Heavy

Mama, He Came Home – In ricordo di Ozzy Osbourne

Di Davide Sciaky - 23 Luglio 2025 - 14:17
Mama, He Came Home – In ricordo di Ozzy Osbourne

A cura di Davide Sciaky

Ozzy Osbourne è morto.

Anche solo pensarlo, tanto meno scriverlo o dirlo ad alta voce, sembra inconcepibile. Dieci anni fa avevamo affrontato qualcosa di simile con Lemmy, altra icona la cui scomparsa sembrava e sembra tuttora impossibile. Se la morte di un musicista tanto amato è sempre qualcosa di doloroso, con queste due icone è ancora più difficile da processare forse perché, dopo essere sopravvissuti ad una vita di eccessi che sfidano qualsiasi pronostico medico, ci hanno lasciato in tarda età, per malattia, pochi giorni dopo aver suonato per l’ultima volta su un palco.

Per una curiosa coincidenza, o scherzo del destino, sia Ozzy che Lemmy hanno suonato il loro ultimo concerto 17 giorni prima della loro morte (non che il numero 17 abbia un qualche significato particolare, ma è curioso che sia passato lo stesso tempo per entrambi).

Per un amante della musica è esperienza comune avere “idoli”, ma quanti di questi sono idoli dei nostri idoli (e dei loro idoli e via dicendo)? Quanti possono dire di aver influenzato quasi ogni cosa nella nostra musica preferita, e non solo? Dal triste annuncio di ieri, tantissimi musicisti sono accorsi a condividere commossi necrologi e ricordi personali, Metallica e Alice Cooper, Elton John e Brian May, e infiniti altri, a dimostrazione di come davanti ad Ozzy i sentimenti siano uguale per tutti noi, e che poco importa quanto alcuni dei suoi colleghi siano diventati grandi, rimaniamo tutti suoi fan.

Ozzy è stato un’icona nel senso più completo e assoluto del termine: ovviamente prima di tutto viene la musica, e che musica! Con i Black Sabbath ha segnato indelebilmente la musica pesante, giustamente a loro è attribuito il ruolo di “padri del Metal”, e se ogni membro della band ha avuto un ruolo importantissimo e fondamentale nel costruire questo lascito artistico, questo certamente vale anche per il cantante. Con la sua voce sgraziata e certamente non tradizionalmente “bella”, ha terrorizzato infiniti ascoltatori, creando qualcosa che non aveva precedenti.
Quando nella prima canzone del primo disco della band, l’omonimo “Black Sabbath”, sentiamo per la prima volta la sua voce cantare, “What is this that stands before me?”, a chi è che non vengono i brividi?
La vita poi lo portò lontano dalla sua band originaria e così negli anni ’80 iniziò la sua nuova avventura solista dove, con l’aiuto del suo amato Randy Rhoads (e altri musicisti straordinari), scrisse altre pagine memorabili della storia del Metal. Randy morì in un tragico incidente ad appena 25 anni e Ozzy non lo dimenticò mai. Ancora 40 anni dopo l’incidente, era evidente l’emozione quando il cantante parlava del suo vecchio compagno di band. Anche come solista il successo fu strabordante, tanto da eclissare quello dei suoi vecchi compagni in vari momenti storici, un traguardo che ben pochi possono vantare. Il successo arrivò grazie anche ai talentuosi musicisti che lo accompagnarono in vari momenti, ma tanto, tantissimo era dovuto alla sua personalità fuori dalle righe, ma anche estremamente umana.

Oltre la musica Ozzy è stato un Personaggio con la “P” maiuscola: il Madman, il Principe delle Tenebre, la rockstar fuori di testa che aveva staccato la testa di un pipistrello a morsi, ma era anche il ragazzo inglese un po’ imbranato proveniente dalla classe sociale più umile di una città operaia come Birmingham che si era fatto arrestare ancora minorenne mentre tentava di rubare una TV, era il giullare che non aveva paura di mettersi in ridicolo pur di strappare una risata, che fosse facendosi fotografare travestito da donna intento a “stirare” suo figlio, o fingendo di non riuscire a versare il succo di frutta in un bicchiere mentre raccontava di come le droghe fossero una cosa del suo passato (sì, questo video era una messa in scena).
In un mondo di rockstar che facevano di tutto per sembrare sovraumane e infallibili, Ozzy non si è mai fatto problemi a mostrare tutta la sua umanità, e anche per questo l’abbiamo sempre sentito così vicino, anche per questo ieri per tanti non è solo morto un il nostro “padre spirituale” ma un vero e proprio membro della nostra famiglia.
Quella di Ozzy è stata la storia di un ragazzo che ha sconfitto tutte le situazioni più avverse, le origini umili, le poche prospettive future, ma anche i problemi di dipendenza e l’essere truffato dal management dei Sabbath, ricominciare da zero dopo la separazione dalla sua band storica, la morte di un chitarrista a cui era vicinissimo anche a livello umano, per arrivare a diventare una leggenda.
Dal tatuaggio “Ozzy” sulle nocche della mano che si era fatto da solo mentre era in prigione, al forte accento strascicato di Birmingham, agli occhiali tondi omaggio al suo idolo John Lennon, tutto quello che riguardava Ozzy è diventato parte del suo mito, e quindi amato e imitato.

