Recensione: Darkened Demise

Degli album “sfuggiti” nel corso dell’anno ne abbiamo parlato più volte. Troppe uscite una dietro l’altra … basta che un lavoro sia promosso con superficialità o che abbia la sfiga di essere pubblicato in contemporanea con altri album di nomi noti, che rischia di passare praticamente inosservato.
Abbiamo pensato di proporre una rubrica specifica in merito, ma verrebbe sovrastata dalle numerose uscite annuali. Allora ci si accontenta di dare ogni tanto uno sguardo indietro, nelle profondità degli archivi, per andare a scovare qualcosa di valido, anche se ormai seppellito, per suggerirne l’ascolto.
‘Darkened Demise’ degli statunitensi Beltfred Weapon è tra questi, un mini-album purtroppo “sfuggito” nel 2023.
I Beltfred Weapon sono la creatura dell’inquieto Frank Hetzel, che gli ha dato vita nel 1999 pubblicando una manciata di EP, ma nessun Full-Length.
Peccato, perché Frank Hetzel sa scrivere Heavy Metal alla grande e pure un po’ di tutti i generi, riuscendo a dare vita a robuste ed aggressive canzoni che poi produce mettendo assieme i musicisti che ritiene meglio al momento.
Infatti, ogni uscita dei Beltfred Weapon presenta una lineup diversa, con il cast di ‘Darkened Demise’ di livello parecchio alto.
Provenienti un po’ da tutto il mondo metallico, all’EP partecipano personaggi come i chitarristi Jeff Loomis – (Arch Enemy, Nevermore) e Kragen Lum (Exodus, Heathen), i bassisti JD DeServio (Black Label Society), Jason Viebrooks (Exhorder) e Dagna Silesia (Symphony North Ghost Ship Octavius, Warrel Dane) ed il batterista Bryan Newberry (Into Eternity).
Ma sono i due vocalist che meglio esprimono l’eclettismo di questo artista: Tim Aymar (Control Denied, Pharaoh), purtroppo mancato il 13 febbraio 2023, solo pochi mesi prima dell’uscita ufficiale di ‘Darkened Demise’, e Steve Tucker (Morbid Angel), praticamente ai due estremi del segmento che va dal Power al Death Metal.
Il risultato sono cinque canzoni potenti e deflagranti quanto il tuono di un temporale estivo, la cui base è un Power/Thrash Metal intriso di robusto classicismo, riferimenti principali Iced Earth, Sanctuary, Blind Guardian e pure Judas Priest, ma che non disdegna insinuarsi profondamente nei territori del più fosco Death Metal.
Tanta roba, il rischio di perdere la direzione è stato alto, ma … sarà l’esperienza … in questo EP tutto torna benissimo e diventa devastante: velocità trascinanti, riff granitici, assalti di doppia cassa impetuosi, assoli grandiosi, momenti epici, esaltati dalla voce di Tim Aymar e visioni di mondi apocalittici, dove il narratore folle è Steve Tucker.
Tim Aymar canta su ‘Accept Your Insanity’, ‘Eternal Fire’ e ‘Headfirst Into Hell’, i tre pezzi epici del disco, compatti, spediti, ricchi di armonie e policromi nei potenti cambi di tempo.
Steve Tucker espone i suoi growl feroci nell’aggressiva Title-Track e nell’estenuante ‘Killing Machine’, infernali ed insane, dai colori tremendamente scuri e le atmosfere caliginose.
C’è di tutto ed è tutto uno: dimensioni su piani diversi che s’intersecano … un contrasto sonoro che, alla fine, non lo è. Senza altri giri di parole ‘Darkened Demise’ è un ottimo lavoro e DEVE essere ascoltato.
Frank Hetzel è di nuovo all’opera: nel 2024 è uscito il singolo ‘Tortured Within’ mentre quest’anno è stato pubblicato ‘Rise From Eternal Darkness’, sempre sotto il nome Beltfed Weapon e con ancora una nuova formazione. Chissà … forse questa volta sarà un Full-Length.