Power Symphonic

I 10 migliori album Power Metal del 2020

Di Luca Montini - 3 Marzo 2021 - 10:00
I 10 migliori album Power Metal del 2020

Quale genere musicale più del power metal può aiutarci a sconfiggere i nemici più tenaci? Nessuno, naturalmente.
In un anno difficile e complesso come il 2020 la musica è sempre stata al nostro fianco come una spada, capace di infonderci coraggio, energia e positività e conferendo epicità alle nostre giornate. Certo, la lontananza dai palchi si è fatta e continua a farsi sentire, ma in nostro supporto sono venuti nuovi dischi davvero interessanti.
In questa piccola selezione, per sua natura incompleta e dettata non tanto da una mera comparazione tra voti ma da una sintesi ragionata che tiene conto anche dei gusti musicali della redazione, abbiamo inteso il genere power in senso leggermente più ampio, abbracciando anche il symphonic e le sue più moderne incursioni nel metal melodico.
In assenza di big come Helloween, Stratovarius, Blind Guardian, Dragonforce, Sabaton, Rhapsody (nelle varie iterazioni) e soci, arrivano in classifica alcune sorprese: diversi dischi di debutto, una significativa presenza di band italiane ed un buon equilibrio tra voci maschili e femminili, per un (sotto)genere che pur non avendo portato importanti innovazioni negli ultimi anni gode per sua intrinseca natura di una straordinaria varietà stilistica: dal pop rock alla musica classica fino alle più complesse composizioni orchestrali e cinematografiche, trattando temi nelle liriche che vanno dalla storia alla filosofia alla religione, passando naturalmente per il fantasy, per la letteratura ed il fumetto. Insomma ce n’è per tutti i gusti, e non c’è drago che non possa essere sconfitto da un buon pezzo power. Nemmeno il 2020!

 

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Ad Infinitum – Chapter I: Monarchy

Chapter I: Monarchy, debut album degli svizzeri Ad Infinitum è un piacevole concentrato di personalità e capacità tecnica nell’affollato panorama del metal melodico e sinfonico, incentrato sulla monarchia assoluta di Luigi XIV.  Oltre al legittimo protagonismo del cantato di Melissa Bonny, punto di forza di questo lavoro è il talento dei ragazzi in lineup. Il chitarrista Adrian Thessenvitz è un vero fenomeno. Tanta qualità che permette al songwriting quasi sempre prevedibile e derivativo della band di elevarsi ai massimi livelli in tutto quello che propone. Un avvio davvero scoppiettante e sopra le righe, in un progetto ambizioso almeno quanto il suo moniker. Verso l’infinito… ed oltre?! (leggi tutto)

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Cristiano Filippini’s Flames of Heaven – The Force Within

Nella sua ora abbondante, l’ascolto di The Force Within dei Flames of Heaven è capace di trasportarci in praterie sonore attraversando le ultime quattro decadi di buona musica: il rock sinfonico, il sapore ottantiano dei sintetizzatori e della musica epica e muscolare, il power incalzante di fine anni ’90 e inizio 2000, ma anche una marcata componente di metal melodico contemporaneo. Forte di una lineup stratosferica con il Dr. Viossy alla chitarra solista e di una prova straordinaria di Marco Pastorino al microfono, è il disco ideale per condurci in un paradiso lontano, verso i fiammeggianti cieli che sovrastano le nostre città in questi tempi tristi. (leggi tutto)

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DGM – Tragic Separation

Con Tragic Separation i DGM hanno fatto un ulteriore passo verso il loro destino di grandi musicisti. Si tratta di un lavoro fatto di cuore, tecnica e passione, quella che il gruppo romano mette da più di vent’anni nelle proprie creazioni, ma soprattutto è un grande album da ascoltare e riascoltare e che fa capire quanto la nostra scena musicale sia ancora sottovalutata. I DGM sono in gran forma, in una forma strepitosa, hanno fatto tesoro delle esperienze passate e hanno fuso con maestria la sacra triade di questo genere musicale, ossia classe, melodia e intensità. Nemmeno nel precedente Passage erano riusciti ad amalgamare gli ingredienti della loro musica con tale precisione… in poche parole, Tragic Separation è una bomba sonora! (leggi tutto)

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Magnus Karlsson’s Freefall – We Are The Night

