Recensione: Re-Launch III

Di Francesco Maraglino - 23 Luglio 2023 - 8:00
Re-Launch III
Band: Houston
Etichetta: Frontiers Music
Genere: AOR 
Anno: 2023
Nazione:
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75

La stella degli svedesi Houston è apparsa nel cielo dell’AOR internazionale nel 2010, con l’album di esordio. Il dischetto era una scintillante perla di rock melodico raffinato, elegante e devoto al sound a stelle e strisce degli anni ottanta.

Da allora, i musicisti scandinavi hanno rilasciato un bel numero di gioiellini sulla stessa falsariga (l’ultimo è il pregevole “IV” del 2021). In parallelo, hanno pure continuato a produrre, con il vezzo di una distinta numerazione progressiva, album impiantati principalmente da cover, scelte  tra i brani di culto in ambito di rock “melodico e adulto”, tra le quali ha brillato più di altre la rendition della celebre (tra gli appassionati del genere)  Runaway dei Dakota.

Con il nuovo “Re-Launch III” gli Houston ripropongono quest’ultima  formula, anticipata dal singolo Live Forever, un lineare soft-rock dai toni raffinati e solari.

Come di consueto per gli Houston, la maggioranza dei brani riproposti  pesca in un carnet di canzoni soffici ed eleganti.  Ne sono esempio She Don’t (Come Around Anymore), brano di David Pack elegante e patinato come si conviene, qui riproposto in una versione appena un poco più rock dell’originale, e  She’s Out With A Gun, fedele cover dei fantastici  Van Zant.

Le medesime atmosfere si replicano in altre tracce, in cui aleggia però anche un flavour un tantino soul. Stiamo parlando di Modern Day Delilah (semi-ballata elegante e grintosa, nonché osservante dell’originale di Van Stephenson) e della appena più energica (grazie alla forza della voce ed delle chitarre)  Slipping Away di Juice Newton.

C’è anche, però, un versante più “ hard-ma-non-troppo” in questo lavoro degli Houston. A partire da una Power Over Me (dal repertorio degli Atlantic, qui peraltro riproposta in chiave più soft rispetto dell’originale), per passare dalla Heart Of Stone che fu dei Blackjack di Micheal Bolton e Bruce Kulick (caratterizzata da un suono AOR orecchiabile e emotivo con qualche tono alla Coverdale nella canto) per arrivare ad Outrageous di Franke & the Knockouts.
Sound Of A Breaking Heart, infine, mantiene le sfumature pomp e le chitarre aggressive che furono della primigenia versione dei Prophet.

In quanto ad immediato godimento fin dal primo ascolto, si distingue però l’irresistibile Running Back degli Urgent, dall’ inconfondibile riff di tastiere.

In “Re-Launch III” gli Houston ripropongono in buona sostanza la formula dei loro analoghi lavori precedenti, offrendo un sound che non svela  particolari sorprese  rispetto al loro passato. La scelta di classici “minori” dell’AOR è azzeccata, ma non fa gridare al miracolo perché, in gran parte, si tratta di canzoni ben noti ai connoisseur del genere. In ogni caso, la classe infinita di esecuzione, e la dimostrazione di sconfinato amore per il rock melodico (con una predilezione per i brani più soft) sono ancora una volta ampliamente anche stavolta  dimostrate dalla band scandinava.

Francesco Maraglino

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