Recensione libro: Led Zeppelin ’71 – La Notte del Vigorelli
Led Zeppelin ’71
La Notte del Vigorelli
di Giovanni Rossi
2014
€ 18,00
304 pagine
Giovanni Rossi, con la “scusa” di raccontare l’unica calata italica dei Led Zeppelin, nel 1971, costruisce lungo trecento e passa pagine un formidabile spaccato dell’Italia a cavallo fra gli anni Sessanta e gli anni Settanta. Seguendo gli intrecci di un sottile filo conduttore a forma di dirigibile, l’autore, dosando sapientemente cronaca pura, dichiarazioni ufficiali e aneddotica di prima mano riesce nella non facile impresa di creare, all’interno di Led Zeppelin ’71 – La Notte del Vigorelli, un magico clima di attesa per un evento passato che, leggendo il libro, pare quasi che debba accadere in un futuro prossimo venturo. Questa, probabilmente, la peculiarità dell’ennesima uscita di livello targata Tsunami Edizioni oggetto della recensione.
Scrivere di musica piuttosto che di qualsiasi altra cosa dello scibile umano si può fare in due modi, extrema ratio: raccontando fatti vissuti e metabolizzati in prima persona oppure elencando situazioni per bocca di altri. Meglio sottacere, in questa sede, la terza categoria, purtroppo sempre dietro l’angolo: quella appartenente a soggetti che fanno del sentito dire il proprio verbo spesso dimenticandosi di dare un’occhiata alla carta d’identità, matematicamente troppo verde rispetto al narrato…
Rossi è un cronista vecchio stampo, uno di quelli che s’è fatto letteralmente il mazzo per raccogliere quante più possibili informazioni e testimonianze dirette fra coloro i quali hanno respirato l’odore acre dei lacrimogeni dei primi anni Settanta e si sono ricamati le stimmate di una parte del loro vissuto fra quelle nebbie metropolitane. Per capire il presente bisogna conoscere il passato: in ambito musicale, ad esempio, per allestire il bill di qualsivoglia manifestazione. I Led Zeppelin – secondo i soloni del tempo “il complesso pop che aveva fatto passare i The Beatles in secondo piano” – vennero sciaguratamente messi in cartellone insieme con gli artisti del Cantagiro, una kermesse sonora itinerante prevalentemente ad appannaggio dei soli interpreti legati alla melodia italiana. Solo per elencarne alcuni: Gianni Morandi, i Ricchi e Poveri, Milva, i Vianella, Mia Martini. Il patatrac organizzativo esplose, nel vero senso della parola e non di certo solamente per l’infelice running order, il 5 luglio del 1971, all’interno e all’esterno del Velodromo Vigorelli di Milano, messo a ferro e fuoco da una sorta di guerriglia urbana fra le avanguardie di una gioventù policroma e le forze di Polizia, rappresentanti uno Stato che, al solito, non volendosi rendere conto dei fortissimi venti di cambiamento in atto, aveva reagito con la forza bruta, incurante del dialogo. Un’icona come lo stesso Robert Plant se ne rese conto da subito, non appena quella notte incrociò volutamente il proprio sguardo con quello dei militari in divisa, abbassandolo poi prontamente.
Led Zeppelin ’71 non è né vuole essere solamente un libro musicale: il far capire come eravamo, soprattutto per tutti quanti in quel periodo non erano nemmeno nati, serve per rendersi ancor meglio conto di come siamo conciati in questo periodo. Allora vigeva la controcultura, oggi l’incultura imperante lobotomizzatrice. Gli anni Settanta furono un momento sì effervescente ma anche doloroso: Rossi riporta attraverso la filigrana della protesta politica e della guerra fredda racconti fatti di bombe, scontri sociali e vittime innocenti. La rivoluzione giovanile nei confronti della musica leggera esplose con veemenza, i Led Zeppelin costituivano il gruppo simbolo del cambiamento e avrebbero traghettato, insieme ad altri grandissimi interpreti, il decennio artistico Rock più fulgido della storia verso la leggenda.
“Mai più in Italia”, dichiararono trancianti i Led Zeppelin. E così, purtroppo, avvenne…
Led Zeppelin ’71 – La Notte del Vigorelli, un libro che val la pena di leggere.
Stefano “Steven Rich” Ricetti