A partire dalla metà degli anni ’90 si è potuto assistere ad un interessante fenomeno di proliferazione di progetti ambiziosi, realizzati da musicisti talentuosi che si sono avvalsi della collaborazione di ospiti illustri. A questa kermesse di realtà musicali “allargate”, si aggiungono, fin dal 2011, gli scandinavi Free Fall, creati dalla sapiente mano del bravissimo compositore, chitarrista e polistrumentista Magnus Karlsson. Tra gli ospiti illustri di We Are The Night: Dino Jelusick, Renan Zonta, Noora Louhimo, Mike Andersson, Ronnie Romero e Tony Martin. Lo spettacolo è assicurato! (leggi tutto)

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Moonlight Haze – Lunaris

Se il primo lavoro De Rerum Natura ci aveva sorpreso per la freschezza delle composizioni di power sinfonico, Lunaris consolida e rafforza le impressioni su questa giovane band, in un viaggio “To the Moon and Back”. Il disco conferma infatti l’ottimo percorso artistico intrapreso dai Moonlight Haze di Chiara Tricarico e Giulio Capone. Nel frattempo non ci resta che ascoltare ammaliati le sue melodie, tra luce ed ombra, illuminati da una pallida luna che continua, imperterrita e raggiante, la sua lotta contro le tenebre. (leggi tutto)

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Nightwish – Human. :II: Nature

Il sestetto finlandese non propone più gothic metal, non è più una band di giovani promesse: da un decennio chi dice Nightwish si riferisce a una band matura e ambiziosa, giunta al nono studio album. Il limite principale dei Nightwish degli ultimi anni è indubbiamente il far convivere le tante anime che ne compongono il sound magniloquente, ma che deve anche includere momenti più tirati e altri pop. Sulla produzione niente da eccepire, così sull’eterno stato di grazia di Tuomas Holopainen, così come lodevoli sono i brani più ispirati, come “Harvest”, “Pan” e “How’s the Heart”. Uscito in uno dei momenti più delicati della pandemia, a rimarcare lo strano rapporto dell’uomo con la natura, Human. :II: Nature è e resta uno dei dischi più rappresentativi del 2020 appena concluso.  (leggi tutto)

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Serenity – The Last Knight

Ispirato alla figura storica di Massimiliano I d’Asburgo, imperatore del Sacro Romano Impero, The Last Knight può essere definito un disco dei Serenity a tutti gli effetti con l’aggiunta di potenza, maggiore personalità e quella dose di metallo che forse stava latitando da un po’ troppo tempo nelle composizioni della band. Dieci canzoni che rimangono facilmente in testa grazie alle melodie sempre riuscite e di immediata presa pur non essendo scontate o banali. Non possiamo esimerci dal fare i complimenti a una band che è riuscita a comporre un lavoro davvero eccellente. Promossi con lode!  (leggi tutto)

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Temperance – Viridian

Con Viridian la proposta musicale dei Temperance acquisisce ulteriore solidità, forte di una produzione impeccabile e della sensazione, palpabile anche all’ascolto, di una giovane band composta da professionisti che provano un immenso piacere nel giocare con le note, nello sperimentare armonie vocali e soluzioni creative con le tre voci a disposizione, tra tradizione e modernità, animati dalla grande passione per quella musica che per noi è vita e superamento continuo dei nostri limiti, e che assume stavolta il colore di un verde bluastro. Questo è Viridian. (leggi tutto)

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Trick or Treat – The Legend of the XII Saints

The Legend of The XII Saints è l’ennesimo centro per la compagine modenese che stavolta ci portano nell’universo mitologico de I Cavalieri dello Zodiaco (Saint Seya). Il quintetto non inventa nulla, sia chiaro, ma pur muovendosi entro i ben noti confini del power metal che noi tutti conosciamo tira fuori dal cilindro un disco sfavillante, capace di farsi valere nel campionato dei bambini grandi grazie a una solidità invidiabile figlia di una passione sincera, doti strumentali di tutto rispetto e, non da ultimo, un gusto eccellente per le composizioni. Se volete un robusto concorrente al titolo di disco power dell’anno, eccolo qui.  (leggi tutto)

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Unleash the Archers – Abyss

I canadesi Unleash the Archers tornano a narrarci le cronache dell’Immortale con il  sequel del precedente album Apex. Abyss è un altro centro pieno degli arcieri, che consacra la band di Brittney Slayes e soci tra le proposte più interessanti e rappresentative degli ultimi anni in ambito power. Un disco leggermente meno speed e meno immediato del diretto predecessore ma più caleidoscopico nelle soluzioni intraprese, a riprova delle innumerevoli fonti di ispirazione e della passione che muove questi ragazzi di Vancouver. Dall’abisso allo spazio inesplorato, nell’eterna lotta tra vendetta e potere. (leggi tutto)

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