Recensione: Songs From The Warehouse/The Hits Rewired

Russ Ballard è stato uno dei compositori più brillanti e prolifici degli anni Settanta ed Ottanta del secolo scorso, un vero e proprio hit-maker.
Proprio nei Seventies è stato compositore e chitarrista negli Argent di Ron Argent e, nell’era della videomusic, ha avuto un periodo di grande visibilità individuale con il successone Voices e con il relativo video.
Molte canzoni da lui composte, inoltre, sono state dei trionfi da classifica per artisti sia in ambito pop-rock sia in ambito hard.
Oggi Ballard torna sul mercato con un doppio album dal titolo “Songs From The Warehouse/The Hits Rewired”, nel quale, da un lato, ripropone le sue canzoni più celebri, dall’altro offre un pugno di canzoni nuove di zecca.
Partiamo proprio da queste ultime, che sorprendono per qualità e freschezza, e che non sfigurano per niente – anzi – con il glorioso passato dell’artista.
“Songs From The Warehouse”, in effetti, snocciola un pugno di tracce nuove intense e dal sopraffino songwriting, molte delle quali sarebbero stare potenziali hit di altri tempi.
Ancora una volta (facevamo lo stesso apprezzamento poche settimane fa per il nuovo degli Alliance di Robert Berry) la Frontiers ci dà l’opportunità, dunque, di ascoltare musica suonata con gli strumenti ognuno al posto suo, e senza concessioni nei confronti di certo sound contemporaneo, che sarebbero state quantomai inopportune.
Esempi di tale alta qualità compositiva e di gran feeling sono in particolare Resurrection (dal bel piglio ma anche provvista di gran melodia e rilevante orecchiabilità), Journey Man (semiballad ad un tempo rurale e pop-rock) e The Family Way (cadenzato midtempo hard rock).
Del tutto apprezzabili e di squisita gradevolezza sono anche quelle canzoni maggiormente tendenti al rock melodico e all’AOR, come The Wild, AOR ottantiano impreziosito da raffinati riff di chitarre e di synth e chorus assai catchy, dall’hard rock melodico della a tratti sferzante Last Man Standing, della coinvolgente e ingemmata da chitarre cromate Fearless, della gradevole re intensa Sleepwalking e, infine, della più slow Soul Music.
Nel novero degli “The Hits Rewired” citiamo naturalmente per prime quelle che più interesseranno i visitatori di TrueMetal, giacché d’ambito orientato all’hard rock, come le sempiterne I Surrender e Since You’ve Been Gone portate sugli altari dai Rainbow, la mitica God Gave Rock And Roll To You degli Argent trasformata in inno dai Kiss e la sempre accattivante New York Groove (Hello e, soprattutto, Ace Frehley).
Molto interessanti, però, sono anche la ruvida e rockeggiante Free Me che Roger Daltrey degli Who cantò per la colonna sonora del film “McVicar”, e la On The Rebound che faceva parte del repertorio di Russ ma che fu anche coverizzata dagli Uriah Heep.
Stanno nel nostro cuore, però, anche i pezzi più pop, che ci caricano anch’essi di bei ricordi di gioventù, come la You Can Do Magic con la quale gli America tornarono a scalare le chart nel 1982 (anche in Italia), la I Know There’s Something Going On a suo tempo cantata da Frida, ma celebre per gli intenditori per l’inconfondibile drumming di tal Phil Collins e, naturalmente, la già citata sua Voices.
In definitiva “Songs From The Warehouse/The Hits Rewired” rappresenta un godibile e sorprendente ritorno di un artista che, da un lato, riesce a farci ascoltare nuove composizioni fresche e gradevoli e, dall’altro, ci ricorda qual è ed è stata la sua caratura di autore con un pugno di successi (soprattutto interpretati da altri artisti) che tutti già conosciamo ma che, messi uno di seguito all’altro, fanno davvero impressione.
Francesco Maraglino