Live Report: Acciaio Italiano III a Marmirolo (Mn)
Terza edizione dell’Acciaio Italiano Festival in quel di Marmirolo in provincia di Mantova, manifestazione che sta via via assumendo una propria dimensione anche in termini di partecipazione da parte del pubblico e che ci si augura di cuore che continui ancora per anni. Grazie all’encomiabile lavoro portato avanti da Antonio Keller della Jolly Roger Records insieme con lo staff dell’Area Feste di Marmirolo, dal 2011 è possibile gustarsi uno show di band heavy metal italiane di sicuro livello completamente in modalità gratuita e per di più all’interno di un’area ampia e vivibilissima, con parcheggio libero praticamente a partire da appena dopo il cancello che delimita la zona. Basta scorrere la scaletta delle tre tornate acciaiose disputate fino a oggi per capire su quali cifre di tonnellaggio si basi la manifestazione mantovana. Se la prima edizione all’aperto fu sufficientemente partecipata e per certi versi da considerarsi come una sorta di warm-up – ma già con un bill con i controcolleoni: Rosae Crucis, Holy Martyr, Crying Steel, Tarchon Fist, Death Mechanism e Wyvern – la successiva risentì del maltempo e delle inevitabili paure legate al vicino terremoto – anche se il sempiterno zoccolo duro dell’Acciaio Italiano era là, di fronte al palco, ad incitare i propri beniamini: Skanners, TIR, Danger Zone, L’Impero delle Ombre, Cidodici, Morgana, Graal e Fallen Fucking Angels – la terza, ancora sotto la capiente tensostruttura per i noti problemi metereologici di questo maggio pazzerello, ha finalmente radunato una degna cornice di pubblico.
Opener della giornata i mantovani Radical Crash, giovani e simpatici interpreti che con il loro Thrash Metal hanno dato il via alle danze, pescando a piene mani dall’Ep del 2012 e onorando al meglio il fatto che se la giocassero in casa, mascotte occhialuta compresa. Causa ritardo dovuto a problemi al Loro furgone old school – è del glorioso 1982 – durante il viaggio verso Marmirolo, gli Spidkilz sono stati costretti a dare forfait come act numero due della giornata, prontamente sostituiti dai gentili Caronte, che sono retrocessi di una posizione, anticipando la Loro performance, a colpi di Doom Metal nella sua accezione più piena. Tempi diluiti, come da tradizione e atteggiamento volutamente allucinato da parte del cantante Dorian Bones, a pieno agio con la proposta mortifera portata avanti dal combo parmense, forte di un album intrigante oltreché ortodosso quale Ascension, del 2012.
Il tempo di cambiarsi o poco di più una volta arrivati in quel dell’Area Feste ed è la volta degli Spidkilz capitanati dalla frontwoman Elisa “Over” De Palma, a mettere a ferro e fuoco le assi dell’Acciaio III in forza di un Thrash Metal diretto e possente, principalmente figlio di Annihilator e Overkill. Oltre alle scuse per – l’incolpevole – ritardo e il doveroso ringraziamento ai Caronte, la bionda ex White Skull è apparsa in gran forma, così come il resto della band, a dimostrazione di una amalgama invidiabile che potrebbe portare davvero lontano gli autori del recente Balance of Terror. La stessa title track e la devastante Insomnia fra gli highlight del Loro show, all’insegna della velocità e della violenza. Cambio netto di ambientazione sonora nel momento in cui I Compagni di Baal si impossessano del palco in quel di Marmirolo: la Loro proposta fortemente variegata catalizza l’attenzione dei presenti, andando a pescare qualche asso anche in ambiti come il Progressive e il Doom meno catacombale. Interessanti, senza dubbio, anche perché in completa antitesi con le mazzate tutte d’un pezzo fornite dai piemontesi Spidkilz.
Molti dei convenuti in quel della provincia mantovana erano lì appositamente per Loro: gli storici Shabby Trick capitanati da due pilastri dell’Hard’N’Heavy italiano quali Max Bronx e Andrea Castelli. Rispetto alla formazione dell’Lp Bad Ass del 1989 – a proposito, la versione in cd del disco è disponibile fresca fresca per la prima volta nella Sua storia con in più delle bonus track presso Jolly Roger Records – mancano due elementi, peraltro degnissimamente rimpiazzati da Brian Ancillotti (batteria) e Mick Back (voce), già presenti nella line-up autrice dell’album del ritorno R’N’R Raiser, del 2010, che esce esattamente dieci anni dopo Piercinality, secondo capitolo ufficiale dei ‘Trick dopo l’esordio dell’89.
Accanto a straclassici del passato quali Tonight I Rock e Crazy Girl gli ‘Shabby si impossessano dell’audience grazie a una devastante versione di Getaway, figlia della dimensione Hard che rende Loro maggiormente giustizia, secondo lo scrivente. Peccato non aver sentito in versione live la celeberrima Anything to Hold you, volutamente immolata a favore di un’esibizione In your Face, peraltro pienamente riuscita, fra gli Osanna degli astanti.
Potevano gli ultras del Power rimanere a bocca asciutta? Certo che no, indi fuoco alle polveri tramite i Trick or Treat da Modena, combo compatto e affiatato che annovera fra le proprie fila quel fenomeno dietro il microfono che risponde al nome di Alessandro Conti, impeccabile durante l’esecuzione di Eagle Fly Free degli Helloween, apprezzatissima, a chiusura del loro concerto.
E’ poi la volta della Bud Tribe: band con sul groppone “solo” una quindicina d’anni di milizia metallica ma che vanta all’interno della propria line-up autentiche leggende viventi del Metallo quali Bud Ancillotti (singer della Strana Officina) e Dario Caroli (fondatore e bombardiere degli storici Sabotage, presente e “pestante” nonostante una forte febbre), affiancati ad altri due guru quali Leo Milani (Sabotage) alla chitarra e Bid Ancillotti al basso.
Headliner di nome e di fatto i quattro Bud Tribe spaccano di brutto, di fronte a una distesa di pugni alzati in Loro onore. Starrider, Camelot, Rock N Roll Tribe, Roll the Bone, Non Finirà Mai (dedicata a Marcellino Masi e ai fratelli Cappanera) non rappresentano semplici titoli di canzoni, ma passi fondamentali dell’HM Made in Italy, ove ognuno dei presenti possiede qualche ricordo a corollario. Apoteosi annunciata con la finale Non Sei Normale (Strana Officina docet), a chiudere in maniera incredibile un happening da portarsi dentro il cuore per sempre, come quello celebrato durante l’Acciaio Italiano III.
Appuntamento al 2014, quindi, Horns Up!
Testo e foto di Stefano “Steven Rich” Ricetti