Recensione: Toxic Grace

Di Andrea Bacigalupo - 26 Maggio 2024 - 16:39
Toxic Grace
Band: EvilDead
Etichetta: Steamhammer/SPV
Genere: Thrash 
Anno: 2024
Nazione:
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65

Non c’era molta aspettativa per ‘Toxic Grace’, il nuovo album degli statunitensi EvilDead, considerando che ‘United States Of Anarchy’ suo predecessore del 2020, che ne fissava il ritorno discografico dopo ben 29 anni di assenza, non era risultato un granché.

Questo nuovo album, disponibile dal 24 maggio 2024 via Steamhammer/SPV, continua sulla stessa rotta, ben lontana dal terremotante inizio della band, appartenente all’ultima ondata Thrash di fine anni ’80.

L’esordio ‘Annihilation of Civilization’ del 1989 ed il successivo ‘The Underworld’ del 1991 grondavano cattiveria da tutti i solchi, con una carica Hardcore fuori dai sensi, entrambi frutto di quella rabbia istintiva e senza limiti tipica dei giovani che non vogliono cedere alle ingiustizie sociali e diventar parte del sistema.

Sono passati ben più di tre decadi, gli EvilDead si sono sciolti nel 1995, riformati nel 2008, risciolti nel 2012 e ri-riformati nel 2020. Il tempo passa, si invecch … pardon, si matura: la spontaneità è sostituita dall’esperienza e l’irruenza dal sottile ragionamento, si reagisce al conformismo con freddezza e s’impara a non sbattere contro il muro. Questo può influire anche sulla propria musica, proprio come accade in ‘Toxic Grace’, lavoro che mette assieme un sacco di cose che nel 1990 difficilmente si sarebbe pensato potessero venir fuori dai 5 accaniti fans di Sam Raimi (il monicker è ispirato dal sul celebre film ‘The Evil Dead’, da noi ‘La Casa’).

Sotto certi punti di vista questo va bene: gli EvilDead, nel voler tornare in pista, potevano ricopiare quello che erano stati (come, effettivamente, fanno in molti), visto quanto tirava questo tipo di Thrash ultra violento (… oops … citazione spontanea) e quanta gente ancora lo ascolta. Invece si prendono il rischio di mostrarsi per quello che sono ora: una band sempre sovversiva, che non ha timore di esporre dure critiche sociali, ma meno spontanea, che ha allargato i propri orizzonti, che non si accontenta più di tirare a tutto braccio e che vuole mostrare i propri sforzi in tal senso.

Di fatto ‘Toxic Grace’ è un disco di vasta gamma sonora il cui trait d’union è lo stile particolarmente tagliente ed elettrico con cui i pezzi vengono suonati e quello teatrale con cui vengono cantati. Al Thrash si aggiungono sottili linee che vanno dal Death (‘Stupid On Parade’, ‘Subjugated Souls’) al classico Heavy Metal (‘Raising Fresh Hell’), ci sono pezzi che viaggiano spediti (‘Reverie’, ‘Fear Porn’), altri che sono pesanti e cadenzati (‘Poetic Omen’), altri ancora con sfumature ipnotiche (‘Bathe in Fire’); parecchi, anche tra quelli già citati, sono contraddistinti da andature variabili e complicate.

Non c’è l’estremismo sonoro di una band nata estrema e manca l’immediatezza che ne deriva … fin qui ci sta, per tutti i discorsi fatti prima. Pur se duro ed energico, però, si percepisce poco della cattiveria che dovrebbe animare un disco dai temi ribelli e dalla forte critica politico-sociale come questo, sepolta da un forte controllo dello spartito e dalla ricerca della perfezione. Se aggiungiamo che molti riff sono presi in prestito (e depotenziati) da Slayer e Metallica, a volte in modo imbarazzante (lascio dire a voi che brano ricordano le strofe di ‘Fear Porn’), che alcuni assoli e lo svariato uso della voce filtrata proprio non sono il massimo ecco che la qualità di ‘Toxic Grace’ purtroppo cala.

In altre parole, ‘Toxic Grace’ contiene tante idee, alcune buone ed altre mediocri, ma sono queste ultime che vanno ad incidere sulla sua resa ed è un peccato, perché il valore tecnico di questi veterani è molto alto. Che altro dire … aspettiamo comunque fiduciosi il prossimo lavoro, questo lo possiamo considerare solo poco più che sufficiente.

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