Recensione: We Still Rock…The World

Di Fabio Vellata - 28 Giugno 2025 - 8:30
We Still Rock…The World
80

Si usavano parecchi anni fa. Ed è un piacere constatare come qualcuno sia ancora ancorato ad alcune tradizioni che per i “vecchi” fruitori di musica come il sottoscritto sanno un po’ di ritorno a casa.
Le compilation, in particolare di musica rock e metal, sono state piuttosto popolari in epoche remote (qualcuno ancora ricorda con grande affetto la gloriosissima “Time to Rock”), ma ormai sono divenute desuete.
Vanno controcorrente i ragazzi di Art of Melody, un’etichetta di romantici ed encomiabili appassionati fuori dal tempo, che qualche settimana fa ha pubblicato la seconda opera di questo tipo nella sua ormai ultra decennale esistenza.

Una compilation che sin dal titolo celebra meritatamente un percorso frutto di grandissima passione e profonda competenza destinato a continuare con orgoglio.
Un piatto decisamente ricco: diciassette brani per sessantasei minuti di durata, tutti dedicati a rock melodico, AOR e hard rock, i territori su cui la label bresciana si muove con estrema disinvoltura sin dall’epoca della sua fondazione.
Una selezione oltretutto, curata nei dettagli ed arricchita da alcuni highlight di assoluto prestigio che ne rendono ancora più godibile l’ascolto e prezioso il valore collezionistico.
Tracce inedite o disponibili solo in versione digitale di artisti consolidati del roster Art of Melody. Cui si aggiungono progetti di stampo internazionale rappresentati da nomi carismatici quali Toby Hitchcock, Robbie LaBlanc, Stefano Lionetti, Frank Vestry, Erik Martensson, Bruce Gaitsch, Michael Bormann, Bruno Kraler, Gianluca Firmo, Ale Del Vecchio e Pierpaolo Monti.

Tanto materiale entro il quale è piuttosto facile individuare qualche momento che raccoglie, più di altri, il proprio favore.
Personalmente abbiamo apprezzato molto gli inediti di Shining Line (di nuovo in pista dopo quindici anni) e Mindfeels, assieme ai brani di Kastadian e No Limits. Due pezzi in cui ritrovare le eccellenti voci di Toby Hitchcock (Pride of Lions) e Robbie LaBlanc (Blanc Faces, Find Me). Senza dimenticare i Laneslide di Frank Vestry e Bruno Kraler.
Composizioni in cui si respira l’atmosfera dell’AOR primigenio degli anni ottanta, quello che magari non era iperprodotto o bombastico nei suoni, ma possedeva una magia ammaliatrice che creava immediatamente l’atmosfera e costruiva attorno a se un “ambiente” inconfondibile. “Vinilico”, antico, viscerale. Quasi malinconico nel suo essere volutamente anacronistico. Sensazioni che negli ultimi anni, a causa di lavori realizzati in catena di montaggio con produzioni pompatissime ma estremamente fredde ed asettiche, si sono addormentate e disperse tra i ricordi.

Ovunque si percepisce un aura che va fuori dal tempo ed appartiene ad un’epoca diversa. Forse impolverata ma fascinosa, in cui i dischi si consumavano ed a forza di ascoltarli finivano per saltare sotto la puntina.
Room Experience, Streetlore, Soul Seller, Maryan, Firesky, Night Pleasure Hotel, Broken Carillion, Fuel for Tunes. Tutti, a vario titolo, staccano meritatamente il biglietto della presenza su di una compilation carica di romanticismo e valori.

Quelli che una volta si consegnavano alla musica – di qualunque genere fosse – che sapeva di cuore ed anima. Non aveva contabili alle spalle, non rincorreva visualizzazioni e cercava di vivere di emozioni.
E che oggi, onestamente, ci manca un po’…

https://www.burningmindsgroup.com/art-of-melody-music/

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