Hard Rock

Intervista Alliance (Robert Berry)

Di Fabio Vellata - 10 Aprile 2025 - 8:30
Intervista Alliance (Robert Berry)

Artista di spessore, compositore e ottimo musicista, Robert Berry è da molti anni il leader dei melodic rockers Alliance.
In occasione dell’uscita del nuovo lavoro della band, “Before You Eyes”, abbiamo avuto la possibilità di incontrarlo per una piacevole intervista.

 

 

 

 

Intervista a cura di Fabio Vellata con la collaborazione di Francesco Maraglino

 

Ciao Robert, sono Fabio Vellata di www.Truemetal.it.
Benvenuto sulle nostre pagine, è un vero piacere intervistarti!

Partiamo da lontano: come è nata la band negli anni Novanta?

Ciao Fabio. Grazie per le domande è un piacere anche per me! Credo fosse intorno al 1986 o 1987 quando Sammy Hagar si unì ai Van Halen. E così la sua band solista si mise alla ricerca di un nuovo cantante per continuare a suonare.
Ero stato selezionato dalla Geffen Records come artista solista e John Kalodner della Geffen fece in modo che la band di Sammy mi ascoltasse con l’intenzione di unire le forze. John mi aveva anche messo in contatto con Carl Palmer. Quando Gary e i ragazzi mi contattarono, ero già in viaggio per il Regno Unito. Dopo aver lavorato per alcuni anni prima con Steve Howe e poi con un gruppo con Keith Emerson e Carl Palmer, sono tornato negli Stati Uniti. Gary e David non avevano ancora trovato la giusta combinazione cantante/compositore, così ci siamo messi insieme. Tutto è funzionato subito: sembravamo incastrati come i pezzi perfetti di un puzzle.

Dopo il vostro debutto avete realizzato molti altri album di buona qualità.
Con quale pensate di aver raggiunto il vostro apice e quale pensate vi rappresenti di più?

Penso che come team il nuovo album mostri tutti i nostri punti di forza e presenti un bel rock melodico, ma con influenze sia vecchie che nuove. Alcune delle mie canzoni preferite in assoluto sono proprio in Road to Heaven. Devo dire però che sono entusiasta dell’accoglienza riservata ai primi tre singoli di Before Our Eyes. In realtà, ho un debole per la canzone finale intitolata A Bone to Chew On. È divertente da cantare e ha un bel messaggio…

L’ultimo disco che avete realizzato, “Fire and Grace”, risale al 2018. Perché così tanto tempo prima di un nuovo capitolo?

Ho scritto e sono stato in tour con Greg Kihn negli ultimi 16 anni, Gary ha lavorato e fatto tournée con i Boston, David aveva diversi progetti. Ci riuniamo sempre per lavorare alle canzoni nel mio studio Soundtek, quindi i nostri impegni devono coincidere!

Nello specifico, quali sono le ragioni di questa reunion?

Noi degli Alliance ci impegniamo a continuare a lavorare sempre ad un nuovo album futuro. Non abbiamo mai spezzato il legame e tra noi c’è molta creatività. Infatti, per la prima volta siamo già a metà strada verso la conclusione del nostro prossimo cd. Speriamo di completarlo entro la fine dell’anno!

Come avete proceduto con le registrazioni di questo nuovo CD? Vi siete incontrati tutti in studio, come si faceva in passato? O, come succede negli ultimi anni, avete lavorato da remoto, inviandovi le varie tracce via web?

Lo accennavo prima, ma per essere chiari, ci riuniamo nel mio studio qui a Campbell, in California. Lavoriamo sui nuovi brani e ne finiamo l’arrangiamento. Poi registriamo batteria, basso e molte chitarre, ma non tutte. A quel punto, abbiamo solo una traccia vocale di prova che ha un testo molto simile a quello finale, ma che viene sempre modificata leggermente man mano che la registrazione è terminata. Gary registra alcuni assoli di chitarra a casa, a Boston, dove può dedicare il tempo che preferisce per perfezionarli. Io passo molto tempo da solo a registrare le voci e poi le mixo. È un processo di lavoro molto naturale e gratificante per noi.

Rivisitate mai vecchi pezzi incompiuti? Se capita, come vi approcciate a integrarli nel nuovo materiale?

Forse una o due canzoni nel corso degli anni sono state rielaborate, ma non molte altre. Abbiamo un pezzo nel prossimo album che ho scritto come un brano lento per questo appena uscito. Abbiamo deciso di non usarlo ora e Gary l’ha riscritto con un andamento più veloce. Ed è molto meglio così com’è ora.

Personalmente preferisci scrivere musica da solo o collaborare con altri?

Scrivo le mie canzoni di base da solo a tarda notte, come ora… ho la mente lucida e sento le idee fluire. Trovo qualcosa che penso possa diventare una buona canzone e inizio a scrivere tutto quello che mi viene in mente. Non cerco di preoccuparmi del significato esatto o del flusso cantato. Lascio semplicemente che le idee si sviluppino. Mi piace dire “è più facile fissare un’idea che averne una”.

