Recensione: Hate Your Guts

Poche palle, qui si suona! Accidenti se suonano questi Wavenger, provare per credere con ‘Hate Your Guts’, il loro album di debutto.
L’idea primigenia di dar vita ad una band è dei Fratelli Mele di Vicenza, Emiliano alla chitarra ed Eduardo alla voce, con l’importante assistenza di Eugenio per la stesura dei testi.
Nel 2024 il progetto si concretizza con l’ingresso di Nenad alla batteria e di Stefano al basso, nascono così i Wavenger con il chiaro intento di rompere più padiglioni auricolari possibile.
‘Hate Your Guts’, provocatorio già dal titolo (“odia quello che è dentro di te”, in pratica) è una bella mazzata sonora: nove canzoni granitiche e dal buon tiro, non troppo estreme od eccessivamente feroci e neanche troppo complesse, ma dense e schiette, un “non te la mando a dire”.
È un Heavy Metal energico e muscolare quello che esce dai solchi, “contemporaneo” (tra virgolette, perché sono decadi che non s’inventa più nulla), colmo di riff roventi ed affilati e ritmiche corpose e rocambolesche, ma che non si distacca del tutto dalle sue radici, muovendosi come un carro armato dentro un’atmosfera scura e pesante, di Sabbathiana memoria (si evidenziano ‘Pound For Pound’ e la successiva ‘Bad Boy’).
La produzione tende a risaltare la genuinità dei Waveanger, con poche stratificazioni, essenzialmente la solita pluralità di chitarre, giusto per intrecciare qualche armonia con gli assoli (‘The Cheaser’) o per rafforzare le ritmiche, tant’è che ci si permette di pensare: ma un secondo chitarrista … non ci starebbe mica male … senza nulla togliere al pregevole lavoro di Emiliano, s’intende, giusto perché s’immagina questa band sui palchi.
Con un muro del suono denso e robusto, ‘Hate Your Guts’ è un avanzare continuo intercalato da improvvise esplosioni di energia, come le brevi ritmiche Thrash che lampeggiano in ‘Red Eagle’ o la batteria a mitraglia di ‘Heartshake’ od ancora l’istante epico accompagnato da una doppia cassa frantumante di ‘War of Heaven’, che ne esaltano il carattere sovversivo.
Ottimo sound, bella voce, prepotente ma narrativa al contempo, un bel modo di gestire gli assoli all’interno di canzoni non lunghissime, dando loro la giusta importanza senza mai uscire dai binari e basso e batteria da paura.
Insomma, c’è tutto: è un Heavy Metal massiccio quello dei Waveanger, senza esagerazioni ma completo.
Peccato che fanno sfumare la tribale ‘Dread Walker’, il pezzo di chiusura. Purtroppo chi scrive approverebbe una legge che vieti ai musicisti di sfumare le loro canzoni, per cui parte già male, però, bisogna dirlo, così il disco termina con una nota di incompletezza che non ci sta bene, nonostante il coinvolgimento che crea questa canzone.
Pazienza, non si può avere tutto. Diciamo che ‘Hate Your Guts’ raggiunge i suoi scopi: ci fa conoscere una band dall’enorme potenziale, a cui auguriamo di percorrere una lunga strada, ma, soprattutto, ci fa venire voglia di vederla dal vivo.
‘Hate Your Guts’ è stato autoprodotto ed inciso presso gli Haunted Recording Studio di Castelgomberto, Pavia.