Recensione: Love & Other Crimes
Rock / Aor molto radiofonico, sfaccettato e con un occhio di riguardo per la melodia. Molto spesso “pericolosamente” ai confini del pop.
Il nuovo lavoro di Leah Martin-Brown, uscito per Frontiers Music, va esattamente in quella direzione: una collezione di undici brani dal sound molto moderno ed un po’ cinematografico, che tuttavia mantiene le parvenze di quel fervore appartenuto a molte frontwoman di grande successo qualche decennio fa. Lee Aaron, Alannah Myles, Robin Beck…uno stile molto easy seppur innervato da una struttura devota al rock melodico di buona fattura.
Australiana, con un discreto bagaglio di esperienza al netto di una popolarità – da queste parti – non certo di spicco, Leah Martin-Brown è in circolazione già da parecchio tempo, avendo frequentato un po’ tutte le latitudini musicali. Dalla natia terra dei canguri sino agli States. Per arrivare poi nella vecchia Europa passando per l’immancabile Scandinavia.
Il suo nuovo cd “Love and Other Crimes“, mostra un songwriting ragionato seppur agile, immediato e con arrangiamenti curati. Si evidenzia da subito il contributo di musicisti “top level” come Tommy Denander (chitarre) e Tony Nilsson (tastiere & programmazione). Il leggendario Mutt Lange alle consolle – songwriter e produttore che con album ai confini tra rock e pop ha costruito un impero – segna nel dettaglio il valore di un prodotto sul quale Frontiers ha mostrato di puntare molto.
La voce di Leah ne è il punto focale e determinante. Timbrica versatile, capace di essere sensuale e potente, ha una buona profondità espressiva pur senza raggiungere vette di eccellenza assoluta. L’interpretazione della singer australiana si adatta piuttosto bene alle storie raccontate, tra svisate ironiche (“Hell No Kitty”) e ballate più intimiste (“Levitate”, “Light Show”).
“Love and Other Crimes” alterna momenti più energici, con accenti decisi (“Mr X”, “Hysterical Love”), ad altri più riflessivi, mantenendo un equilibrio spesso sornione che non fa mistero di occhieggiare ad un pubblico potenzialmente ampio.
Abbiamo citato Mutt Lange: ci vengono ugualmente da nominare i Def Leppard. Un pezzo come “R U Chicken” ha cadenze e modalità che ricordano da vicino i suoni e lo stile del celebre gruppo di Sheffield.
Nulla di strano, con Lange in regia…
Da segnalare poi, proprio la buona varietà degli arrangiamenti. “Levitate” si distingue per sonorità decisamente aliene alle orecchie dei rockers: pop elettronico a sfiorare il trip-hop, mentre “Shush” e “Rainbow” aggiungono sfumature diverse attraverso atmosfere ora sensuali, ora sognanti. L’album si chiude con “Unscrew You”, un brano pop e rock che lascia spazio ad un approccio un po’ più sperimentale e personale.
“Love & Other Crimes” è un disco che vive di contrasti: ironia e introspezione, risolutezza e delicatezza, tradizione e modernità. Il risultato è un lavoro che mostra una artista da queste parti poco nota ma già piuttosto matura, capace di offrire un’esperienza sfaccettata. La produzione curata ma non invasiva permette inoltre alla spontaneità della scrittura di emergere, valorizzando un discreto contenuto emotivo che sorprende per la cura dei particolari.
Mancano un po’ alcuni elementi fondanti del rock vecchia maniera, come il suono di una vera batteria e qualche rombo in più. Ma tutto sommato, quello offerto dalla Martin-Brown è un gradevole momento di musica che fa semplicemente quello che gli si chiede. Intrattiene.
Rock dalle evidenti venature pop di buona qualità, che può piacere nonostante le chiare sfumature easy listening.
Ogni tanto si può fare e non è nemmeno così raro trovarne esempi storici di qualità che vadano a recepire trasversalmente i gusti di chi cerca qualcosa di facile, ma non per forza scritto in maniera dozzinale o privo di un minimo di valore artistico.
In fondo negli anni ottanta, le grandi chart rock delle radio erano zeppe di proposte similari.