 

 

Come siete entrati in contatto con Frontiers? Immagino sia anche grazie a loro che avete deciso di fare un nuovo album…

Quando MySpace era la piattaforma social più importante, ho ricevuto un commento da qualcuno che diceva “Penso tu sia un artista davvero fantastico”. Quel commento per me è stato molto significativo, tanto che ho voluto ringraziare chi l’ha scritto. Mi ha risposto dicendomi che era di Frontiers e che gli sarebbe piaciuto avessimo fatto un disco per loro. Ho chiesto con chi avrei dovuto parlare e lui ha risposto “Con me! Sono il presidente di Frontiers Records!”. WOW! Un inizio fantastico per una meravigliosa collaborazione. Da allora ho realizzato parecchi dischi per Frontiers e Serafino, Mario e tutta la compagnia mi hanno sempre trattato molto bene.

I brani del nuovo album sembrano seguire il percorso del classic rock, suonati con naturalezza per il piacere di suonare, senza concessioni alle tendenze e agli arrangiamenti che rendono molte altre uscite un po’ troppo simili tra loro. Ci sono molti accenni “root” ad esempio, così come alla classicità del rock vecchio stile… è corretta la nostra impressione?

Hai perfettamente ragione. Ogni canzone ha un punto in cui suona al meglio in termini di tempo, tonalità e arrangiamento. Ma la magia di questo, credo, sia stata creata dai suoni di chitarra retrò e da alcuni stili chitarristici che Gary ha aggiunto ai singoli brani. Molto anni ’70, primi anni ’80 in alcuni punti.

Come ti approcci alla scrittura dei testi? Ti concentri sulla narrazione, sulle emozioni o su qualcos’altro?

Tendo a scrivere un messaggio più positivo, di speranza e successo. Anche se una canzone ha una parte negativa, di solito la bilancio con un po’ di sole e positività. Come ho detto, all’inizio lascio che il testo scorra e mi guidi lungo un percorso. Poi torno indietro e lo perfeziono. Onestamente è difficile spiegare da dove nascono le nuove canzoni, perché per me, sembrano davvero nascere spontaneamente.

Come vedi l’evoluzione futura di questo genere, visti gli attuali trend musicali?

Penso che tutti i generi musicali hanno un posto dove stare. Per avere successo servono solo fan fedeli. Spargono la voce, la gente compra la tua musica e viene ai tuoi concerti. Ho prodotto un gruppo di celtic rock chiamato Tempest, ho mixato un gruppo prog chiamato Circuline e un gruppo prog strumentale chiamato Isobar. Produco anche un artista folk e un gruppo hard rock. E funzionano…trovo che ci sia un pubblico per tutti loro.

Beh, se dovessi descrivere la tua musica usando i nomi di tre artisti che ti hanno influenzato, chi sarebbero?

Domanda difficile, Fabio. Mi considero principalmente un cantante e un bassista. Chris Squire e Paul McCartney sono stati grandi influenze. Ma le mie ispirazioni vocali sono state Lou Graham e Robert Plant. Lo so, sono quattro nomi…ahah

Cosa ti motiva e ti appassiona a continuare a creare e suonare musica?

Mia madre era la cantante nel gruppo di mio padre. Ero sul palco prima ancora di nascere. Non c’è nient’altro che abbia mai desiderato fare. Mi entusiasmo ancora ogni volta che scrivo una nuova canzone. Il modo in cui nascono dal nulla è un dono di cui sono grato ogni giorno. E il fatto di continuare ad avere tante idee musicali è una vera benedizione. Raramente mi guardo indietro, ma ho realizzato 32 album in cui ho scritto o co-scritto le canzoni. Le ho anche cantate tutte. Come ciò sia successo è solo merito del duro lavoro e di un pizzico di fortuna, credo…

Di cosa vi occupate individualmente? Sappiamo dei tuoi impegni con i progster Six By Six e con i 3.2, con cui porti avanti l’eredità dei 3… Quali collaborazioni o partnership vi coinvolgeranno nei prossimi mesi?

Al momento sto ultimando alcune canzoni per il prossimo album degli Alliance. Ho iniziato a scrivere con Ian Crichton e Nigel Glockler per il prossimo album dei Six By Six, ma ci vorrà un anno. La mia band, i 3, ha già all’attivo tre album, gli ultimi due dei quali a nome 3.2. Senza Keith Emerson con cui collaborare, ho deciso che quella band non pubblicherà più nulla. Non me la sento di farne uno scrivendo tutto da solo.
E come detto, per la prima volta in assoluto, gli Alliance pubblicheranno il prossimo album entro un anno e mezzo!

Siamo alla fine. Grazie per la tua disponibilità e in bocca al lupo per tutto. Per il disco appena uscito e per quello futuro…puoi chiudere l’intervista a tuo piacere!

Fabio, ho parecchio gradito le tue domande. Mi piace quando capisco che l’intervistatore conosce lo stile della band e le canzoni dell’album. Grazie per aver ascoltato con cura “Before Our Eyes”: lo apprezzo molto!

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Band: Alliance
Genere: AOR  Hard Rock  Rock 
Anno: 2025
80