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I 10 migliori album Heavy Metal del 2020

Di Stefano Ricetti - 15 Marzo 2021 - 12:47
I 10 migliori album Heavy Metal del 2020

A livello di heavy fucking metal il 2020 si è rivelato un anno sostanzialmente in linea con i precedenti, secondo un trend ormai consolidato che vede uscite di vecchi leoni accanto a riconferme di gruppi di prospettiva.

HM vuol dire HM e non è permessa alcuna contaminazione. Altrimenti non si parlerebbe di HEAVY METAL ma di qualcos’altro. In questo campo la storia insegna e le linee guida sono ben tracciate. Chiaro che non sia semplice per nessuno marcare la differenza o farsi notare.

Solo quel quid di magia, che si ha o non si ha, può determinare la scintilla in grado di destare l’attenzione nei fan. In questo senso abbiamo stilato la seguente classifica, in base ai nostri gusti e alle nostre sensazioni, che semplicemente non fa altro che mettere nero su bianco il concetto specificato in apertura.


Ancillotti – Hell On Earth

Ancillotti – Hell On Earth: come (ben) suonare heavy fucking metal straclassico al di là del tempo e delle mode. Immortali.

Terzo capitolo discografico per la famiglia Ancillotti, formata da metallaroni quali il cantante Daniele “Bud” Ancillotti (Strana Officina, Bud Tribe), il bassista Sandro “Bid” Ancillotti (Bud Tribe), il batterista Brian Ancillotti (Shabby Trick) e il loro fratello di sangue “Ciano” Toscani , chitarrista, già con i Listeria.

Hell On Earth, griffato Pure Steel Records, riesce nell’intento di migliorare la “botta” che sono in grado di fornire gli Ancillotti, nonostante i precedenti The Chain Goes On (2014) e Strike Back (2016) fossero prodotti di spessore. In quel di Prato e dintorni è accaduto evidentemente quello che capitava anni e anni fa un po’ a tutte le grandi big band: la loro consacrazione col terzo album (leggi tutto)

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Armored Saint – Punching the Sky

Gli Armored Saint non hanno bisogno di presentazioni, vero? Alfieri dell’heavy metal nella sua accezione più classica, i nostri baldi californiani hanno attraversato gli ultimi 38 anni con alterne fortune, raccogliendo spesso assai meno di quanto meritassero. “Punching the Sky” è un prodotto decisamente superiore alla media, onesto e vigoroso. Cosa ancor più importante, è ancora un lavoro smaccatamente Armored Saint, nonostante qualche passaggio un po’ diverso dal solito che, a fronte di un primo ascolto traballante e un paio di episodi che non fanno impazzire, cresce con l’andar del tempo e si conferma come un album da pollice altissimo, ennesima cecchinata da parte di una band sempre sugli scudi.
Ottimo lavoro, signori. (leggi tutto)

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Cirith Ungol – Forever Black

Ritrovare dopo 29 lunghissimi anni i Cirith Ungol, è esattamente come riabbracciare un caro amico d’infanzia perso di vista per le più disparate ragioni. Qualche ciuffo eburneo o argenteo ha forse fatto la sua comparsa qua e là, si è messo su famiglia, moglie e figli, si è cambiato giro di amicizie, luoghi frequentati, musica ascoltata.  Di converso, nuovi legami si sono intrecciati, nuovi affetti, nuove emozioni, nuove consapevolezze. Tutte esperienze spesso condivise e pronte a ravvivarsi di nuova fiamma […] Poter finalmente riabbracciare i Cirith Ungol in questo nuovo millennio e ritrovarli, nonostante la tirannia del tempo, in questo stato di grazia, fa bene allo spirito ed è una gioia per i padiglioni auricolari. “Forever Black” è un album genuino fino al midollo. Una colata di metallo incandescente finemente ispirato (leggi tutto)

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Dark Quarterer – Pompei

A cinque anni da quel gioiellino che risponde al nome di ”Ithaca”, i Dark Quarterer pubblicano la loro nuova bombetta. Tra pochi giorni, infatti, uscirà “Pompei”, ottavo album per lo storico gruppo di Piombino che da più di quattro decadi aleggia solenne sullo Stivale. Già basterebbe l’ottima copertina di Paolo Giraldi per accendere l’interesse del consumatore occasionale, ma se ci aggiungiamo anche il nome Dark Quarterer le probabilità che si stia per raggiungere il jackpot si fanno ben più che concrete. Non sarò brevissimo, per cui se avete fretta sappiate solo che i Dark Quarterer non ne sbagliano uno e chiudetela qui (leggi tutto)

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Eternal Champion – Ravening Iron

Sono necessari più ascolti per entrare nelle trame e nelle sfumature di questo Ravening Iron. Gli Eternal Champion sembrano voler ribadire che l’epic metal non è musica da “ragazzini” e si pongono tra i più credibili prosecutori di questa tradizione. Chi affronta la “materia” con tale dedizione è sempre degno di rispetto e attenzione (alcuni membri hanno comunque esperienze in band più estreme e questo sembra emergere nell’intensità delle prestazioni dal vivo). L’unico rischio è che il calderone NWOTHM, da cui stanno emergendo con merito, col tempo li risucchi nuovamente dentro di sé (leggi tutto)

