Recensione: Pleasure Beats The Pain

Di Fabio Vellata - 26 Maggio 2024 - 8:30
Pleasure Beats The Pain
Band: Remedy
Etichetta: Escape
Genere: AOR  Hard Rock 
Anno: 2024
Nazione:
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84

I Remedy li abbiamo scoperti con piacere giusto un annetto fa, in occasione del brillante debutto “Something That Your Eyes Won’t See“, potente coacervo di sonorità eighties condite da tanto buon gusto e belle melodie. Un disco che sinceramente ci aveva fatto ottima impressione tanto da considerarlo tra le cose migliori dell’anno.
E già allora, saremmo stati pronti a scommettere che, viste lo doti sciorinate, questo ottimo gruppo svedese avrebbe continuato a realizzare buonissima musica anche nel proseguimento di una carriera potenzialmente da primi della classe.

Non è servito aspettare troppo per averne la conferma. “Pleasure Beats the Pain” è sostanzialmente quanto ci attendevamo da loro. Un brillante secondo capitolo che va nella medesima direzione intrapresa con l’esordio, mantenendo inalterate pressoché tutte le caratteristiche di stile e songwriting. Ma soprattutto, di qualità della proposta.
Godibili sin dal primo ascolto, raffinati negli arrangiamenti, dal grande istinto per la costruzione di melodie d’impatto istantaneo, i Remedy ove possibile, ampliano l’efficacia della loro musica inanellando una serie di canzoni “forti”, solide, quasi inattaccabili. Toto, Journey, Europe, Treat…ci sono parecchi grandi nomi reperibili a vario titolo tra le fonti d’ispirazione. Omaggiati, elaborati, fatti propri e messi in fila per dar corpo ad un impianto di suoni e sensazioni quasi esaltanti.
“Moon has the Night”, “Caught by Death“, “Angelina“, “Bad Blood”, “Crying Heart” sono pezzi che catturano subito e danno l’idea immediata della perfetta amalgama tra le parti, laddove melodia, piacere d’ascolto e profumi rock si condensano quasi perfettamente in un tutt’uno da manuale.
Sublimazione dell’eccellenza cui i Remedy devono necessariamente essere associati è poi “Poison”, una summa ai limiti della perfezione di tutto quanto può servire nel campo per scrivere una canzone esemplare di melodic rock. Scivolosa, cromata, carica di fascino ottantiano e con un’atmosfera contagiosa che tanto trae ricchezza dagli arrangiamenti profondi. Un brano che da solo può rappresentare il livello eccellente raggiunto in breve tempo dalla band guidata da Roland Forsman e Robert Van der Zwan.

Talvolta serve poco per far capire a chi ascolta il valore e la qualità dei propri mezzi. Non a caso, una label rispettabile ed espertissima del settore come Escape Music non ha perso troppo tempo nel metterli sotto contratto.
Un attestato che sa di investitura e promessa: insieme ad una pattuglia ristretta di altri nomi, potrebbero, in effetti, rappresentare un brillante avvenire per il genere.
Inutile far finta di nulla: con H.E.A.T, Eclipse e Nestor, il futuro del rock melodico passa anche da loro. Dai Remedy

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