Recensione: Lost and Found

Gli Analog Vibes nascono nel 2018 come una sorta di prosecuzione dei Mainstreet, buon gruppo lombardo, autore di alcune interessanti uscite melodic rock ed attivo sino alla seconda metà dello scorso decennio.
Come i Mainstreet, anche gli Analog Vibes si piantano ben saldi nella scia della classicità, costruendo un primo album autoprodotto dai contorni estremamente melodici e di evidente estrazione AOR.
Pietro Venezia e Mauro Guarnieri, i due motori del progetto, definiscono con romanticismo un po’ nostalgico la propria visone musicale, utilizzando poche e significative battute:
Chi siamo? Siamo dei nostalgici che non vogliono dimenticare.
Cosa vogliamo? Vogliamo aiutarvi a non dimenticare.
Come? Tornando a proporre della musica che sappia darvi ancora quel sapore autentico e spontaneo, che vi regali emozioni e vibrazioni forti e vive, vibrazioni vere… vibrazioni analogiche. Analog Vibes
Da questo proposito nasce l’esordio “Lost and Found”, album non troppo lungo, comprendente una serie di piacevoli brani dal sapore fortemente cantautoriale. Riferimenti westcoast e parecchio AOR, in un continuo rimando ad antichi eroi come Boston, Chicago e Christopher Cross.
L’abilità della coppia di artisti è evidente ed è emanazione diretta della tanta esperienza maturata negli anni. Le otto canzoni possiedono spiccate doti radiofoniche, non “tagliano” ma “accarezzano” ed hanno quel retrogusto anni ottanta che è effettiva radice e pietra angolare del genere.
Tracce per lo più buone: su tutte spicca la notevolissima “Revenge Was Born”, pezzo dall’arrangiamento eighties che tuttavia racchiude in se una smaccata somiglianza con i Ten di Gary Hughes.
Una strada che, qualora percorsa con pervicacia, potrebbe offrire agli Analog Vibes qualche buona soddisfazione.
Molto underground ma comunque fascinosi ed autori di un esordio molto gradevole, gli Analog Vibes difficilmente, vista l’epoca, otterranno grosso successo. Quello che ci piace è che a loro non sembra importare granché.
Hanno la loro passione e la coltivano con rispetto. E basta così.
A loro…ed in fondo anche a noi…