Recensione: Wonderland
Un bel disco di rock melodico venato di power per chiudere le ferie e tornare agli impegni quotidiani.
Le ferie che finiscono (o le vacanze), sono una iattura che tocca più o meno a tutti. Al buon disco invece ci pensano i Crowne.
Con il terzo capitolo discografico di questa curiosa sintesi tra Dynazty, Art Nation e H.E.A.T, il gruppo guidato da Alex Strandell e Jona Tee riesce finalmente a soddisfare tutte le aspettative che si riponevano in loro agli esordi.
Una progressione, in effetti, che si libera delle tante pretenziosità degli inizi per lasciare spazio al divertimento a briglia sciolta. Senza venature epiche ed atteggiamenti troppo seriosi ed appesantiti.
“Wonderland” è un album che emana freschezza e vitalità. Ha una inevitabile e sinistra parentela proprio con gli Art Nation, tanto da far sembrare i due gruppi quasi intercambiabili. Ma con quel rock melodico, frizzantino e sottilmente venato di power, va giù come una bibita fresca e piace al primo colpo.
Alex Strandell oltretutto, si conferma un gran bel cantante. Voce potente, ottima capacità d’interpretazione, sicurezza su ogni nota. Come già detto più volte, uno dei migliori della nuova generazione.
Il resto – e che resto – lo fa la formazione di musicisti, primo fra tutti il chitarrista dei Dynazty, Love Magnusson. Infallibile nel conferire un flavour molto “anni ottanta” alle composizioni.
Veloce, fresco e dinamico. Un disco che con brani quali “Waiting for You” e “Heaven Tonight” permette di liberare la testa dai pensieri e da un po’ di respiro al buon umore.
Contribuisce molto anche la lunghezza limitata della tracklist. Poco più di trentasette minuti di durata.
Un po’ come succedeva ai tempi del glorioso vinile, quando si poteva dire tutto in due facciate con canzoni che non la menavano troppo per le lunghe. E gli album che uscivano avevano tutti – quello più, quello meno – qualcosa di interessante da dire.
Bei tempi che, un po’ di nostalgia inevitabilmente suscitano.
“Wonderland” si consuma velocemente come un ottimo e piacevole libro da leggere sotto l’ombrellone. Di quelli però che si ricordano e riprendono volentieri.
Anche per il terzo capitolo dei Crowne – il migliore dei tre incisi sin qui – vale più o meno la stessa cosa. Scorre in scioltezza e proprio in virtù di questa scioltezza si riascolta poi con estremo piacere.
Da buon fan del melodic rock, uno dei momenti probabilmente da ricordare tra quelli usciti nel corso del 2025. E finalmente i Crowne sono diventati quello che ci aspettavamo.