Recensione: Through Hell And Back

Di Andrea Bacigalupo - 30 Maggio 2020 - 20:35
Through Hell And Back
80

Terzo album per i livornesi 17 Crash: ‘Through Hell and Back’, questo è il suo titolo, prodotto da Alessio Lucatti (Vision Divine, Deathless Legacy), mixato e masterizzato da Simone Mularoni (Domination Studio, DGM) e distribuito via Volcano Records dal 20/03/2020.

Diciamo che la label torinese ha visto giusto continuando la collaborazione con il combo dopo l’uscita del già molto valido ‘Hit the Prey’ del 2018, loro secondo album.

In due anni la creatura nata dalla passione di Phil Hill e Ros Crash si è evoluta, cambiando anche qualche musicista: già dai tempi di ‘Hit the Prey’ una delle due asce è stata imbracciata da CJ “Black Dog” Guarne, che ha sostituito Steve Poison e poi, più di recente, sono stati arruolati il chitarrista Wild Cat e, a ‘Through Hell and Back’ pronto, il bassista Maxxx.

Il risultato è una band coesa, che, con l’esperienza e le idee chiare, ha maturato il suo stile senza stravolgerne l’essenza, mantenendo intatta la sua attitudine Rock ma implementando, al contempo, il proprio gusto per la raffinatezza melodica.

Nell’ultimo album, infatti, troviamo sempre parecchio Rock ‘N’ Roll schietto, elettrico ed incisivo, tipico delle produzioni anni ’80 da parte di band quali Aerosmith, Winger, Keel, Bon Jovi e L.A. Guns (il nome 17 Crash deriva dal titolo di una loro canzone presente nel platter ‘Cocked & Loaded’ del 1989), armonizzato alla grande con strutture più elaborate e meno ribelli, ma non per questo di minore impatto, espresso, semplicemente, meglio che in passato.

Con questo non voglio assolutamente sminuire le precedenti produzioni dei 17 Crash, ma, al contrario, porre l’accento sulla loro crescita artistica che gli ha consentito di incidere un album completo, sia sotto il piano tecnico che emozionale.

Parlando di tecnica, mi hanno molto colpito le linee di basso, precise, marcate e parecchio presenti senza, per questo, appesantire il sound.

Ros si dimostra essere un cantante perfettamente calato nella sua parte di frontman, mostrandoci di saper essere sfrontato e deciso ma anche romantico e seducente, come insegnato da tali Steven Tyler e Ron Keel (giusto per citarne due a caso), a parer mio è ancora migliorato, soprattutto per quanto riguarda l’estensione della voce nei toni alti, la sua è una gran prova vocale.

Buoni riff, grandi assoli agganciati ai pezzi, batteria bella martellante, tastiere riempitive, ma non invadenti e nei posti giusti (con Alessio Lucatti alla produzione potevamo aver dubbi?), insomma un lavoro preciso e penetrante.

Per quanto concerne le emozioni, il songwriting ne scatena parecchie lungo il percorso, composto da dieci pezzi, racchiusi tra i versi dell’Inferno di Dante narrati da una voce guida.

Guida rappresentata, nella cover, da un’auto, che ricorda terribilmente la Christine di Stephen King, sulla quale può salire chiunque debba affrontare un viaggio infernale.

Face to Face’ è la miccia che causa lo scoppio, un Rock ‘N’ Roll diretto, dal tiro dinamico ed accattivante che mette subito energia.

Energia che divampa in ‘Be a Man’, incalzante e determinata ed in ‘Change Your Way’, sfacciata e prepotentemente sensuale.

L’elettricità scorre nel riff di ‘Through Hell and Back’, brano ad alto contenuto metallico e con un refrain di ampio e vivace respiro.

La natura Heavy del combo viene fuori nella massiccia ‘Bite the Freedom’, alternata a quella romantica e melodica.

Stiamo superando la metà dell’opera, ci vuole un pezzo sentimentale: ‘Don’t Surrender’ lo è parecchio, compreso il suo assolo oltre misura.

I 17 Crash ripartono spediti con ‘Heroes’, schietta e dura quanto luminosa, a parere di chi scrive con caratteristiche di buon singolo, in grado di galvanizzare anche gli animi dei più truci.

L’inizio di ‘Pray Your God’, invece, mette quiete, ma è una sensazione che dura poco: dopo circa quaranta secondi il tiro diventa sostenuto e coinvolgente ed il tasso di adrenalina si alza di nuovo.

Siamo quasi in fondo: ‘First Day In Heaven’ e la conclusiva ‘Voice In The Night’ alternando durezza e melodia danno una chiara idea della maturità raggiunta dagli artisti.

Tirando le somme, con ‘Through Hell and Back’ i 17 Crash riescono ad alzare l’asticella. Attendiamo, con impazienza, il prossimo lavoro. Bravi!!!

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