Recensione: Plagued With Violence

Nel 1985 l’associazione Parents Music Resource Center (PMRC) fondata da Tipper Gore riuscì a convincere la Recording Industry Association of America (RIAA) ad imporre l’apposizione dell’etichetta “Parental Advisory” su quegli album dal contenuto ritenuto “diseducativo”.
Al di là del risultato raggiunto, per certi tipi di album forse sarebbe stato meglio adottare un altro disclaimer: “prima dell’acquisto esibire al negoziante un certificato medico che dichiari il buono stato di salute di cuore e cervicale”.
Ehh sì! Perché ascoltare roba feroce come questo ‘Plagued With Violence’ dei polacchi Terrordome può comportare gravi danni fisici … impossibile non agitarsi, non assorbire il loro furore e poi dargli sfogo.
Il combo, in circolazione ormai da un ventennio, è capitanato dall’esperto Mateusz Łapczyński, in arte Uappa Terror, personaggio che si presume si sfami di pane e Thrash Metal quotidianamente (lo troviamo, ad esempio, a guidare anche gli Extinkt oltre che a militare in un buon numero di altre band appartenenti al circuito underground polacco) ed intorno al quale sono ruotati un inelencabile numero di musicisti.
‘Plagued With Violence’ è il loro quarto album, che segue ad una distanza di 4 anni il precedente ‘Straight Outta Smogtown’, con la variante di un nuovo chitarrista (Jakub Wróbel in sostituzione di Paua Siffredi).
… Unica variante … perché, per il resto, il Thrash dei Terrordome non cambia di una nota: influenzato essenzialmente dal Thrash tedesco oltre che da Slayer e Venom, sviluppa una violenza inaudita e letale, generando potenti tornadi sonori la cui nube rovente sale dall’inferno per abbattersi sulla terra. ‘Plagued With Violence’ è, in sostanza, questo: un turbine che non dà tregua.
Aggressività all’ennesima potenza, ritmi spasmodici, voce ruvida, cori demoniaci. C’è spazio per poco altro: l’attacco sovversivo dei Terrordome è continuo e implacabile: in tutto l’album, che dura poco più di mezz’ora, se si esclude la breve strumentale ‘Massive Perjury’, un arpeggio con narrazione dall’atmosfera spettrale che introduce ‘Sorry for Being Late’, ci sono solo 2 momenti che stemperano l’aria, senza però rimuovere quel pulviscolo malvagio che si diffonde per tutta l’opera: ‘The Torture Continues’, che associa la drammaticità di linee più contemporanee con andature cadenzate Old School e la Title-Track, dal tiro sostenuto ma meno esagerato rispetto agli schemi dell’album (un singolo maggiormente fruibile, si potrebbe dire, anche se ad oggi non è ancora uscito come tale).
Per il resto, è tutto “oltre la sfera del tuono”: velocità da balzare fuori orbita, riff taglienti quanto rasoi e terremoti ritmici … giusto un minimo di melodia negli assoli … ma, a tutti gli effetti, mazzate e travate nelle gengive in grande quantità.
La maggior parte dei brani sono ben costruiti, come l’incalzante ‘Chasing the Dragon’ e la sua vena epica o ‘Beast Sharp Razor Cut’, velocissima ma con slanci orecchiabili od ancora ‘Goat Killers’ e le sue chitarre spietate.
In alcuni altri, disposti dopo la seconda metà dell’album, l’esagerazione ha però preso il sopravvento per cui risultano più che altro degli sfuriatoni tirati “a tutto braccio” (‘Rzeka krwi’, ‘Na glinianych nogach’ – rispettivamente ‘fiume di sangue’ e ‘Su piedi d’argilla’ – la già citata ‘Sorry for Being Late’ e ‘Satanic Decree’), che, purtroppo, abbassano la qualità generale del lavoro.
L’abbassano, ma non l’annientano … in definitiva ‘Plagued with Violence’ è un buon album, onesto, che non la manda a dire, che ci trascina con violenza dentro un mondo contorto ed in rovina, ben rappresentato dai toni crudi della sua copertina, dove l’essere umano viene sconfitto non solo dalle forze del male ma anche da chi dovrebbe rappresentare il bene. Quello che chiamiamo “futuro distopico” ma che, invece, è sempre più un reale presente.