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Ozzy Osbourne – Ordinary Man

Ozzy Osbourne non è più un tesoro prezioso per i soli adepti della comunità metal. Da almeno dieci anni è diventato patrimonio di tutti, anche di chi non ama la nostra musica. In quest’ottica va analizzato e apprezzato il nuovo disco “Ordinary Man”. Primo album solista dal lontano “Scream” del 2010, con l’asso della sei corde greco Gus G. Questo nuovo capitolo si distingue dagli altri per diverse particolarità che lo caratterizzano. La title track è una ballad, innanzitutto, cosa mai accaduta prima d’ora in un album del Madman. Inoltre è un disco pieno zeppo di ospiti illustri: da Sir Elton John a Slash, da Tom Morello a Post Malone. Alla chitarra non troviamo il fido e mastodontico taglia legna Zakk Wylde, ma Andrew Watt, supportato alla batteria da Chad Smith (Red Hot Chili Peppers) e Duff McKeagan al basso (Guns and Roses). Insomma una line up di veri fuoriclasse (leggi tutto)

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Paul Chain Group featuring Thomas Hand Chaste and Claud Galley – L’Isola Che Non C’è

In un’epoca di piena rivisitazione del passato, basti pensare alla miriade di riedizioni di album, alla pubblicazione di anniversary edition una dopo l’altra e alla ripresa, in più settori, compreso il merchandising, di concetti, immagini e stereotipi del bel tempo che fu, non può generare più di tanto stupore l’ultima uscita discografica della Minotauro Records […] L’Isola Che Non C’è è un’uscita inedita in doppio vinile in edizione limitata a 310 esemplari che propone il concerto tenuto dal Paul Chain Group il 10 aprile 1982 in quel di Rimini, precisamente presso il locale L’Isola Che Non C’è, per l’appunto. Il prodotto, oltre che sul sito della Minotauro Records, sarà acquistabile solamente nei negozi di dischi “veri” e non sarà disponibile sulle piattaforme dell’e-commerce usuali, quelle che tante vittime, commercialmente parlando, stanno mietendo giorno dopo giorno (leggi tutto)

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Sorcerer – Lamenting of the Innocent

Nuovo album per gli svedesi Sorcerer, che a tre anni dal plumbeo e bellissimo “Crowning of the Fire King” tornano sul mercato con “Lamenting of the Innocent”. Alfieri di un doom epico e maestoso, con questo terzo capitolo i nostri decidono di andare oltre, sfruttando l’apporto dei nuovi membri per prendere direzioni meno convenzionali e screziando la materia che conoscono così bene con sfumature di heavy classico, hard rock e prog. Nessuno stravolgimento, il risultato non si allontana troppo da quanto i nostri abbiano fatto sentire in passato, ma va detto che durante l’ascolto di “Lamenting of the Innocent” ci si imbatte, anche piuttosto di frequente, in passaggi che difficilmente potrebbero essere giudicati ortodossi. Ecco quindi che ai soliti macigni incombenti e minacciosi si affiancano fraseggi dilatati, sognanti, quasi languidi nel loro sviluppo assorto, ed altri più movimentati, grintosi e quasi frenetici (leggi tutto)

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Spirit Adrift – Enlightened in Eternity

Riuscire a farsi notare oggi, sul serio, all’interno di un panorama sovraffollato di uscite, è impresa titanica. In ambito heavy metal le pagine migliori sono state già scritte dai grandi del genere in passato, la capacità delle nuove leve risiede nella rilettura delle stesse in chiave moderna ma senza sbragare, con suoni al passo con i tempi e la giusta dose di personalità.

Gli Spirit Adrift pare proprio abbiano quel quid di “magia” che solo pochi altri posseggono, oggidì. Dopo questo solido Enlightened In Eternity, varrà di certo la pena seguire anche le loro prossime mosse (leggi tutto)

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Tyrant – Hereafter

Hereafter esce quasi un quarto di secolo dopo l’ultima loro fatica, King Of Kings, ma il tempo, per i Tiranni, pare essersi fermato. Scorrendo la formazione permane il rammarico di non poter godere della prova vocale dello storico e iconico Glen May, personaggio che dire carismatico è poco, sostituito comunque da un grande come Robert Lowe, che fa la sua porca figura. Il resto della line-up annovera due assolute  certezze quali Greg May (basso) e Rocky Rockwell (chitarra) mentre dietro la batteria siede Ronnie Wallace. Hereafter, fatto salvo qualche colpo a vuoto, dispensa sane dosi di Metallo, passando dall’heavy tout court all’epic con qualche tracimazione anche nel doom. Un ritorno gradito, quello dei Tyrant, senza dubbio (leggi tutto)

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