ossessivo e poi a ‘Smoke of Doom’, dall’andatura prima lenta, “Doomeggiante” e poi più spedita e frantumante.

Un sacco di energia che esplode dentro un antro oscuro, un songwriting molto vario, con un granitico andirivieni di tempi cangianti ben armonizzati dentro la stessa canzone, una voce imperiosa, ma anche colma di disperazione, controcanti infernali, assoli sofisticati ed una ritmica massiccia e, come già detto, tantissima melodia gradevole all’ascolto. Tutto questo si trova in ‘Osmium’, un album completo che riesce a farsi apprezzare parecchio ed a procurare anche diversi danni alla cervicale.

La nuova versione CD del Full-Length è inoltre arricchita con le quattro canzoni dell’EP ‘Forsaken’, dal songwriting più grezzo rispetto al lavoro successivo ma che danno già una buona idea della potenzialità della band, soprattutto attraverso il Blues pesantissimo e sfibrante di ‘Waves of the Dunes’, pezzo di altissimo livello.

Non c’è altro da dire se non consigliarne l’ascolto intanto che si aspetta la prossima uscita.

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