A detta chi l’ha conosciuto da vicino, Ozzy era una persona generosa e sempre pronta ad aiutare gli altri: giusto pochi giorni fa Yungblud, giovane artista inglese quasi “adottato” negli ultimi anni da Ozzy, aveva raccontato di come alcuni anni fa il cantante gli avesse regalato una collana d’oro con una croce, non comprandola ma semplicemente togliendosi dal collo il gioiello che aveva portato per anni e donandoglielo augurandosi che gli potesse portare buona fortuna.
Impossibile poi non ricordare il momento, oltre vent’anni fa, in cui la moglie Sharon combatté contro un cancro. Secondo quanto raccontato da lei stessa, l’impatto emotivo devastante della malattia l’aveva portata a pensare di abbandonare la chemioterapia, ma Ozzy chiamò l’amico Robin Williams chiedendogli di fare visita alla moglie per confortarla. Il comico riuscì a tirarla su di morale probabilmente salvando la vita della moglie e manager del cantante.
Arrivando agli ultimi giorni, va obbligatoriamente citato Back to the Beginning, concerto con il quale il cantante ha salutato i suoi fan, ma con il quale è anche riuscito a donare quasi 200 milioni di dollari a diverse associazioni benefiche, un risultato da record.

Ozzy ha vissuto per i suoi fan.
Quando il 4 febbraio 2017 suonava l’ultimo concerto completo con i Black Sabbath la voce gli si era incrinata in più momenti e, rivolgendosi ai fan aveva detto: “Abbiamo iniziato nel 1968 e siamo nel 2017, non riesco a crederci, cazzo! Ma sapete cosa? Non saremmo sopravvissuti se non fosse per i nostri fan. Quindi se sei un vecchio fan, grande. Se sei un fan nuovo, benvenuto.
Non posso dirvi abbastanza quanto siamo grati per il vostro supporto.”.
Tanti musicisti professano amore per i propri fan, ma Ozzy era l’unico che, quando dal palco urlava “I love you all!”, sentivi davvero il suo amore, la sua gratitudine per i fan a cui doveva tutto.
Se l’addio dei Sabbath nel 2017 era stato triste, Ozzy aveva ancora davanti un tour solista che intraprese l’anno dopo e tanti si erano consolati davanti alla prospettiva di vederlo di nuovo, anche se senza i suoi compagni di band storici. Dopo un inizio di successo però il cantante ha dovuto fermare il tour per i suoi problemi di salute.
Anche lì Ozzy ha perseverato, rimandando il tour mese dopo mese, anno dopo anno, nella speranza di tornare sui palchi che gli appartenevano. Ad un certo punto diventò evidente che non sarebbe riuscito a tornare in tour, ma non hai abbandonato la speranza di suonare un’ultima volta per salutare i fan.
In un’intervista pubblicata a dicembre 2023 da Rolling Stone UK, il cantante disse:

Questa è una delle cose che mi ha fatto più incazzare: non ho mai avuto la possibilità di salutare o ringraziare i miei fan. Perché i miei fan sono al centro di tutto. Se potessi fare solo qualche concerto… Mi sono stati fedeli per anni, cazzo. Mi scrivono, sanno tutto dei miei cani. È la mia famiglia allargata, in realtà, e ci permettono di avere lo stile di vita che abbiamo. È lo scopo della mia vita, fare show. Che sia all’Ozzfest o in qualunque altro posto!
Se non posso continuare a fare concerti regolarmente, voglio solo stare abbastanza bene da fare uno spettacolo in cui possa dire: ‘Ciao ragazzi, grazie mille per la mia vita’. È questo il mio obiettivo, e se morirò appena sceso dal palco, sarà l’addio di un uomo felice.

Le sue parole sono state quanto mai profetiche: prima di lasciarci, Ozzy ha resistito fino a riuscire ad organizzare Back to the Beginning dove è salito sul palco prima con la sua band solista, poi con i Black Sabbath riuniti in formazione originale per concludere lì, dove tutto era iniziato per i quattro ragazzi di Aston, Birmingham. La vista di lui che emerge dal palco sul suo trono, un enorme sorriso dipinto in faccia, è entrata direttamente nella leggenda e non può che essere stampata nella memoria di tutti quest’oggi.
Tanti momenti di quel concerto sono memorabili, ma su tutti “Mama, I’m Coming Home” è inevitabilmente il più commovente. La voce di Ozzy si spezza mentre inizia a cantare, “Times have changed and times are strange Here I come, but I ain’t the same”, “I tempi sono cambiati, sono tempi strani. Eccomi qui ma non sono più lo stesso”. E poco dopo di nuovo, “But I can’t stand to say goodbye“, “Ma non riesco a dirvi addio”.
Io ero lì, tra le prime file davanti ad Ozzy, e non ho mai vissuto un momento di tale commozione condivisa tra tante persone – 42.000 presenti e 6 milioni collegati in streaming – dove le lacrime sono sgorgate davvero a fiumi.
Ho visto il suo sorriso, ho visto la sua gioia, ho visto un uomo che stava soddisfacendo uno dei suoi ultimi desideri.

Se all’epoca ci sembrava uno struggente addio alle scene, col senno di poi possiamo vedere come fosse un addio ancora più definitivo.
Ozzy ha combattuto la malattia per anni, e se è riuscito a resistere fino al suo ultimo concerto, se è riuscito a raggiungere il suo obiettivo di suonare un’ultima volta per i suoi amati fan – dove eravamo tanto noi a ringraziare lui, quanto lui a ringraziare noi – forse in fondo non è la malattia che ha vinto, ma è lui che ha dominato ancora una volta, con grazia e dignità.

Ozzy è riuscito nell’incredibile impresa di rendere la sua vita un’opera d’arte andandosene come ha vissuto, a testa alta, uscendo da leggenda ed entrando direttamente nell’Olimpo dei Grandi.
Ieri se n’è andato un uomo, ma la sua musica rimane, immortale, e continuerà a venire ascoltata e ad emozionare per sempre.

Ozzy Osbourne è morto, lunga vita a Ozzy Osbourne!