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Heavy Fucking Metal Pillar: recensione Savatage (Gutter Ballet)

Di Stefano Ricetti - 11 Agosto 2025 - 7:50
Heavy Fucking Metal Pillar: recensione Savatage (Gutter Ballet)

Di seguito la recensione di Gutter Ballet, il quinto album dei Savatage (qui loro intervista del 1990), così come uscita originariamente e in tempo reale all’interno delle pagine della rivista H/M numero 86 del giugno 1990, a firma Vincenzo Barone.

Buona lettura,

Steven Rich

 

 

SAVATAGE

Gutter Ballet

Atlantic

1990

Savatage: un nome, una garanzia! No, non è lo slogan pubblicitario di una marca di frigoriferi, ma il motto che scaturisce spontaneo dopo l’ascolto dell’ultimo capolavoro dei fratelli Oliva e dei loro degni soci. Gutter Ballet è un imperdibile esempio di come il più puro ed incontaminato Heavy Metal ha il dovere di rinnovarsi per restare vivo e credibile in una giungla di tendenze e sottoetichette come quella in cui ci troviamo ad agire da un lustro a questa parte.

Anzitutto è doveroso sottolineare come i Savatage abbiano deciso di diventare un quintetto, arricchendo la formazione con l’ingresso di Christopher Caffery, chitarrista/tastierista dall’indiscutibile talento, al fine di rifinire ed impreziosire un sound dalla grandeur tale da poter essere definito ben più che tranquillamente Metal Sinfonico. Il nuovo platter degli americani mostra, a più di due anni di distanza dal fortunato e vendutissimo Hall Of The Mountain King, una band dalle potenzialità di sviluppo a livello compositivo praticamente illimitate, un gruppo fautore di un Heavy di lusso, eseguito impeccabilmente e vibrante di un’energia e di una potenza davvero inaudite!

Sferzate power tesissime si alternano così ad aperture al limite del classicismo orchestrale in un caleidoscopio di immagini e sensazioni davvero privo di eguali: i Savatage toccano con l’ultimo platter il loro momentaneo apice tecnico/compositivo, potendo contare sullo sconfinato feeling ultratecnico di Criss Oliva, un chitarrista troppo sottovalutato nei circoli internazionali, sulla voce e sulla perizia pianistica di un interprete – sì interprete, perché definirlo semplicemente un cantante è veramente eufemistico! – del calibro di Jon Oliva, insuperabile in episodi come la title-track o la superba ballad “When The Crowds Are Gone“, e su una sezione ritmica sismicamente incontrollabile che si erge imponente in ogni composizione del quintetto!

Ben due gli episodi strumentali: la sinfonico/classica “Temptation Revelation”, che mette in evidenza una capacità a livello di arrangiamenti davvero incredibile, e la flamenco-influenced “Silk And Steel“, coi due chitarristi una volta di più sugli scudi a fare incetta di gloria ed onore! Un masterpiece di inossidabile Heavy Metal, dotato di una forza deflagrante che non ha certo bisogno della velocità per essere ricca di impatto e veemenza; un LP superbo…

Vincenzo “Jamaica” Barone

 

Articolo a cura di Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

Elenco – con link incorporato – delle puntate precedenti di Heavy Fucking Metal Pillar:

 

CIRITH UNGOL (Frost & Fire)

DEATH SS (…In Death of Steve Sylvester)

HEAVY LOAD (Death Or Glory)

MANOWAR (Battle Hymns)

SAXON (Strong Arm Of The Law)

JUDAS PRIEST (Unleashed In The East)

IRON MAIDEN (Iron Maiden)

METALLICA (Ride The Lightning)

MOTORHEAD (Ace Of Spades)

MOTLEY CRUE (Too Fast For Love)

VIRGIN STEELE (Noble Savage)

RIOT (Fire Down Under)

RUNNING WILD (Gates To Purgatory)

WARLORD (Deliver Us)

SWORD (Metalized)

MERCYFUL FATE (Melissa)

SLAYER (Reign In Blood)

BATHORY (The Return……)

POSSESSED (Seven Churches)

MEGADETH (Peace Sells… But Who’s Buying?)

SLAYER (Hell Awaits)

VENOM (Black Metal)